La scelta di trasferirsi in una città diversa dalla propria non è mai troppo semplice, ma scegliere di andare a vivere in un'altra nazione, temporaneamente o definitivamente che sia, può essere molto coraggiosa. I motivi che spingono a farlo possono essere diversi: trovare un lavoro adeguato, scoprire nuovi luoghi, cambiare aria, seguire la persona che ami, guadagnare un po' di soldi per poi tornare nel proprio paese con un piccolo capitale accumulato, ritrovare te stesso ecc. Sono tutte motivazioni valide, ma a volte le aspettative che ci si crea nella propria mente possono infrangersi con il tempo e i propri obiettivi possono cambiare.
In ogni caso molti di quelli che partono si aspettano di trovare qualcosa di meglio rispetto al paese che stanno lasciando e soltanto una piccola parte rimane così delusa da lasciare la Germania con aria sconfitta. Non tutti i giovani scelgono di andarsene, molti si sentono costretti di dover abbandonare il proprio paese per un futuro migliore.
Ne parla una persona che in questo momento si trova lì e si confronta con decine di storie differenti, di italiani e non. Ma questa è un'altra storia, qui ci dedicheremo alla recensione di un fumetto che rappresenta abbastanza adeguatamente la realtà di molti studenti e di giovani che decidono di vivere in una città tedesca.
La storia di Berlino 2.0 , scritta da Mathilde Ramadier e illustrata dai disegni di Alberto Madrigal,fa un'analisi dettagliata dell'emigrazione in Germania, di cosa comporta lasciare il proprio paese alle spalle verso una nazione sconosciuta. Margot, la protagonista del fumetto, è una ventitreenne francese piena di sogni.
Vuole lavorare nel mondo dell'arte, come tanti europei che arrivano a Berlino, ma presto scopre che non è tutto così semplice. Avrebbe potuto scegliere di rimanere a Parigi, ma il fascino di Berlino l'ha sempre attratta e sceglie di trasferirsi lì.
Cosa succede appena arrivi in Germania? Prima di tutto devi registrare la tua residenza, a volte il passo più difficile da fare in un paese dove il mercato immobiliare è saturo e l'offerta è molto bassa. In seguito devi trovare un lavoro che ti mantenga, scrivi decine di scartoffie burocratiche, ed è fatta. Detta così è semplice, ma in realtà molti appena arrivati accettano il primo lavoro che capita in attesa di qualcosa di migliore e soggiornano per mesi (se non addirittura anni) da amici o parenti, qualcuno addirittura con estranei, finché non trovano un appartamento adeguato. Alcuni si stagnano in quel lavoro appena trovato in attesa della pensione, molti tengono duro e trovano di meglio dopo pochi anni di sacrifici. Margot da un lato è fortunata, perché vive a casa di un amico e ha dovuto saltare tanti problemi relativi alla ricerca della casa. Inoltre le sue conoscenze universitarie le permettono di seguire dei corsi per studiare la lingua, frequentare altri coetanei e scoprire alcune curiosità e usanze della popolazione locale, cosa che per molti nuovi arrivati non è subito possibile.
Ci sono tante piccole cose che colpiscono Margot.
Rimane stupita ad esempio dal fatto che tutti si tolgono le scarpe prima di entrare in casa, che per alcuni medicinali (all'epoca almeno) vi ci vuole la prescrizione medica, che l'abbigliamento non è un metro di giudizio per alcuno e difficilmente un tedesco vi abborderà per strada solo perché vestiti in maniera più "esuberante".
La Germania viene spesso dipinta come un paese dei sogni, dove tutti possono trovare un lavoro al primo schiocco di dita e poter diventare ricco in poco tempo. Una piccola Stati Uniti d'America nell'Europa, dove si raggruppano stranieri di tutto il continente in cerca di un posto migliore.
Le città principali del sud spesso sono popolate più da cittadini di diversa nazionalità che dai tedeschi stessi, la multietnicità diviene la norma. Ed è vero che il lavoro lo puoi trovare nel giro di poche settimane, anche se non conosci la lingua. Manovalanza, commessi, addetti alle pulizie, tutti lavori umili che però risultano pagati abbastanza bene, soprattutto se si viene da un paese dove uno stipendio non supera mai i cinquecento euro mensili. Per molti stranieri anche un lavoro umile è già un grande traguardo, prospettando un futuro migliore per i propri figli che potranno ambire a molto meglio.
Come dicevamo, anche la Germania ha tanti pregi quanti difetti come qualsiasi altro paese del mondo. Anche Margot se ne rende conto nel corso del suo soggiorno a Berlino, una città multiculturale dove le usanze tradizionali sono miscelate a quelle moderne simili a quelle americane. La vita borghese, il quartiere e il mercato francese, la vita notturna dei locali, la gente, i luoghi, tutto è da scoprire e soltanto vivendo in un luogo si può dire di averlo compreso appieno.
Oltre che vivere il fascino della città, comunque, Margot vuole lavorare nel campo creativo, come tanti studenti che arrivano lì a Berlino. Il problema è che il mercato è saturo e moltissime agenzie e start-up appena nate non possono mantenere nuovi lavoratori e quindi assumono solo con contratti part-time, stage sottopagati, senza nessuna copertura sanitaria (che in Germania costa molto).
Per noi lettori italiani è curioso notare che nel 2011 alcuni laureati affrontavano nel nord della Germania gli stessi problemi comuni soprattutto nel sud Italia: stage e part-time sottopagati e contratti con mille clausole che possono giustificare il licenziamento senza alcuna retribuzione. Soltanto dal 1° gennaio 2015, infatti, è stata approvata una norma che garantisce ad ogni lavoratore dipendente una retribuzione lorda di almeno 8,50 euro orarie e le aziende che le trasgrediscono rischiano sanzioni di migliaia di euro. E non vuol dire che non vi siano aziende che continuino a farlo.
Molti italiani, purtroppo, spesso sono proprio loro l'ostacolo principale dei nuovi arrivati italiani, offrendo loro lavori a nero e sfruttandoli il più possibile per rallentare la loro integrazione nel mondo della Germania. Altre piccole comunità invece tendono ad aiutarsi fra connazionali, spingendoli a trovare subito qualche lavoro umile che però possa sistemarli per un breve o lungo periodo.
Una realtà che per Margot suona assurda ma che – ahimé- per noi giovani italiani è tutt'altro che sconosciuta. Non vi raccontiamo il resto della storia, le vicende di Margot dovete assaporarle assieme a lei e non con un riassunto. Se volete sapere se Margot rimarrà o meno a Berlino, se troverà il lavoro dei suoi sogni o se tornerà sconfitta a Parigi…solo la lettura ve lo dirà.