La serie, o forse è meglio dire le serie, ideate da From Software negli ultimi anni hanno sicuramente influenzato il mondo dei videogiochi in modo positivo. Quando ormai la tendenza dei “giochi che si giocano da soli”- per quanto concerne il livello di difficoltà -, è diventata la norma, arrivò a sorpresa sul mercato prima Demon’s Soul e poi l’osannata saga di Dark Souls, di cui ormai è uscito il terzo capitolo. Con questa serie venne riportato in auge un gameplay difficile e punitivo, ma mai veramente frustrante. Molti si arresero e lasciarono perdere etichettandola come troppo difficile, ma chi invece continuò senza arrendersi ritrovò nel gioco una soddisfazione ormai dimenticata, ovvero quella di superare sfide all'apparenza impossibili solo grazie alle proprie forze. Ovviamente un fenomeno simile non poteva restare isolato e dopo il capostipite di From Software iniziarono timidamente a farsi strada nuovi titoli ad esso ispirati.
Oggi vi vogliamo parlare di uno di questi, ovvero Salt and Sanctuary di Ska Studios, un gioco fatto da solamente due persone, due coniugi per la precisione, che hanno saputo tirar fuori questa piccola perla. Il gioco è disponibile attualmente solo su Playstation 4, ma è prevista per il futuro una release anche su PC e Playstation Vita.
Il sistema di crescita del personaggio differisce dai Souls grazie alla presenza di una sferografia dove potremo distribuire i punti guadagnati a ogni passaggio di livello. Partendo dalla scelta di una classe base all'inizio del gioco, potremo poi proseguire il nostro percorso all'interno della sferografia, decidendo se rimanere fedeli alla nostra scelta iniziale o spaziare in altri campi. Dunque potrete diventare un potente guerriero corazzato, solo forza e ignoranza, oppure optare per una versione più agile basata su daghe e armature leggere, o ancora un mix fra guerriero e mago in grado di castare anche qualche magia per salvarsi dalle brutte situazioni.
Parlando della storia, vediamo come anche in Salt and Sanctuary la narrazione sia appena accennata, dipanandosi più che altro attraverso le descrizioni degli oggetti e dei nemici e solo sommariamente nei dialoghi con i pochi PNG presenti. Una nota doverosa da fare: non giocatelo in italiano! La traduzione è chiaramente fatta con Google Translator o programmi simili, come stessa ammissione degli sviluppatori, per mancanza di forza lavoro e budget, rendendo il gioco davvero incomprensibile.
Salt and Sanctuary è dunque un ottimo gioco che prende molto dai vari Dark Souls, ma che non si ferma al semplice copia e incolla ma dà una propria personalità alle meccaniche, così da risultare un’esperienza a sé stante.
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