Qui di seguito riportiamo la riflessione fatta alcuni giorni fa con i nostri amici di ELECTRIC STAR, che per pietà, o solidarietà, hanno poi voluto omaggiarci di uno dei loro prodotti. A pensarci bene sembra abbiano voluto prenderci in giro, chi lo sa?
Il tutto nasce dall'aver improvvisamente realizzato che l’età avanza. Un dato non nuovo, certo. Però inesorabile, talvolta più evidente del solito, tanto da spiazzarci.
In redazione non siamo anziani, c’è una certa varietà, ci sono giovanissimi, meno giovanissimi, alcuni che aspettano anche dei giovanissimissimi… ma non vuol dire, anche quando si è bambini da un anno all'altro cambia il mondo e il passare del tempo seppur non percepibile è decisamente netto. Di fronte all'estate poi alcune cose sembrano più forti e concrete e l’evidenza dello scorrere del tempo è tra queste.
Andare al mare, ritornarne a una routine vissuta a singhiozzo, come il sedersi in spiaggia, ci porta a vivere un effetto Madeleine ripetuto di anno in anno. Ed è proprio questa cadenza a farci notare come le nostre abitudini, stagionalmente, subiscono dei viraggi, delle trasformazioni, delle mutazioni che alla fine ci rendono irriconoscibili a noi stessi, alla nostra famiglia ai bagnini e nei casi estremi anche all’uomo dei bomboloni.
Vi ricordate i primi giochi al mare? Chi è di una certa epoca ricorda le biglie in vetro, pionieristiche antesignane di giochi più recenti in stile Bakugan, epiche gare su circuiti solcati con rudimentali tecniche di cui andare orgogliosi. Ma ci sono state anche le mode, così di epoca in epoca, biglie, yo-yo, hula hoop, clic clac, poi, piano piano, sono arrivati i racchettoni, le pistole ad acqua, poi i liquidator, i super liquidator, le nerf, i gameboy, gli elicotterini radiocomandati, gli Ipad e chissà, tra qualche anno, gli Ipad radiocomandati!
In questa escalation tecnologica vista sulle spiagge, in cui giochi sono venuti e giochi sono rimasti o spariti, ognuno di noi ha fatto la sua personalissima esperienza, perfezionando, migliorando i giochi, preferendone alcuni ad altri, ma mantenendo una serie di tappe fondamentali, tappe probabilmente fondamentali nella vita di ogni ragazzino.
Qui in redazione, all'unanimità, il primo gioco di cui abbiamo memoria è la sabbia. Scavare. L’istintivo elementare bisogno animale di trovare l’acqua. Tanto per trovarla.
Poi, com'è stato per l’evoluzione umana, lo step successivo è costruire. Allora castelli, case, capanne, garage… per i più negati era sufficiente costruire mattoni, tanto per rimanere nel ramo dell’edilizia.
Solidarietà a chi passava le estati in Liguria, dove più che fortini di pietra a secco non si potevano fare con quei dannati sassi roventi.
Ultimamente i genitori, terrorizzati come sono dall’Imu, tendono a non alimentare questa fase dei ragazzini. Quindi la caccia, la ricerca. Dopo l’attività stanziale, il bambino acquista indipendenza e diventa nomade. Ignora l’acqua, tanto quando si è al mare si vivono solo le due ore dopo il pranzo, quelle due maledette ore interminabili, di fare il bagno non se parla. Allora in cima agli scogli, a raccogliere, torturare, tormentare. A caccia di prede o piccoli tesori. Strumenti rudimentali, bastoni, secchielli, retini… poco altro.
Ma queste sono fasi e le fasi passano, così il bambino cresce e crescendo impara l’arte della pigrizia, impara ad amare l’ombra e allora tornano fuori le macchinine e i soldatini. Giochi concreti, con cui popolare i fortini, i castelli… e i garage. Le macchinine in spiaggia hanno lasciato un segno in ogni bambino, alle macchinine ci si affeziona, c’è sempre la preferita, quella più bella, quella più forte… che tante volte, purtroppo, non torna a casa, perduta. Rimane lì. Spezza i cuori e segna il cambiamento per l’anno dopo, senza possibilità di tornare indietro (?). Così i giochi cambiano nuovamente e arrivano i già citati fucili ad acqua, i palloni, le ragazze… poi buio. Dopo le ragazze arriva sempre il buio.
Si cresce ancora e questa volta le pistole sono più piccole della volta prima, le macchinine ci si vergogna anche solo a prenderle in mano, si sta all’ombra, si legge un libro, si naviga dal tablet, “ci si dà un tono”. Il ricordo di vecchi giochi, di antiche e passate abitudini, sfuma alla prima occhiata delle proprie gambe pelose affondate nella sabbia.
Ed ecco il punto: si può capire l’età di una persona dai giochi che vuole e può fare in spiaggia, ma si arriva a un punto in cui i giochi sembrano finire, in cui gli interessi scemano ed esulano dalle attività che la spiaggia permette, e questa diventa un posto come un altro.
Alla luce di questa riflessione anche il regalo dei nostri amici acquisisce un senso, ha il sapore di chi non ha paura di andare a riscoprire le proprie antiche e assopite passioni.
Quindi noi di OrgoglioNerd accettiamo il consiglio di ElectricStar: imbracciamo il nostro nuovo metal detector e andiamo in spiaggia a caccia di anelli dall’oscuro potere in primis, ma anche, perché no, di qualche macchinina abbandonata.
Buona caccia!
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Ahahahah! E’ la mia descrizione di quando, 5-6 anni fa, andavo ancora al mare! T_T