Solo in mezzo alla savana, una macchia grigia che spicca contro il giallo dell'erba bruciata dal sole. È fermo, quasi immobile, alcuni bufaga posati delicatamente sul suo dorso, al lavoro. Poi qualcosa turba la semplicità e la tranquillità di quest'immagine, il rinoceronte diventa inquieto.
Uno sparo e un tonfo, gli uccellini prendono il volo.
Non ha fatto neanche in tempo a caricare, correndo veloce quanto non ci aspetteremmo da un corpo di tali fattezze.
Verrà strappato il corno, dal corpo inerme e pesantissimo, nessun riguardo per la creatura che fino a poco prima riempiva il vasto vuoto africano.
Il bracconaggio è una piaga.
Non ci sono scuse che tengano, motivazioni che abbiano senso, sterminare un'intera specie per riempire le case dei ricconi con “portafortuna” e “ polverine magiche” è una pratica che deve essere fermata.
Poiché parlare dei rinoceronti ci fa subito venire in mente il nostro Direttore, abbiamo deciso che per questa volta possiamo fare un po' di propaganda animalista/ecologista, e dare una mano al WWF a fermare lo sterminio di questi corridori in armatura.
Erano gli anni '70 e la Guerra dei Corni, dal nome apparentemente epico ma che in realtà non lo è per nulla, ha ucciso metà dei rinoceronti esistenti. Trenta erano le specie esistenti, diffuse tra Asia, Africa, Nord America e Europa. Ora ne rimangono solo cinque. Cinque su trenta e gli esemplari ad esse appartenenti stanno notevolmente diminuendo a causa del bracconaggio sempre più feroce; alla radice di questa caccia selvaggia c'è la ricerca dei corni, che poi verranno venduti al miglior offerente.
Quello che il WWF intende fare, con l'aiuto di chiunque possa e voglia fare qualcosa, è innanzitutto finanziare pattuglie anti-bracconaggio nella aree di Sumatra e Giava e aiutare gli investigatori di Network Traffic a combattere il commercio illegale di animali e vegetali. Inoltre, per cercare di mantenere stabile la riproduttività delle popolazioni nella zona di KwaZuku- Natad (che pare impronunciabile ma esiste davvero e si trova in Sud Africa), finanziare lo spostamento dei rinoceronti neri.
Uno alla volta questi mammiferi omeotermi stanno scomparendo, uccisi senza pietà, e quando non ne rimarrà neanche uno racconteremo di loro ai nostri figli come se stessimo narrando di animali fantastici che esistevano solo nelle leggende.
I rinoceronti, le pantere, poi verranno le tigri, gli orsi, fino a che non rimarremo solo noi, esseri umani, soli con i nostri inutili ninnoli scrivendo racconti sui tempi passati.
Non stiamo facendo una campagna buonista, nè parliamo di diventare improvvisamente tutti vegetariani o vegani, ciò che ci preme è che non vengano a cercare anche il nostro direttore, insomma alla fin fine è lui quello che ci deve pagare.
Al di là degli scherzi e delle incitazioni, è giusto prendere posizione, scegliere una battaglia da combattere, una parte dalla quale schierarsi. Siamo noi con le nostre forze che facciamo le magie, non servono strane polverine ricavate da parti di animali in via di estinzione!
Oggi noi abbiamo scelto questa, domani chissà.
E voi? Cosa farete?
Qui troverete le direttive nel caso vogliate più informazioni.
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Già che tristezza. Povero direttore inseguito dai bracconieri.