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Wonder Woman 1984: il peso della storia | Recensione

Diana Prince torna in azione nel nuovo film dell'universo cinematografico DC Comics

Wonder Woman 1984 è finalmente arrivato anche sugli schermi italiani. La nuova avventura da protagonista di Diana Prince, uno dei personaggi di maggior successo dell’universo cinematografico DC Comics, ha fatto un giro tortuoso come tanti altri film del 2020. Tra rinvii dell’uscita, dubbi, annunci e nuovi servizi di streaming, è ora disponibile anche in Italia in formato digitale. Noi l’abbiamo visto e siamo pronti a raccontarvi com’è andata.

Wonder Woman 1984, di che cosa parla?

In questo film non ritroviamo la nostra Amazzone dove l’abbiamo lasciata nella sua prima avventura. Salto in avanti quindi dall’epoca della Prima Guerra Mondiale, senza però arrivare ai giorni di Justice League, ma fermandosi negli scintillanti anni ’80, come si può intuire dal titolo. Un’epoca che è sempre più spesso al centro delle nostre storie, in un gioco di nostalgie e richiami.

Diana è impiegata allo Smithsonian celebre istituto di ricerca degli Stati Uniti. Nonostante questo, prosegue con la propria attività da supereroina, in completo incognito. La vediamo impegnarsi per mantenere segreta non solo la sua identità civile, ma l’esistenza stessa di Wonder Woman al grande pubblico.

Proprio grazie a un suo intervento per fermare una rapina, il museo riceve alcuni manufatti da studiare, fra cui una misteriosa Pietra dei Sogni. Questo artefatto, apparentemente innocuo e di scarso valore, sarà invece destinato a mettere in moto tutta la storia del film. Le vite di Diana, della sua nuova amica Barbara Minerva e del misterioso magnate dell’industria petrolifera Maxwell Lord saranno completamente rivoluzionate…

Wonder Woman 1984 ha molti lati positivi…

pedro pascal e kristen wiig come maxwell lord e cheetah in wonder woman 1984
Clay Enos/ ™ & © DC Comics

La distribuzione complessa che ha avuto questo film, in particolare l’intervallo tra la data di uscita oltreoceano e la nostra, permette di osservarlo da una prospettiva differente. Non è più un tuffo nel buio, rischiarato forse dalle sole reazioni dei critici d’oltreoceano. Il pubblico ha già avuto la possibilità di masticarlo, studiarlo, digerirlo e dare in qualche modo il suo giudizio. E non è particolarmente entusiasta.

Non bisogna però lasciarsi ingannare dai voti medi mostrati dagli aggregatori di recensioni o piattaforme simili. Wonder Woman 1984 è un film che ha senza dubbio dei pregi, che difficilmente stelline, pomodori o percentuali riescono a restituire. Non fermiamoci quindi semplicemente a quelli, ma cerchiamo di portare a galla ciò che davvero funziona, a partire da Kristen Wiig e Pedro Pascal.

Se già infatti sappiamo che Gal Gadot si trova perfettamente a proprio agio con nei panni dell’Amazzone (e in questo film ancora di più), i due comprimari in questione riescono a dare delle interpretazioni particolarmente apprezzabili. Wiig è parsa una scelta curiosa fin dall’inizio per il ruolo del villain, considerato il suo background, eppure riesce a convincere a pieno nelle diverse sfumature del suo personaggio.

Altrettanto valido è Pedro Pascal (ormai sempre più richiesto) che dosa bene la propria intensità nel rappresentare Maxwell Lord. Ogni volta che è in scena riesce a catturare la nostra attenzione, perfettamente in linea con il suo personaggio. Seguire la sua discesa nell’oscurità è coinvolgente proprio per come riesce a raccontarcelo Pascal.

Non solo, ma è apprezzabile come Wonder Woman 1984 tocchi diversi argomenti interessanti e complessi, tra catcalling e molestie e il confronto tra desiderio e sacrificio da sempre strumento potentissimo di narrazione. E ancora, non si può non citare tra i lati positivi del film la prima scena in cui vediamo in azione la nostra eroina da adulta: una sequenza che farà emozionare i fan di Diana, pregna di uno spirito positivo che sembra derivare direttamente dai Superman di Donner. E allora cosa non ha funzionato?

…ma soffre il peso della storia

gal gadot e chris pine gal gadot come wonder woman in wonder woman 1984
Courtesy of Warner Bros. Pictures/ ™ & © DC Comics

Al di là di una CGI altalenante (ma mai davvero terribile) il problema di Wonder Woman 1984 è che subisce il peso della storia, nelle tante interpretazioni di questo concetto. La scelta dell’ambientazione temporale, ad esempio, pretende più di quanto offra.

Il viaggio negli anni ’80 richiede la presenza di una serie di riferimenti e scene che omaggino la moda e la cultura del decennio, ma non aggiunge davvero molto al prodotto finale, neanche in termini di effetto nostalgia. Certo, i richiami crisi petrolifere e Guerra Fredda sono affascinanti, ma non spostano i piatti della bilancia così tanto.

E ancora, c’è il peso della storia intesa dal punto di vista narrativo. Come detto, Wonder Woman 1984 affronta temi dalla grande forza drammatica e ha dei momenti che funzionano molto bene. Il problema è che sono inseriti in una cornice che non riesce davvero a unirli con la giusta coerenza. Si può argomentare che questo sia perché il film cerca di raccogliere troppi concetti allo stesso tempo, ma a prescindere dalle cause il risultato è che ci sono molti aspetti appena accennati e scene che fungono solamente da debole raccordo.

In questo filone si inseriscono i due villain. Per quanto il lavoro dei due interpreti sia meritevole come dicevamo, la base di partenza non è all’altezza. Questo è valido soprattutto per il personaggio di Barbara, che non trova sufficiente spazio nel film, e la cui evoluzione come antagonista di conseguenza risulta fin troppo forzata e confusa.

E questo ci porta direttamente al peso della storia editoriale della nostra protagonista. In Wonder Woman 1984 la fedeltà ai fumetti diventa quasi una catena, una necessità a cui piegare il racconto. Le vicende prendono brusche sterzate solo per inserire determinati riferimenti che a conti fatti aggiungono davvero poco alla storia. L’evoluzione del personaggio di Barbara è particolarmente esemplare in questo senso, ma non è il solo caso.

Wonder Woman 1984 e il resto dell’universo DC Comics

gal gadot come wonder woman in wonder woman 1984
Clay Enos/ ™ & © DC Comics

Infine, questo film sente il peso della storia del suo franchise. Da una parte perché Wonder Woman 1984 deve sforzarsi per giustificare il fatto che l’eroina protagonista non sia nota al mondo per non contraddire gli eventi di Batman v Superman: Dawn of Justice (peraltro senza essere troppo convincente).

Dall’altra perché come ormai ogni film dell’universo cinematografico DC Comics si porta con sé la responsabilità di essere “quello che rilancerà il progetto“. Un carico che rende più difficile incontrare le aspettative del pubblico, tanto più per una pellicola che è quasi totalmente stand-alone (o comunque legata principalmente al capitolo precedente della propria saga).

A conti fatti quindi Wonder Woman 1984 è una pellicola che può intrattenere e che i fan dell’eroina interpretata da Gal Gadot apprezzeranno, ma per cui difficilmente mostreranno grande entusiasmo. Non è il disastro che potrebbe sembrare guardando i sopracitati aggregatori di recensioni, ma non è ancora il grande film che questo personaggio (e l’universo di cui fa parte) meriterebbe. Non resta che sperare in un terzo capitolo più roseo…

Wonder Woman 1984 è disponibile dal 12 febbraio per l’acquisto e il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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