E rieccoci qui con i recap quotidiani dalla 75° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Il tempo nelle ultime ore non è stato molto clemente, ma nulla può fermare i tantissimi appassionati e professionisti presenti sul Lido. Tanto in sala si sta al coperto, no?
Il titolo più atteso in assoluto di oggi era sicuramente Suspiria, remake diretto da Luca Guadagnino dell'omonimo horror del 1977, per cui ovviamente c'era molta curiosità. In generale è stato accolto bene, anche se le prime reazioni non sono tutte unanimi. Come potete leggere qui sotto, noi l'abbiamo promosso, ma approfondiremo nelle prossime ore il nostro commento, quindi continuate a seguirci!
Intanto, come al solito, trovate qui sotto la carrellata sui film che abbiamo visto oggi.
The Ballad of Buster Scruggs, di J. & E. Coen – Venezia 75
Il nuovo film dei Fratelli Coen è un’antologia di sei racconti western, dove i registi e sceneggiatori liberano il proprio estro, recuperando tutti gli stilemi che li hanno resi celebri nella settima arte. La comicità tagliente, il cinismo, l’amara assurdità della vita sono tutti presenti e riconoscibilissimi. Il cast, forse meno ricco rispetto ad altri lavori del duo, fa un ottimo lavoro e rende ognuno dei racconti particolare. È davvero difficile decidere quale delle varie storie sia la migliore, dato che ognuna porta con sé uno stile definito e tanti spunti su cui riflettere e probabilmente è questo il miglior pregio dell’opera. Non sarà il miglior film dei Coen, ma va visto sicuramente.
Suspiria, di L. Guadagnino – Venezia 75
Questo attesissimo remake del classico di Dario Argento del 1977 merita uno spazio più ampio di quello che possiamo dare nei recap quotidiani, per cui abbiamo deciso che approfondiremo in un articolo dedicato che arriverà a brevissimo. Per il momento vi diciamo che, sebbene si discosti parecchio dall’originale, per noi è promosso.
They’ll Love Me When I’m Dead, di M. Neville – Fuori Concorso
Il documentario su
Orson Welles e in particolare sugli ultimi anni della sua vita e la realizzazione lunghissima di
The Other Side of the Wind di cui abbiamo parlato nello
scorso recap. Secondo noi si tratta di un’opera
da recuperare assolutamente, sia se volete vedere l’ultima opera finalmente compiuta del cineasta, per riuscire a comprenderla al meglio, ma anche se semplicemente amate il cinema. Un ritratto
davvero stupendo di Welles e delle sue manie, del suo stile, delle sue stranezze, realizzata attraverso le voci dei suoi collaboratori più stretti e dello stesso regista. Un particolare molto apprezzato di questo documentario è infatti l’utilizzo di spezzoni di interviste e backstage per realizzare piccole conversazioni con l’autore, che rendono tutto molto coinvolgente e a tratti emozionante.
Di seguito trovate invece il commento alle pellicole che abbiamo visto negli scorsi giorni e di cui non vi avevamo ancora parlato.
Peterloo, di M. Leigh – Venezia 75
Peterloo non è decisamente quello che si definisce un cinema “leggero”. Nel racconto dell’omonimo massacro perpetrato dal governo inglese, non si nota un particolare impegno per esaltare la vicenda o per far emozionare lo spettatore, ma semplicemente una volontà di narrare i fatti nei minimi dettagli. Ovviamente qualche piccolo spunto di riflessione (dal ruolo dei giornalisti al rapporto governo/popolo) è inevitabilmente presente, ma non è il fulcro dell’opera. Da un punto di vista tecnico e artistico, la ricostruzione è eccezionale e non c’è una sbavatura che sia una, ma se non siete appassionati di film storici, non è il film che fa per voi.
Il ragazzo più felice del mondo, di Gipi – Sconfini
Il nuovo film da regista di Gianni Pacinotti, in arte Gipi, è strano. Racconta l’incredibile storia vera di una serie di lettere arrivate negli anni a decine di autori di fumetti italiani, con uno stile a metà strada tra il documentario e la commedia. Si ride davvero molto, con scene al limite dell’assurdo e parodie della realtà produttiva italiana, ma dietro la risata c’è anche di più. Non mancano riflessioni sul valore e sulla mentalità dei disegnatori e più in generale di chi vive della sua arte, del rapporto con il giudizio degli altri, dell’abitudine (o necessità?) di essere sempre all'interno di una storia, qualunque essa sia. Un cast ben affiatato completa il quadro, regalando un’ora e mezza divertente e profonda.
Come sempre, vi invitiamo a continuare a seguirci nei nostri recap dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e cercare l’hashtag #VeneziaNerd sui social per non perdervi neanche uno dei contenuti che pubblicheremo!
Maximus Returns