L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è pronta ad inaugurare il suo nuovo razzo Vega C. Il primo lancio, previsto per il 13 luglio, trasporterà un satellite italiano in orbita. Ecco le sue caratteristiche.
Il nuovo razzo Vega C di ESA
Vega C è il diretto successore del vettore Vega. Entrambi vedono l’Italia, con Avio, fortemente coinvolta nella loro progettazione e sviluppo. Come ora Vega affianca il vettore pesante Ariane 5, Vega C affiancherà Ariane 6, la cui inagurazione è prevista entro la fine dell’anno.
È dal 2015 che si parla di un aggiornamento di Vega, o meglio, di consolidamento delle capacità di lancio (la C sta infatti per “Consolidation“). Vega C è più alto (35m contro 30m), più largo (3.3m contro 3m), più pesante (210t contro 137t) e soprattutto più potente. Il carico utile per l’orbita terrestre bassa (Low Earth Orbit, LEO) sarà di 2,200 kg, contro i 1,500 del Vega.
La maggior potenza è dovuta in parte all’aggiornamento del motore del primo stadio, che dal P80 del Vega diventa il P120, lo stesso dei booster di Ariane 6 e con una potenza quasi doppia. Anche i motori del quarto stadio sono stati aggiornati, passando da AVUM (Attitue and Vernier Upper Module) a AVUM+. In entrambi casi viene utilizzato propellente liquido, ma AVUM+ ha una maggior riserva ed è in grado di mettere in orbita più carichi utili su diverse orbite in un unico lancio.
Pronti al lancio
Il primo lancio di Vega C sarà il 13 luglio alle ore 13:13 presso lo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana Francese. Il carico principale sarà il satellite scientifico LARES2 (LAser RElativity Satellite #2) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con l’INFN. Questo ricalca in maniera simbolica anche il primo lancio di Vega, che aveva a bordo il suo predecessore LARES.
Lo scopo del satelite italiano è quello di misurare, con maggiore accuratezza di quanto non fatto fino ad ora, il cosiddetto effetto di Frame-Dragging. Si tratta di una distorsione dello spazio-tempo causata dalla rotazione in una massa considerevole, in questo caso la Terra.
Il satellite sarà accompagnato da altro carico secondario, nello specifico sei CubeSat (piccoli satelliti cubici). Di questi tre sono italiani: AstroBio, GreenCube e ALPHA. Il primo testerà una soluzione per rilevare biomolecole nello spazio. Il secondo rappresenta il primo esperimento assoluto di coltivazione di vegetali superiori in ambiente estremo, oltre la LEO. L’ultimo aiuterà a comprendere i fenomeni legati alla magnetosfera terrestre, come l’aurora boreale australe. Gli altri tre satellitini, chiamati Trisat-R (Slovenia), MTCube-2 (Francia) e Celesta (Francia), studieranno gli effetti dell’ambiente spaziale sul funzionamento dei sistemi elettronici.
- Landoni, Matteo (Autore)
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- Samantha Cristoforetti, Giancarlo Giannini (Attori)
- Gianluca Cerasola (Direttore)
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