La televisione è uno dei mezzi di comunicazione più diffusi nella nostra società. Nata nella seconda metà degli anni '20, inizialmente era stata creata per un pubblico limitato da gerarchi, industriali e il ceto medio che potevano permettersi questo strumento tecnologico innovativo. In Italia arrivò verso la fine degli anni '30 e non ebbe modo di svilupparsi a causa dell'imminente conflitto bellico.
Siamo sicuri che ne avete sentito parlare.
Soltanto dopo la seconda guerra mondiale la televisione divenne uno strumento per diffondere la cultura e per affiancare la stampa e la radio come fonte d'informazione alternativa, oltre un canale di intrattenimento. Le trasmissioni però duravano soltanto poche ore al giorno, da dopo mezzogiorno fino alle ventitré di sera. Inoltre era un bene di lusso, soltanto pochi eletti potevano permettersi di possederlo e non era raro che in un condominio tutti si radunassero in un singolo appartamento per seguire i popolarissimi quiz come Il Musichiere, il Carosello e altri ancora.
La televisione negli anni '60 era usato come uno strumento pedagogico, il cui scopo era quello ridurre il margine di arretratezza culturale in un paese dove l'ignoranza dilagava, soprattutto nelle classi sociali operaie. Moltissimi programmi erano a scopo didattico.
Di questi programmi culturali ha risaltato Non è mai troppo tardi, un programma condotto dal maestro Alberto Manzi che è stato utilizzato per combattere l'altro grado di analfabetismo in Italia.
Uomini e Libri, condotto da Luigi Silori, fu un programma che ebbe molto successo perché avvicinava gli scrittori, gli artisti e i registi italiani, tutti visti come figure misteriose e lontane, alla gente comune che si interessava alla letteratura, all'arte e al mondo dello spettacolo. Per una mezz'ora a settimana si potevano conoscere tutte le novità editoriali, approfondire i classici della letteratura e ascoltare un'intervista di un autore. Luigi Silori, assieme all'aiuto di altri conduttori come Elio Vittorini e Giulio Cattaneo, riusciva a persuadere gli scrittori diffidenti ad apparire in televisione, un mezzo di comunicazione visto come "una moda passeggera" o un effimero strumento commerciale.
Durante le interviste Silori riusciva a mettere i suoi ospiti a loro agio: si sedevano su una poltrona, chi fumava poteva accendersi una sigaretta in diretta e così via. Diventava una chiacchierata fra due amici. Lo spettatore appassionato alla lettura sentiva i suoi scrittori o artisti preferiti come se fossero ospiti in casa propria e si appassionava all'intervista, seppur breve.
Uomini e Libri non è stato il primo dedicato al mondo editoriale. Dapprima vi furono altri esperimenti, come Il commesso di libreria curato da Franco Antonicelli, composto da sole sette puntate, ma che non ebbe molta fortuna. Lo stesso Silori curò Enciclopedia TV, il Decimo migliaio, Incontri con gli scrittori di teatro e tanti altre trasmissioni legate al mondo teatrale o editoriale.
Il format della trasmissione di Uomini e Libri era semplice e, per questo, all'epoca risultava efficace. Furono trasmesse oltre 170 puntate e fra i suoi ospiti vi sono state personalità spiccate come Primo Levi, Italo Calvino, Alberto Bevilacqua, Carlo Bo, Elio Vittorini e tantissimi altri ancora.
In seguito la trasmissione chiuse per far posto a Libri per tutti, condotto sempre da Luigi Silori, il cui format variò per essere più moderno e coinvolgente, ma anche questo programma dopo alcuni anni tramontò.
Cos'è successo in seguito? La televisione si è evoluta nel tempo, molti programmi didattici quasi non esistono più. Nelle trasmissioni mattutine, soprattutto nelle reti regionali, esistono ancora delle piccole rubriche dove è possibile conoscere nuovi scrittori o informarsi sugli eventi culturali più importanti ma passano in secondo piano per dare spazio alla cucina, alla moda e altri argomenti più commerciali.
Esistono ancora programmi dedicati solamente al mondo editoriale o artistico, sia chiaro questo punto. Cult Book, Ti racconto un libro e Per un pugno di libri sono tre trasmissioni che cercano (e a volte riescono) di avvicinare i giovani alla lettura in un mondo che preferisce l’informazione rapida, frammentata del web alla cultura tradizionale.