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Una giornata maledetta

Quando ho annunciato la mia rubrica, chiaramente avevo deciso tutto, ogni dettaglio, dal nome alle tematiche al giorno. Niente è stato lasciato al caso, un po’ perché noi di Orgoglio Nerd siamo professionali, e un po’ perché sono abbastanza una control freak, e quindi sapevo che uno degli appuntamenti con Furibionda sarebbe arrivato proprio il 22 giugno, il giorno del mio compleanno. Non si tratta di mero egocentrismo e di volermi sentire fare gli auguri, ma perché ho un rapporto tremendo con questa giornata, e prima o poi, andava esorcizzata. 
Tutti hanno, credo, un momento, una data, un anniversario che temono: il mio è il genetliaco, tuttavia potrebbe valere con qualsiasi altra ricorrenza.
Perciò eccomi qui, a urlare contro il cielo quanto un compleanno possa portare con sé così tanta pressione da causare tragedie in ogni luogo e in ogni lago, o quantomeno, stupidi eventi che mi portano a vivere con terrore e angoscia questa data. Non so esattamente quando tutto sia cominciato, ma ho un chiaro ricordo di come durante la maturità, la seconda prova, greco, fosse capitata il 22 giugno del 2006.
Avevamo tutti una terribile ansia di trovare qualcosa di incomprensibile come Erodoto, alcuni pregavano la comparsa di Senofonte mentre altri cercavano di evocare il daemon di Platone. E invece uscì Plutarco, che chi cacchio se l’era mai filato? Panico di tutti, tranne della sottoscritta, che modestamente, adorava tradurre e non si sarebbe lasciata scoraggiare da un intellettualoide qualunque. Ebbene, dopo un’oretta dall'inizio dell’esame, un mio compagno si girò verso di me, con l’aria da “Scusa se non te l’ho detto prima, mi è venuto in mente solo ora” e io tutta modesta mi preparavo ad accogliere i suoi auguri, mentre lui completava la sua espressione con le parole “Me la passi tu la versione, vero?”
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Certo, poteva succedere di peggio, poteva andare come in Final Exam che oltre a essere un film horror trashissimo anni '80, racchiude l'essenza della notte prima degli esami, quell'incubo ricorrente che compare ogni volta che stiamo per fare un passo importante.
Ora, l’episodio succitato non fu di per se stesso così grave, specie perché non fu seguito né preceduto da omicidi in palestre buie; il guaio è che negli anni è stato poi seguito da una sfilza di maledette coincidenze, chiamiamole così, che ogni 22 giugno e dintorni si abbattono imperterrite sulla mia testa. Per anni ho combattuto fregandomene della sfortuna, in quanto elemento tremendamente irrazionale e di poco conto, rispetto alla mia caparbietà nel voler far girare quella giornata. E infatti l’anno successivo, l’esame di lingua cinese I  fu naturalmente quel giorno e presi meno di quanto sperato, tanto da rifiutare il voto. Così spostai la mia lotta, cercando di depistare l’infame fato, che naturalmente non si fece cogliere impreparato davanti al mio tentativo di concentrarmi più sul festeggiamento che sulla data esatta.
Tengo dunque a precisare che oltre alla giornata, può andare male anche la festa a essa correlata, senza che necessariamente si tratti del 22 giugno; come quella volta in cui avevo davvero usato ogni mia forza ed energia positiva, ignorando ogni precedente sensazione per organizzare una festa stupenda. Festa che è terminata prima di cena, perché ho scoperto ci si può benissimo ammalare all'inizio dell'estate come se fosse Natale.
Furiosa con il destino, l’universo o chi per loro, ho deciso che non avrei mai più festeggiato.
Solo una normalissima cena con la famiglia: vetro dell’auto nuova spaccato.
L’anno dopo? Bloccata in treno.
Non dico che sia andata male solo a me, il cinema ci ha insegnato che un compleanno può essere estremamente nocivo. Se vi ricordate La fuga di Logan, tutti i trentenni allo scadere del loro tempo, devono partecipare a una cerimonia di massa per un suicidio/omicidio che preserva la stabilità della popolazione. E, su tutti, rimane indimenticabile la scena del compleanno di Cathy ne Gli Uccelli di Hitchcock: quantomeno da bambina non sono stata beccata e nessuno ha scoppiato i miei palloncini. Quindi nell'attesa di scoprire cosa succederà oggi, continuo ad aspettare che arrivi una lettera che mi dica che sono un mago; undici anni li ho passati da un po', ma non si sa mai.

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Commenti

  1. scusa ma “Non si tratta di mero egocentrismo e di volermi sentire fare gli auguri”..non ci crede nessuno.
    auguri anche se in ritardo.
    comunque facci sapere se sei sopravvissuta a questo compleanno…fino alle 15:40 pare di si, ma poi!??!

  2. auguri con ritardo, anche io sono nella tua stessa situazione, non per la sfortuna personale, ma tutte le volte che arriva il giorno del mio compleanno accadono imprevisti o incidenti a coloro che mi stanno attorno

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