Sono passati 25 anni da quando un uomo, Hironobu Sakaguchi affidò tutte le sue speranze di continuare a lavorare nell’industria videoludica ad un gioco, un gioco che porta il nome di un desiderio, Final Fantasy, la fantasia finale di un gruppo di persone che misero tutto il loro essere nella realizzazione di quello che poteva essere il loro ultimo gioco. Quelle persone non potevano sapere che ben presto la loro ultima fantasia si sarebbe trasformata in un brand fra i più famosi del mondo nel campo videoludico, con oltre 100 milioni di copie vendute nel mondo dall’inizio della serie.
In America ed Europa si sa, quando si parla di J-RPG si pensa automaticamente a Final Fantasy (in Giappone FF se la deve vedere con Dragon Quest per il titolo di RPG più famoso). La serie ha avuto parecchie difficoltà ad arrivare in Occidente durante l’epoca degli 8 e 16 bit, dato che molti pensavano che fosse un gioco di stampo troppo giapponese per avere successo fuori dalla madrepatria, infatti ricordiamo come solo Final Fantasy I, IV e VI siano arrivati fino in Usa, con i nomi modificati: infatti il IV diventò il II e il VI il III, generando una gran confusione fra gli appassionati di quel periodo. Solo in tempi futuri finalmente tutti i giochi sono stati tradotti e portati sino a noi grazie alle varie riproposte e collection di vecchi capitoli. Il vero successo di FF in Occidente scoppia all’epoca della prima Playstation, specialmente con l’uscita di Final Fantasy VII nell’ormai lontano 1997. FF VII è indubbiamente il capitolo più famoso della serie; è stato grazie a questo meraviglioso gioco che molti giovani del tempo iniziarono ad appassionarsi al genere dei J-RPG, grazie al carisma di personaggi come Cloud, Sephiroth, Tifa e Barret e la storia matura e ricca di colpi di scena che resta ancora oggi una delle più belle mai create. Final Fantasy VIII continuò il grande successo della serie diventando anche il primo capitolo ad essere tradotto in italiano. Con una delle sequenze introduttive più belle dell’intera saga (ricordiamo l’adrenalinica fuga dal ragno meccanico gigante) l’ottavo capitolo conquistò una nuova fetta di pubblico anche grazie alla sua traduzione. Il nono capitolo fu quasi un ritorno alle origini grazie alle sue ambientazioni da fantasy classico dopo i due precedenti più in stile steampunk, una storia più spensierata ma non meno affascinante delle precedenti. Il IX è anche il titolo preferito da Sakaguchi, infatti il creatore della serie ha detto che è il capitolo che più si avvicina alla sua idea di come dovrebbe essere un Final Fantasy. Per quanto ogni capitolo racconti una storia diversa lo spirito che li delinea è sempre lo stesso, generando una grande eccitazione nei fan che non vedono l’ora di immergersi in una nuova storia della loro saga preferita. Una cosa che però accomuna tutti i Final Fantasy sono gli elementi ricorrenti che sono diventati ormai irrinunciabili in ogni gioco legato alla saga e veri e propri trademark, come per esempio i Chocobo, i grossi pennuti gialli spesso usati come cavalcature; i Moguri o Moogle, simpatici esserini simili a gatti con ali da pipistrello, considerati mascotte della serie e il cui verso caratteristico è “Kupo”, senza contare le magie ricorrenti e soprattutto le Summon che hanno cambiato parecchie volte nome da Eidolons a Guardian Force, ecc. Indimenticabili sono le scene di evocazione (scegliete voi in quale gioco) di Ifrit, Shiva, Odin o Bahamuth, sempre spettacolari.
Oltre a Sakaguchi ci sarebbero da ricordare troppe persone che hanno reso grande la serie, ma uno non possiamo non citarlo: Nobuo Uematsu, compositore ufficiale della serie, che ha curato le musiche di tutti i capitoli fino all’XI. A lui dobbiamo perle come “One Winged Angel” o le varie BGM come le musiche che accompagnano le battaglie e la musica di vittoria del party. Purtroppo negli anni 2000 la saga ha avuto un declino. Il X è l’ultimo capitolo in cui Sakaguchi e Uematsu hanno collaborato, anche se meno che negli altri capitoli. Nel 2004 lasciano entrambi la Squaresoft, ormai diventata Square Enix, da allora la saga non è più stata la stessa. L’XI per quanto da molti considerato un bellissimo MMORPG, secondo noi stona rispetto ai canoni della serie che da sempre ha voluto raccontare una storia di personaggi e di un mondo, che non è certo la priorità in un rpg online. Nel XII e XIII si sente mancare qualcosa, buoni giochi ma senza lo spirito di un vero Final Fantasy. Specialmente il tredicesimo capitolo è stato fonte di polemiche che hanno diviso i giocatori di tutto il mondo, fra il gioco definito un corridoio unico e una storia che non ha convinto molti. Capitolo a parte sono poi i sequel di determinati episodi, quasi una bestemmia per i puristi della serie che sanno che un nuovo capitolo nella serie FF non ha bisogno di sequel. Ci ricordiamo dell’orrido X-2 che forse è superato in bruttezza solo dal XIII-2, capitoli che sembrano davvero fatti solo per pura commercialità. L’ultimo capitolo uscito poi, la quattordicesima fantasia, è un altro MMORPG, che è stato praticamente messo in commercio in forma di beta, pieno di bug ha deluso le aspettative di molti anche se adesso sembra si stia riaggiustando, ma dopo due anni di patch non c’è giustificazione che tenga.
Insomma non si può negare che oggi la Square Enix è l’ombra di ciò che era in passato, specialmente quando vediamo la loro incomprensibile politica di dare priorità a progetti che già convincono poco, come l’appena annunciato nuovo capitolo della saga di FF XIII, e continuare a rimandare il Final Fantasy Versus XIII che sembrava l’unica cosa buona rimasta in cantiere. Purtroppo ci piange il cuore nel dire che nonostante i 25 anni di vita, se Square continuerà così, la serie di Final Fantasy continuerà a distorcersi fino a diventare irriconoscibile. Ma nonostante tutto esiste ancora una piccola speranza che si trova al di fuori della casa di nascita della serie; stiamo parlando di quel The Last Story (il nome non vi ricorda qualcosa?) creato proprio da Hironobu Sakaguchi, uscito per Wii che si può considerare da un certo punto di vista il successore spirituale della serie, di sicuro molto più di un qualsiasi sequel di FF XIII.
Chiudiamo dunque con la domanda di rito che per anni è stata fonte di infiniti dibattiti fra i fan: qual è il miglior Final Fantasy? Dopo tanti anni di diatribe noi siamo arrivati a una nostra conclusione: Il Final Fantasy migliore nella maggior parte dei casi è il primo a cui abbiamo giocato, quello a cui siamo più affettivamente legati, voi siete d’accordo?
Probabilmente però la cosa che più desiderano i fan ogni volta che sentono l’annuncio di un nuovo capitolo è sperare di poter rivivere le stesse emozioni che hanno provato durante la loro prima partita, ormai un lontano e dolce ricordo, a un Final Fantasy.