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Tra vecchio e nuovo, Cosmos: A Spacetime Odyssey

Con l'inizio della seconda metà di marzo, arriva anche un'importante ventata di freschezza nell'ambito dei programmi scientifico-divulgativi in Italia.
Infatti domenica è stato trasmesso su National Geographic Channel e su Fox la prima puntata di Cosmos: Odissea nello spazio, un programma presentato da Neil deGrasse Tyson, un astrofisico e divulgatore americano tra i più famosi. Il suo volto è sicuramente noto anche ai profani della divulgazione scientifica e dell'astrofisica anche a causa della nascita di un meme che lo riguarda in maniera diretta.
Tyson ha dichiarato di credere che il terreno in questo momento sia particolarmente fertile, perché sembra che mai come in questo periodo la scienza possa raggiungere più persone e possa essere quindi mainstream. Durante la sua decima partecipazione al Colbert Report, un record, andata in onda proprio il giorno dopo la messa in onda del programma. La partecipazione è stata un'occasione interessante per sottolineare ancora una volta come secondo la sua idea non vi debba essere sempre dibattito nella scienza, in ogni caso e ad ogni costo, infatti ha specificato come la questione assuma contorni di univocità, eliminando quindi l'utilità di una discussione, qualora siano stati fatti degli esperimenti e delle osservazioni, sottolineando quindi anche la differenza tra libertà di parola e correttezza di ciò che si dice. Durante la trasmissione ha parlato anche del suo incontro con Carl Sagan a soli 17 anni nello studio della Cornell University, episodio poi raccontato anche all'interno di Cosmos , l'impatto è stato molto importante perché come ha avuto modo di spiegare a quell'età già sapeva di voler diventare uno scienziato, ma l'incontro con Sagan gli ha aperto gli occhi dal punto di vista puramente umano.
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Perché parliamo di Carl Sagan? La risposta ve la diamo subito, senza alcuna attesa volta a tenervi sulle spine. Il programma, infatti, per chi non lo sapesse è una sorta di sequel, almeno nelle intenzioni, dei documentari di astronomia degli anni '80 intitolati Cosmos: A personal voyage e presentati da Carl Segan, i documentari erano trasmessi in Italia all'interno di Quark, la trasmissione di Piero Angela. Carl Segan è stato sicuramente una delle figure scientifiche più famose del XX secolo, anche perché è riuscito a dare il suo contributo in molte branche del sapere dall'astronomia all'epistemologia, passando anche per la scrittura di romanzi sci-fi. Insomma sicuramente un uomo capace e versatile, proprio a lui è stata dedicata l'ultima parte della prima puntata Cosmos, sicuramente un degno contributo, anche toccante a tratti, per un uomo che ha dato molto alla civiltà e alla scienza. Del resto anche l'uso del calendario cosmico inventato proprio da Segan, intende far capire che si cercherà di seguire un solco, una strada intrapresa trent'anni fa.
Tyson ha anche confermato da Colbert che ci saranno altri elementi in comune con la serie classica, in modo che anche i fan del programma originale possano apprezzarlo, ma che comunque tutto lo show sarà costruito in modo che possa soddisfare soprattutto il pubblico di oggi, infatti, noi che abbiamo visto la prima puntata della serie di certo non possiamo lamentarci.
Tyson ha iniziato un percorso, partendo ovviamente dalle origini dell'universo, senza tralasciare l'effetto scenico. La produzione non ha lesinato infatti su ambientazioni ed effetti speciali che arricchiscono l'esperienza e che non sono inutili fronzoli, anche le animazioni fanno la loro parte ed è stata di assoluta rilievo la clip che ha raccontato brevemente la storia di Giordano Bruno, una figura che ancora oggi viene troppo spessa accantonata, nonostante la portata rivoluzionaria delle proprie idee, quindi non può che far piacere che una produzione americana l'abbia presa in considerazione.
Insomma il primo episodio ci è piaciuto molto e credo che da queste parole si capisca.
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Comos: A Spacetime Odissey è prodotto dai Cosmos Studio di Ann Druyan, con l'ausilio della Fuzzy Door Productions di Seth MacFarlane, proprio il papà dei Griffin, e National Geographic Channel, i produttori esecutivi sono invece Seth MacFarlane, Ann Druyan, la vedova di Sagan, Mitchell Cannold e Brannon Braga, quest'ultimo è anche il regista, mentre è stata proprio la Druyan insieme a Steven Soter a creare lo show.
Importantissimo si è rivelato anche l'aiuto di Seth MacFarlane che ha permesso, grazie alla sua influenza, ai creatori della serie documentaristica di avere un incontro con la Fox per parlare del programma, dopo che moltissimi network avevano rigettato l'idea, MacFarlane ha sottolineato più volte come la serie originale potesse essere un ponte tra la comunità accademica dal resto della popolazione.
Lo show è stato trasmesso per la prima volta il 9 marzo negli Stati Uniti sulla Fox, per poi andare in replica la stessa notte su National Geographic, che ricordiamo al 75% è proprietà della Fox.
La prima stagione sarà composta da tredici episodi di sessanti minuti ciascuno, ma le domande che molti si stanno facendo sono principalmente due, si chiedono infatti, se sarà in grado di rinverdire i fasti della serie da cui è nata, ma se soprattutto riuscirà a guadagnarsi una fetta di pubblico televisivo su un canale come Fox, che ha abituato i telespettatori a tutt'altro genere di programmi.
Dobbiamo dire che se la serie si manterrà sulla falsariga del primo episodio non potrà che ritagliarsi uno spazio importante, perché se le competenze delle parti in gioco non sono messe assolutamente in dubbio, sembra che anche il resto possa essere utile alla causa.
Noi speriamo ci riesca e voi?

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