Lewis Hamilton, celebre pilota di Formula Uno, ha rifiutato un ruolo nel film Top Gun: Maverick, sequel del classico cult degli anni ’80. La sua decisione, presa in un momento cruciale della sua carriera sportiva, è diventata fonte di rimpianto, come ha condiviso il pilota nel corso di un’intervista con GQ.
La storia di questo probabile cameo comincia nel 2014 – quando Top Gun: Maverick non era neanche ancora un progetto – sul set di Edge of Tomorrow – Senza domani. Hamilton, amico di Tom Cruise, era stato invitato ad assistere alle riprese dall’attore e in quell’occasione aveva espresso il desiderio di partecipare a un eventuale sequel di Top Gun.
“Faccio anche l’inserviente se serve, ma voglio esserci”, disse scherzando Hamilton a Cruise.
Quando però il progetto del film prese forma, Cruise non dimenticò la richiesta dell’amico e, attraverso il regista Joseph Kosinski, gli offrì un ruolo da pilota. Dalla Formula Uno ai jet militari è un’attimo.
Tuttavia, il tempismo non fu favorevole: Hamilton era impegnato nella lotta per il titolo mondiale del 2018 e, preoccupato di non avere l’esperienza recitativa necessaria, declinò l’offerta.
Lewis Hamilton rammaricato per aver rifiutato un ruolo in Top Gun: Maverick
“Innanzitutto, non avevo nemmeno mai fatto, tipo, una lezione di recitazione”, ha raccontato Hamilton ai microfoni di GQ. “Non volevo essere quello che rovina il film. E poi, in secondo luogo, non avevo davvero il tempo da dedicare alle riprese. Ricordo di aver dovuto dire di no a Joe e Tom, e mi spezzò il cuore. E poi l’ho rimpianto, naturalmente. Quando mi hanno mostrato il film ho pensato: ‘avrei potuto esserci anche io!”
Il rimpianto di Lewis Hamilton è palpabile dalle sue parole, soprattutto considerando il successo straordinario del film. Top Gun: Maverick ha incassato quasi 1,5 miliardi di dollari, portandosi a un premio Oscar su 5 nomination.
Nella recensione del film per OrgoglioNerd il nostro Marco scrisse:
“Dove Top Gun celebrava l’estro e il testosterone, Top Gun: Maverick mette in scena il disperato attaccamento alla vita di chi quell’estro lo ha vissuto e si ritrova oggi dall’altra parte della barricata, senza aver però mai abbandonato il ragazzo di ieri. Alcune difficoltà di scrittura (su tutte quella del personaggio di una comunque efficace Jennifer Connelly) sono ampiamente controbilanciate da un’azione epica e incredibilmente curata, durante la quale viviamo il pericolo e sentiamo quasi sulla nostra pelle l’affanno di Maverick e la sua paura di non farcela”.
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