Fra tutti i miti presenti nel mondo, quello che parla del Ragnarok è uno dei più affascinanti. Il mito narra della battaglia delle battaglie, in cui dèi ed eroi di stirpe nordica combattono contro mostri leggendari appartenenti alle forze del male. È indubbiamente il mito perfetto per trarne un film epico; noi, soltanto leggendo la sua descrizione, ci siamo immaginati esplosioni ovunque e combattimenti che più esagerati non si può. Probabilmente anche Taika Waititi, regista del nuovo film Marvel, ha immaginato la stessa cosa, reinterpretandola a suo modo. In Thor: Ragnarok ci sono quasi tutti i protagonisti del racconto mitologico, ossia Thor, Loki, Hela, Fenrir, Surtur ecc. ma qui Asgard ha qualcosa che nel mito non c’era: hanno un Hulk.
Thor: Ragnarok prende spunto da due fra le più belle saghe fumettistiche Marvel, ossia quella dedicata a Thor, dal titolo omonimo, e Planet Hulk, con le sue battaglie fra gladiatori. Il film prende solo qualche elemento da ognuna di queste storie e poi ne fa un mix da cui esce un prodotto completamente diverso, grazie all’aggiunta di diversi nuovi ingredienti. Thor: Ragnarok è esagerato, anzi è più giusto dire che in Thor: Ragnarok regna “l’ignoranza”, ma non nell’accezione negativa e più comune del termine, piuttosto principalmente intesa come una forza diretta e semplice, senza troppi fronzoli, come una carica di Hulk che porta con sé la forza di un autotreno, un’ignoranza che non fa male a nessuno (tranne al malcapitato che si trova dal lato opposto di questa carica), l’ignoranza tipica del vostro barbaro di D&D a livello 20, quando fa un critico con la sua ascia bipenne vorpal. Thor: Ragnarok è così, una coppia di amici supereroi che fa a botte con qualsiasi cosa presente nell’universo: alieni, mostri leggendari, divinità e astronavi, nulla scampa alla furia dei due Avengers. Questo ci aspettavamo e volevamo da un film con, come protagonisti, Thor e Hulk, i due vendicatori fisicamente più potenti, votati principalmente alla battaglia; non si poteva certo pretendere che i due si perdessero in discussioni filosofiche. I combattimenti di casa Marvel sono sempre avvincenti, ma secondo noi quelli di questo film sono fra i migliori mai visti fino ad oggi nell’universo Marvel, per non dire nell’universo dei supereroi cinematografici in generale. I due guerrieri protagonisti tirano fuori tutta la loro potenza sovraumana senza nessun freno, con colpi che fanno tremare la sala e coreografie “elettrizzanti”. Thor dimostra finalmente di essere degno del titolo di Dio del Tuono, in diverse scene ottimamente realizzate anche grazie all’accompagnamento musicale della famosa Immigrant Song dei Led Zeppelin, perfetta per l’occasione e inserita sempre al momento giusto, così da aumentare l’esaltazione dello spettatore.
Thor: Ragnarok non si basa solo sulle cosiddette “mazzate”, ma ha anche una forte componente umoristica, con uno stile ereditato in gran parte dai Guardiani della Galassia. Quando non si combatte è sempre presente qualche battuta inaspettata o una gag divertente, rendendo l’atmosfera del film molto leggera. D’altronde, come specificato dal regista in un’intervista, non si poteva prendere troppo seriamente un film con vichinghi spaziali, mostri giganteschi, alieni e astronavi. Forse alcuni storceranno il naso nel vedere Thor in questa nuova veste, dopo i primi due film dal tono più serioso (anche se l’asgardiano ha già mostrato un barlume di comicità in Avengers), ma ciò non snatura il personaggio e anzi esplora lati inediti del suo carattere senza sacrificare il suo lato più fiero e ligio al dovere.
Una delle cose che abbiamo maggiormente apprezzato del film è il rapporto fra Thor e Hulk/Banner. Hulk è reso molto bene nella pellicola e per la prima volta lo vediamo principalmente come il colosso verde che non come il grande scienziato. Il suo comportamento, molto bambinesco, diverte e la sua amicizia mista a rivalità con Thor funziona, strappando diverse risate. Fra gli altri personaggi non possiamo non citare Loki, sempre intento a tessere i suoi inganni. Importante sarà il suo rapporto di amore e odio con il fratello e il concetto di famiglia presente in tutto il film. Anche Loki abbandonerà in diversi momenti la sua serietà e il suo comportamento subdolo per diverse gag, fra cui un paio molto ben riuscite. New entry è la villain del film Hela, la Dea della Morte interpretata da Cate Blanchett, che riesce a donare al suo personaggio un fascino crudele ma allo stesso tempo intrigante, anche se come cattiva di turno non è sfruttata al pieno delle sue capacità. Ottima anche l’interpretazione di Jeff Goldblum nei panni dell’eccentrico Gran Maestro. Un po’ sottotono invece il personaggio di Valchiria (portata sullo schermo da Tessa Thompson), protagonista di un paio di scene molto belle anche scenicamente, ma la cui figura sfuma quando messa al fianco degli altri protagonisti. Degno di nota, come già visto nel trailer, il cameo del Doctor Strange, con un Benedict Cumberbatch che appare sempre più perfetto nella parte.
Thor: Ragnarok è un film semplice, non ha trame complesse o grossi sotterfugi, punta tutto su azione e comicità, e riesce in modo egregio nel suo intento: intrattenere. Noi lo riteniamo sicuramente la migliore pellicola dedicata al Dio del Tuono fra quelle uscite finora, tale da accrescere ancor di più l’hype per il prossimo Avengers, specialmente se il livello delle scene d’azione si manterrà tale. Immagino non ci sia bisogno di dirvelo, ma restate fino alla fine di tutti i titoli di coda, non ve ne pentirete.