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The Martian: la volontà di non morire

Se volete farvi un’idea chiara e nitida di cosa sia The Martian dovete abbandonare ogni lascito da precedenti pellicole, sia sul pianeta rosso sia sui viaggi spaziali precedentemente trasposti. 
Il nuovo film con protagonista Matt Damon è molto di più di spazio, alieni e navi da guerra. È la storia della volontà di un uomo di sopravvivere, di testare se stesso fino al limite e di ridere in faccia ad un destino ineluttabile che gli si para d’avanti. Gli americani hanno l’incredibile merito di saper raccontare magistralmente storie di rivalsa, di guerra e di sopravvissuti. E anche stavolta non sbagliano.
Sopravvissuto (in originale The Martian) è il quarto film di fantascienza diretto da Ridley Scott  ed è tratto dal bestseller “L'uomo di Marte” di Andy Weir. Se a queste premesse aggiungete la scrittura di Drew Goddard e un ispirato protagonista la visione di ben centotrenta minuti scorre liscia senza neanche accorgersene.
Il film inizia senza preamboli, presenta i personaggi e l’ambientazione per poi con una tempesta improvvisa (metaforica e non) sconvolgere il tracciato e definirne uno nuovo. Qualcuno avrà sicuramente pensato a Mission to Mars di De Palma, ma quel qualcuno è fuori strada.
L'astronauta Mark Watney (Matt Damon), creduto morto dai compagni, viene lasciato da solo su Marte. Ripresosi deve fare i conti con la dura realtà: poche possibilità di sopravvivenza, scarse provviste e nessun tipo di aiuto. Intanto sulla Terra le ripercussioni non si faranno attendere e mentre Mark si muove su un fronte, La Nasa (e praticamente tutto il mondo) si muove sull’altro, cercando soluzioni per riportarlo a casa. 
Il film descrive accuratamente non solo l’epopea su Marte ma anche le vicende delle persone coinvolte sulla Terra con una  gerarchia scandagliata che permette di introdurre tutti i personaggi e regalargli il giusto tempo. Le due storie parallele ricordano tanto due stormi migratori che volano nella stessa direzione senza mai incrociarsi ma che nel tratto finale decidono di unirsi per l’obiettivo comune.
Matt Damon comunque resta l’indiscusso motore del film. 
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Il Robinson Crusoe dello spazio inizia la sua avventura considerando le sue possibilità di sopravvivenza e affrontando fin a subito la realtà: “è spacciato”. L’autocoscienza della sua situazione è ciò che rende umano questo marziano e che gli da la forza di rialzarsi aggrappandosi cosi tenacemente alla vita, il tutto condito da un’ironia a volte scorretta che non nega qualche risata al pubblico. 
Unisce le sue conoscenze botaniche e ingegneristiche alla sua arguzia e al suo intuito miscelando il tutto con l’addestramento da astronauta per ribaltare i pronostici e riuscire a sfatare ogni sua più rosea aspettativa.
Azzeccata anche l’idea del video blog che riesce a raccontare scene politicamente scorrette o momenti di difficoltà dando un primo piano sulle sue emozioni più vere, quelle che non controlli e che lasci sfogare anche per le più piccole soddisfazioni.
Il film viaggia verso la sua metà spedito senza pause necessarie o vuoti di trama indesiderati. 
Marte per la prima volta è staccato dall'immaginario classico di culla aliena gremito di mostri e navicelle pronte a dar battaglia; nessuna forma di aliena con zanne e artigli minaccia la superficie. 
Con in sottofondo brani musicali della Disco music anni ‘70 (il binomio spazio-musica funziona alla grande anche qui) il tutto si riduce ad un gioco a due tra il colonizzatore e il pianeta.
Quest’ultimo si presenta infatti come un calmo e maestoso deserto di morte dove anche una giornata aggiunta alla conta è sinonimo di vittoria, dove le lunghe distese lasciano il merito di essere il primo a percorrerle e dove la stessa terra rossa rappresenta una tomba futura. 
Grande pregio del film, infine, è l’accessibilità e la veridicità di tutte le nozioni scientifiche presenti (confermate dalla maggioranza del mondo accademico) basando su solidi pilastri ogni teoria formulata e messa in pratica, dando una reale spiegazione per ogni problema e soluzione.
The Martian è un lungo e gigantesco countdown di cinquecentosessantuno sol (giorni su Marte) che, come è facile intuire dal termine al passato del titolo, non ha una trama complicata con sorpresa finale, ma che scorre tranquillo alla scoperta delle possibilità umane quando si è messi all’angolo. È un gigantesco manuale di sopravvivenza, interpretato da un ottimo cast e diretto da un regista che di fantascienza se ne intende, che mostra esattamente cosa fare nel caso un giorno dovessimo trovarci bloccati su un altro pianeta. 
Perciò non preoccupatevi, se mai foste a duecentoventicinque milioni di chilometri di distanza da casa vi basterà andare a vedere Sopravvissuto - The Martian e saprete cosa fare.
Tra i dettagli più succulenti ci sono tutti i riferimenti alla cultura Nerd in senso classico, lato che in particolare nel libro viene sottolineato!
Non possiamo fare altro che augurarvi buona visione e magari dare un'occhiata a cosa sta accadendo sul serio su Marte, qui.

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Mattia Russo

Laureato in Comunicazione, Marketing e Pubblicità per farla breve, e aspirante giornalista. Curioso per natura, dalla vena impicciona, tendo a leggere qualsiasi cosa, con un'inclinazione al fantasy. Non sono uno che ama i silenzi e parlo troppo. Pace.

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