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The great martian War 1913-1917: i nostri nonni contro gli alieni.

Ci siamo già trovati a parlare della Prima Guerra Mondiale con piccoli capolavori come il videogioco Valiant Hearts, pubblicato per il centenario della grande tragedia, ma ci sono anche altre opere che meritano uno sguardo, anche se non sono mai arrivate nel nostro paese. Uno di essi è The Great Martian War 1913-1917, un Mockumentary (finto documentario, o semplicemente un film sotto forma di documentario) che racconta di come all'inizio del secolo la terra sia stata invasa dalle forze armate del pianeta Marte.

Come è stato dimostrato da tantissimi autori di cinema, letteratura e fumetti a volte il colpo di genio sta nell'unire due cose totalmente distanti e non correlate per creare un'idea nuova. Così hanno fatto Steve Maher e Stephen Sarossy: sotto la direzione del regista Michael John Slee riprese risalenti alla Grande Guerra sono state alterate tramite computer grafica, aggiungendo giganteschi tripodi di metallo e orridi alieni per mettere in scena La Guerra dei Mondi di H. G. Wells, come se fosse davvero avvenuta sui campi di battaglia dell'Europa di inizio secolo scorso.
A differenza delle centinaia di lungometraggi che raccontano assalti di extraterrestri di ogni tipo, la narrazione di TGMW è affidata, come abbiamo detto, al metodo del mockumentary che imita in maniera molto efficace i reportage storici che si possono vedere ogni giorno su History Channel, interviste a veterani e sopravvissuti comprese.
Ma andiamo con ordine: le riprese originali ci mostrano l'europa degli anni '10 quando il mondo era teso come una corda di violino in attesa dello scoppio del conflitto, cosa che sembra ormai inevitabile. A questo punto, però, la Storia (quella con la esse maiuscola) prende una svolta inaspettata: invece dell'attentato al principe Francesco Ferdinando d'Austria, la scintilla che innesca il conflitto è l'atterraggio in territorio tedesco di una nave proveniente dal pianeta Marte. Le forze alleate sono convinte che la Germania stia testando un nuovo tipo di super arma, ma presto la verità diviene evidente: non siamo soli nell'universo e gli esseri umani stanno per scoprirlo nel modo peggiore.
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Quello che segue è il resoconto di una guerra combattuta contro forze inumane e inarrestabili, ma non solo: si parla anche del mistero di alcuni codici di origine extraterrestre, ritrovati a bordo di uno dei giganteschi tripodi che percorrevano il fronte. Un codice che nessuno è mai stato in grado di decifrare ma che con l'aiuto di alcuni diari tenuti da un esploratore canadese riveleranno il loro inquietante contenuto.
La realizzazione grafica delle riprese è davvero bella a vedersi, le macchine da guerra aliene sono inserite nelle immagini di repertorio in maniera che si sposino con i movimenti dei soldati e il risultato è quasi perfetto: diciamo appunto quasi perché nonostante l'evidente cura posta dai creatori, anche nel rendere l'effetto "invecchiato" delle pellicole, le immagini delle macchine risultano leggermente più "fluide" rispetto al resto delle riprese, che risentono dei limiti tecnologici imposti dalle primitive apparecchiature di ripresa.
Il design delle macchine aliene è davvero interessante: invece di avere marchingegni dall'aspetto ultratecnologico, come sarebbe lecito aspettarsi, i tripodi e le altre armi mobili hanno un look che ben si sposa con quello dell'europa di inizio novecento. Il loro aspetto dalle estetiche Dieselpunk riesce a rendere accettabile per l'occhio la loro presenza su schermo accanto alle forze armate europee di quegli anni.
Le differenze con l'opera di Wells sono molte, ma le emozioni sono le stesse: quel senso di impotenza, di inferiorità e lotta inutile che porta alla disperazione traspare sia dalle immagini che dalle interviste del Docudrama.
Ma guardando queste immagini e la storia che ci vogliono raccontare capiamo che in realtà si tratta di una storia a metà, poiché la miriade di emozioni che vediamo sul volto dei soldati (quelli veri), che vanno dall'aspettativa, alla tensione, all'orrore puro sono autentiche, sono le sensazioni provate da quelle persone che sapevano di andare a combattere un nemico mortale e che forse non sarebbero tornati a casa per raccontarlo. Quei volti e quei paesaggio distrutti stringono il cuore, soprattutto perché sappiamo che non è stata una forza aliena a crearli, ma la mano dell'uomo.
Noi di ON abbiamo apprezzato questo Mockumentary abilmente realizzato e siamo ben felici quando colpi di genio come questi vengono portati alla nostra attenzione. Che dire di più? La fantascienza, anche quella degli albori, è tutt'altro che morta, nonostante quello che dicono certi soggetti. 

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