"Stonk".
Questo è il suono di un fallito tentativo di riordino.
Se la follia di inizio settembre vi dovesse spingere a risistemare qualcosa, QUALSIASI COSA, non fatelo, è una trappola, ve lo dico io che ci sono cascata. In un ufficio/libreria/antro completamente stipato di carabattole e cianfrusaglie il suono di una mensola che ti plana in testa è netto e piatto: stonk.
Ma perfino un fastidioso bernoccolo può portarsi dietro qualcosa di buono, e in questo caso è andata proprio così.
In mezzo al…non saprei come definirlo… caos primordiale? è spuntato un gioiellino. Un volume, nello specifico: Caliban – La guerra per i tipi Fanucci.
Oh oh oh…ma ciao.
Si tratta del secondo capitolo di una saga che negli Stati Uniti è già almeno al sesto volume, The Expanse di James S. A. Corey, nome de plume del duo di scrittori Daniel Abraham e Ty Franck.
Visto che ogni scusa è buona per parcheggiarsi a letto con una borsa del ghiaccio e una bella serie tv, era imperativo vederne l'adattamento televisivo che ne è stato fatto da SyFy, ed è di quello che vi voglio parlare (tra l'altro, anche un ottimo modo per ingannare l'attesa dei prossimi volumi, dopo aver recuperato l'ultimo volume pubblicato proprio in questi giorni Abaddon's Gate – La fuga).
In un sistema solare ormai completamente colonizzato, la Terra e Marte sono diventati due superpotenze e gli equilibri di potere si fanno sempre più difficili da mantenere.
In una posizione meno privilegiata sta la Cintura di Asteroidi, subordinata a Marte e Terra e popolata da lavoratori, schiacciati dal peso dello sfruttamento, che riforniscono gli altri pianeti di acqua (ben più preziosa dell’oro o di qualunque altro materiale di pregio. Cosa che sarebbe vera anche nella realtà, ma il mondo non funziona così).
Può sembrarvi un inizio banale? No ecco, non fatevi fregare, via via che si prosegue la trama si arricchisce e si complica, diventando un gran bel minestrone socio-politico.
Comprensibile come tra i Belter (gli abitanti della Cintura) e Terrestri non corra ottimo sangue.
Miller, nato e cresciuto sulla Cintura, è considerato un traditore dagli altri belter da quando è entrato a far parte delle forze di sicurezza, impegnate a mantenere “l’ordine” e "la tranquillità".
Svolge il suo lavoro non meglio o peggio di tanti altri; essere un poliziotto non è certo una missione, tira a campare senza eccellere, accettando l’occasionale bustarella ma intervenendo quando la situazione degenera eccessivamente.
Almeno finché non gli viene assegnato un lavoro extra dal suo capitano: rintracciare Julie Mao, la figlia ribelle di un uomo ricco e potente.
Un arco narrativo segue quindi le travagliate vicende di Miller, un uomo che non ha mai messo piede su una nave di transito, alla ricerca delle tracce della bellissima Julie, coinvolta con la cellula terroristica e indipendentista OPA (Outer Planets Alliance, un’organizzazione che combatte per gli interessi degli abitanti della Cintura in diretto contrasto con i pianeti coalizzati Terra e Marte).
In un altro punto del sistema solare, la nave spaziale Canterbury è impegnata in una consueta missione di estrazione del ghiaccio.
Durante il viaggio di rientro, la Canterbury intercetta un SOS da una nave che potrebbe benissimo essere una trappola.
SPOILER MA PICCOLO E ALL'INIZIO.
In effetti la Canterbury farà una brutta fine, e se le cose non fossero già fin troppo complicate per i 5 sopravvissuti al disastro, a sferrare l’imboscata è una nave con una tecnologia mai vista prima che non sembra appartenere a nessuna flotta conosciuta.
Jim Holden, Naomi Nagata, Amos Burton, Alex Kamal e Shed Garvey si sono salvati e le avventurose vicende che li vedranno protagonisti si faranno sempre più intricate;
il disastro della Canterbury infatti, strumentalizzato politicamente, si rivelerà solo la punta di un gigantesco iceberg di intrichi politici e giochi di potere che rischiano di mettere in pericolo l’intera umanità.
FINE SPOILER per i pignoli.
Mentre l’affascinante vice segretario delle Nazioni Unite, Chrisjen Avasarala (l'abbiamo vista nell'ultimo Star Trek), è impegnata a tessere le fila di un abile gioco diplomatico per scoprire chi è veramente il responsabile del disastro, e soprattutto per evitare l’imminente guerra tra Marte, la Terra e la Cintura.
La trama è molto interessante e ben costruita, a partenza lenta ma in salita rapida e costante, diventando sempre più accattivante.
Da apprezzare gli effetti speciali, e di come in produzione si siano preoccupati di rendere percepibili le conseguenza della vita in ambienti con una diversa gravità.
Bravò.
Se come me, ogni tanto sentite il languorino per una bella space opera eccovi il piatto già pronto e servito.
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E fantastica la fisica realistica dei viaggi (e delle battaglie) spaziali!
Esatto! è uno dei motivi per cui mi sono presa benissimo. E alla faccia delle piccole produzioni di SyFy tiè 😛