So che state guardano il titolo qui sopra chiedendovi dove siete capitati e soprattutto cosa state leggendo.
Questa rubrica, il cui misterioso nome è nato in una notte di fitta neve intorno ad un tavolo di legno scheggiato tra risate e bicchieri di rum, non si premurrà di combattere contro i mulini a vento né alzerà la voce per farsi sentire oltre i belati del gregge. Non ne avrà bisogno.
Il fatto che le persone, la maggior parte delle volte, giudichino senza avere delle solide basi da cui partire ormai non ci stupisce più, così come ci sembra normale l'ignoranza dilagante a dispetto di tutti i grandi discorsi sulla globalizzazione.
Quello che avverrà da queste parti sarà abbastanza semplice: si offriranno al lettore manciate di conoscenza, insieme alla possibilità di avvicinarsi ad una cultura tanto distante ma altrettanto vicina com'è quella giapponese.
Che sia attraverso la musica, la letteratura o il cinema, che si parli di cibo o di modi di dire, dalle cose più stupide ai concetti più profondi, vi metterò di fronte a caratteristiche concrete, a ciò che ha fatto sì che molte persone si innamorassero perdutamente di un mondo così diverso dal proprio.
E non sto certo parlando di quelli che fanno l'aperitivo a base di sushi, perchè va di moda e ti fa sembrare molto chic, ma non hanno idea di quale differenza passi tra futomaki e uramaki, o addirittura sono convinti che i Giapponesi non mangino altro che pesce crudo e riso bollito.
Mi riferisco a quelli le cui orecchie e mani tremano quando sentono la fatidica frase: “Ma sì tanto Giappone e Cina sono praticamente la stessa cosa!”. Fortunati sono stati tutti quelli rimasti illesi dopo averla pronunciata.
Il legame intrinseco e profondo tra i due Paesi certo non dev'essere dimenticato: hanno combattuto, commerciato, il primo è stato profondamente influenzato dal secondo, ma questo non vuol dire che non mantengano una loro evidente individualità.
Si faccia avanti chi è convinto che Italiani e Francesi siano intercambiabili, data la prossimità geografica e la condivisione di parte del loro passato…
Sono pronta a scommettere che nessuno si è mosso dal posto in cui era seduto.
Vagando da un continente all'altro nel nostro excursus, in questa prima panoramica di introduzione, andremo anche a scoprire un altro Paese, di cui capita in ambito otaku di parlare un po' di meno, ovvero la Corea.
In Italia ormai da anni circolano i manhwa, perciò pare assai affine al nostro campo di interesse indagare un po' più approfonditamente su questi fumetti, come sono nati, quale tipo di influenza hanno subito dalle opere giapponesi e quali siano le principali differenze con esse.
A volte capita addirittura che un drama nipponico, magari tratto da un manga, venga riproposto da registi e attori sia coreani sia cinesi. E se non sapete cosa sia un drama, o pensate che la definizione che vi ronza in testa non sia corretta non vi preoccupate, porremo rimedio anche a questo.
La genesi di una cultura e la sua evoluzione non sono mai procedimenti a senso unico, così come sono spesso e volentieri soggetti a stimoli esterni. Per quanto, nel corso del tempo, si possa aver provato a crescere in solitaria, tentando di tenere “fuori” il resto del mondo (come per altro è accaduto in un particolare frangente della storia giapponese) è quantomeno chiaro che la cosa non possa aver funzionato. Perchè nessuno di noi, persona o Paese di cui si voglia parlare, può essere e rimanere un'isola a sé.
I pregiudizi sono davvero una brutta bestia che vale la pena allontanare dalla nostra mente, in modo da essere aperti e ricettivi nei confronti delle miriadi di informazioni e curiosità che è possibile scoprire e di cui sarebbe bene fare tesoro. Sia per poter crescere come persone complete, sia per allargare i propri orizzonti entrando in contatto con qualcosa che non ci saremmo mai sognati di incontrare.
È quasi impossibile rimanere impassibili di fronte a questa allettante prospettiva. Spero quindi che mi accompagnerete nell'avventura che mi appresto a intraprendere.
See you space cowboys!