Ha un costume rosso e blu, possiede un sesto senso che gli permette di percepire il pericolo, ha i poteri di un ragno, lancia le ragnatele, il suo nome inizia per "spider". Sapete già di chi parliamo, vero? E se vi dicessimo che può trasformarsi in un gigantesco robot di nome Leopardon e possiede una macchina volante che spara missili? Sapete ancora di chi stiamo parlando? Siete confusi?
Beh, non dovreste. Si tratta dell'eroe nipponico, Supaidaman (スパイダーマン), una serie TV della Toei rilasciata tra il 1978 e il 1979. Ma com'è possibile che la Marvel, società non proprio famosa per la concessione dei diritti di immagine, abbia ceduto uno dei suoi personaggi principali ad una casa di produzione giapponese?
Beh, dobbiamo pensare che si tratta della fine dei mitici anni '70, dove davvero tutto era possibile. Persino una concessione triennale dei diritti in cui ciascuna delle due compagnie poteva usare liberamente il materiale prodotto dall'altra. Sebbene Supaidaman sia il suo prodotto principale, questa collaborazione ha anche portato alla luce "Battle Fever J" (inizialmente inteso come una trasposizione Giapponese di Capitan America, tanto che uno dei protagonisti doveva chiamarsi Capitan Giappone) e una serie televisiva sul fumetto "Tomb of Dracula". Immaginate cosa potremmo ottenere al giorno d'oggi da una collaborazione di questo tipo.
Ma… E la storia? Chi è il Peter Parker nipponico? Il giovane Takuya Yamashiro (山城 拓也, traducibile come Takuya Castelmonte) è un campione di motocross ventiduenne, figlio del classico archeologo spaziale giapponese. Quando un UFO originario del celeberrimo pianeta Spider precipita sulla Terra, il padre di Takuya non può fare a meno di andare a investigare, rimanendone irrimediabilmente e orribilmente ucciso. Takuya seguirà quindi le orme del padre e incontrerà Garia, l'ultimo guerriero del pianeta Spider, un mondo devastato dal crudele Professor Monster (giusto per non correre il rischio che non si capisca chi è il cattivo) e dalla sua Armata della Croce di Ferro. Nella migliore delle tradizioni lanternaverdiane, Garia decide di passare i suoi poteri al giovane motociclista, vedendo in lui il suo successore nella lotta contro il malvagio dottor Mostro e i suoi scagnozzi. Ma non solo: nell'eredità è compreso anche un meraviglioso braccialetto capace di lanciare ragnatele e richiamare un costume da Spiderman dagli occhi a mandorla (davvero!) e le chiavi della sua astronave, la Marveller, capace di trasformarsi nel gigantesco robot Leopardon.
Fin qui avete colto gli innumerevoli tributi alla storia originale? No?
Andiamo avanti. Il buon Dottor Monster ha deciso di conquistare il pianeta terra perché gli esseri viventi sono il nutrimento necessario per la sua immortalità. Per ottenere lo scopo si serve di un'armata di pericolosi guerrieri, come la potente Amazoness (アマゾネス), il suo braccio destro, o le guerriere amazzoni mummificate, l'arciera Bella (ベラ) e la… Mitragliera Rita (リタ). Assieme alla classica pletora di servitori debolissimi, i Ninders (ニンダー), rilasciano una nuova arma biologica (Machine Bem, マシーンベム) sulla Terra ogni uno/due episodi. Ovviamente i Machine Bem hanno il potere di diventare giganti, costringendo così Spider-man a utilizzare il suo possente Leopardon (65 metri d'altezza!) per sconfiggerli.
Come dite? Vi sembra la copia di un classico episodio dei Power Rangers? Beh, siete in errore e per diversi motivi. Il primo è che per quanto nipponica possa sembrare la serie dei Power Rangers è un prodotto americano. Il secondo è che ci vorranno altri ben quindici anni perché il primo episodio dei Power Rangers venga messo in onda. L'ultimo e critico punto è che Spider-man non possiede una mossa finale, requisito che sappiamo bene essere fondamentale. Se vogliamo però comprendere da dove venga l'ispirazione che ha portato alla nascita dello Spiderman giapponese (a parte il perenne desiderio di imitare il successo della società americana) dobbiamo cercare nella loro lunga lista di live-action: si inizia con Moonlight Mask, nel lontano 1958, un supereroe talmente misterioso che il suo interprete non appare nemmeno nei titoli di coda, un eroe che combatte il crimine con frusta, boomerang, revolver, shuriken e turbante. Ma se Moonlight Mask è il primo supereroe dei live-action, Super Giant (1957), l'eroe d'acciaio del consiglio di pace del pianeta Smeraldo, è il primo supereroe giapponese su celluloide. Sebbene non strettamente pertinente, omaggiamo comunque anche Ōgon Bat (1931), il primo supereroe giapponese in assoluto, ispirazione (si dice) sia per Superman (1938) sia per Batman (1939).
Ma, antichi precursori a parte, c'è un supereroe da live action che in Giappone prospera ininterrottamente dal 1971: Kamen Rider (仮面ライダーシリーズ Kamen Raidā Shirīzu), l'eroe dal costume di cavalletta che combatte (inizialmente almeno) contro la malvagia organizzazione Shocker e i suoi cyborg mutanti. Non cercate però Kamen Rider sul web, c'è da impazzire per tentare di starci dietro! Solo dal 1971 al 1973 sono state girate ben 98 puntate di live action e da allora le produzioni collegate al brand si sono moltiplicate e diffuse a macchia d'olio, tanto che ad oggi conta 27 serie TV, 11 speciali televisivi, 53 film e decine tra speciali e spin-off.
Questo ci dice che la tradizione dei live-action a tema eroi/supereroi è lunga e prospera in Giappone, e sebbene Spider-man sia stato un caso piuttosto eccezionale, vista la licenza d'uso da parte della Marvel, il risultato ottenuto è in linea con una produzione tipicamente nipponica che continua a piacere e interessare anche dopo quarant'anni. Non solo, possiamo dire che questo genere di prodotto è originale: siamo abituati a pensare al Giappone come ad una società con scarsa creatività che vive sull'imitazione del mercato europeo e americano, ma proprio sul tema live-action i ruoli si sono invece invertiti e sono gli universalmente famosi Power Rangers a fare la figura dei cloni poco riusciti.
Tornerà a far parlare di se solo l'anno scorso, nella saga fumettistica "Ragno-Verso"! Banzai, Supaidaman!
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