Oggi debutta sulla piattaforma di Netflix la terza e ultima stagione di Summertime, la serie TV italiana prodotta da Cattleya e scritta da Enrico Audenino, Luca Giordano, Francesco Lagi e Vanessa Picciarelli: noi abbiamo avuto l’opportunità di vederla in anteprima e siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo con questa recensione.
La recensione della terza stagione di Summertime – l’estate è ormai finita
L’estate è quel periodo che ognuno di noi attende con ansia ogni anno. Per molti è un modo per staccare dalla banale vita quotidiana e ricominciare a vivere, anche se per pochi mesi; per altri, invece, è un modo per ricominciare, in un certo senso.
Il mare cristallino, il sole ardente e le spiagge calde: tutti elementi in grado di scaldarci il cuore. Insieme all’estate, però, arrivano anche occasioni inaspettate, amori improvvisi, delusioni che ci scavano dentro. Questo è un po’ quello che accade ai nostri protagonisti di Summertime in questa terza e ultima stagione.
Un’altra estate è finalmente arrivata sulla Riviera romagnola: Summer sembra pronta a vivere la stagione estiva con la spensieratezza che non ha mai avuto; Dario riceve una proposta che non può lasciarsi scappare mentre Sofia ritorna con la paura di essere ormai un’estranea per i suoi amici. Infine abbiamo poi Ale, in preda a profondi sensi di colpa.
In questi nuovi episodi, Summer, Ale, Dario, Sofia, Edo e Blue faranno un ulteriore passo in avanti verso la scoperta di sé stessi, dei propri sogni e aspirazioni. La loro amicizia e l’arrivo di nuove persone all’interno del gruppo li porteranno a capire qualcosa di importante di sé e del proprio futuro. E in questo loro percorso di crescita, oltre a un più ampio vocabolario emotivo, apprenderanno che – a volte – volere davvero bene a qualcuno può anche significare il dover rinunciare a qualcosa di sé.
Alcuni personaggi vanno avanti…
Tutti i nostri personaggi affrontano un viaggio interiore profondo e intenso, che in questa stagione finale arriva al culmine – alcuni però sembrano rimanere fermi al punto di partenza. Ci riferiamo in particolare alla nostra protagonista, Summer, che continua a rimanere ferma nello stesso punto.
I personaggi attorno a lei mutano e si sviluppano: Dario, ad esempio, riesce finalmente a raggiungere una stabilità che cercava da tempo, una stabilità che finalmente gli permette di comprendere una cosa importante: ovvero il fatto che lui vale e che è in grado di farcela da solo, anche senza l’aiuto di Ale che, al momento, sta combattendo una battaglia piuttosto difficile.
I sensi di colpa lo stanno logorando dall’interno e non sa più che strada percorrere: si è perso e non ha nessuno a cui appoggiarsi. Blue invece, in modo più delicato e naturale rispetto agli altri, inizia a conoscersi un po’ meglio. Certo, non è un’impresa facile perché comprendere ciò che ci passa per la testa non è mai semplice – in particolare quando non ci capiamo nulla. Tuttavia, grazie all’aiuto di alcune persone, riesce a fare chiarezza con i suoi sentimenti e riesce a togliersi un grosso peso dal petto.
Sofia invece, nonostante sia stata relegata all’angolino in questa stagione, riesce comunque a trovare la sua vocazione. Continua a sviluppare la sua passione per la fotografia e si mette finalmente in gioco. Allo stesso tempo deve fare però i conti con Summer, con la quale fatica a trovare un punto di incontro.
… altri rimangono fermi
Ed eccoci arrivati a Summer. Nei primi episodi della prima stagione il suo personaggio era fresco e vivace; l’arrivo di Ale e la conseguente relazione con lui hanno però eclissato completamente la giovane ragazza. È come se fosse stata inglobata da un’enorme ombra che ha consequenzialmente trasformato il suo in un personaggio piatto e privo di personalità.
Summer non ha mai l’occasione di brillare perché tutte le sue attenzioni sono rivolte verso Ale; questo la spinge a non curarsi degli altri e a trascurarsi.
Lo sappiamo, il primo amore ha sempre questo retrogusto dolce-amaro e non è mai semplice superarlo del tutto – almeno all’inizio. Quella tra Ale e Summer poi è stata una relazione abbastanza travagliata e, sotto alcuni aspetti, anche un po’ tossica (ci riferiamo in particolare alla seconda stagione).
Il tempo però passa e Summer rimane ferma al punto di partenza. Non va in avanti ma nemmeno indietro: sembra quasi che lei stessa non voglia muoversi. Gli altri attorno a lei fanno due passi avanti, poi tre indietro, cadono, si rialzano ma alla fine trovano il modo per procedere in avanti.
Summer invece sembra quasi paralizzata all’interno di una bolla gigantesca in cui tutto gira intorno ad Ale. È vero, ogni tanto trova il modo di dare una mano ai suoi amici; il problema però è che non è mai completamente presente.
C’è poi un personaggio che smuove leggermente le acque di Summer e ribalta le carte in tavola. Stiamo parlando di Luca, personaggio che riesce a far uscire dal suo guscio la nostra piccola Summer; il suo sostegno e il suo aiuto le permettono di avvicinarsi finalmente alla musica, argomento con il quale la protagonista ha sempre avuto una relazione complicata.
Sfortunatamente la presenza di Luca non è sufficiente per permettere a Summer di aprire gli occhi una volta per tutte. Ci è dispiaciuto molto perché il personaggio di Luca si stava inserendo in modo molto naturale nella vita di Summer e avrebbe potuto rivoluzionarla in senso positivo. Riteniamo che la sua – o forse la “loro” – sia l’unica storyline dell’intera serie TV a non essere stata chiusa a dovere.
La recensione della terza stagione di Summertime: un finale dolce-amaro, come l’estate
La trama di Summertime procede in modo lineare e chiaro ma, soprattutto, chiude in modo più o meno positivo la maggior parte delle storyline presenti all’interno della serie, offrendo un finale adeguato a tutti i personaggi. Ognuno di loro, dopo un’estate tortuosa e difficile, riesce finalmente a trovare la sua strada e la sua vocazione.
Alla fine, molto alla fine, anche Summer riesce a chiudere definitivamente un capitolo della sua vita – dopo averci sbattuto nuovamente il muso. Nonostante questa piccola vittoria, però, ci sembra comunque che la sua storyline sia rimasta appesa ad un filo e che non si sia sviluppata bene come è successo agli altri personaggi.
Ci è anche dispiaciuto vedere il personaggio di Sofia rilegato ad un angolo. Il suo era uno dei personaggi più interessanti e frizzanti della prima stagione: in questo terzo ed ultimo capitolo, invece, viene un po’ abbandonata a sé stessa, reclusa quasi. Nonostante ciò riesce comunque a farsi notare, ad aiutare quando può e anche a farsi valere.
Tutto sommato questo finale di Summertime ha un gusto dolce-amaro, come l’estate.
Per chi ha seguito la serie TV di Netflix fin dall’inizio, questa terza stagione risulta essere la chiusura perfetta. Diciamo che Summertime termina nello stesso modo in cui è iniziato: con uno sguardo malinconico rivolto verso l’orizzonte, l’emozione di iniziare qualcosa di nuovo e il terrore di andarsene con qualche rimpianto.
La terza e ultima stagione di Summertime è ora disponibile sulla piattaforma di Netflix.
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