Steven Universe e le Crystal Gems sono tornati il 2 settembre scorso su Cartoon Network con ‘Steven Universe: The Movie‘, per proseguire la trama lasciata in sospeso meno di un anno fa dalla serie. Già quando, al Comicon di San Diego, è stato mostrato il primo trailer del film, dentro di me si sono scontrati dei sentimenti contrastanti (nella migliore delle tradizioni riguardanti Steven Universe): da una parte il finale dell’ultima stagione è stato così conclusivo e anticlimatico, con i nostri eroi vincitori e i ‘villain’ riconvertiti a buoni, da rendere veramente difficile immaginare che si potesse dire altro senza straparlare.
Dall’altra parte, però, ho sempre ammirato la sensibilità e la capacità di Rebecca Sugar di dare vita ai suoi personaggi e alle loro relazioni, parlandone attraverso le emozioni e la musica. Proprio la musica, poi, è un punto centrale di questo film, impostato proprio come un musical e capace quindi di esplorare ulteriormente uno stile già visto in molti bellissimi episodi della serie.
Non vedere questo film non era comunque un’opzione, almeno per me, e ne sono uscito discretamente soddisfatto, con solo alcune appunti negativi che però non sono necessariamente colpa di questo lungometraggio. Se non lo avete ancora visto, vi invito caldamente a recuperarlo. Per gli altri, invece, ecco la mia analisi e opinione riguardanti ‘Steven Universe: The Movie’.
Spoiler!
Happily Ever After
“Steven Universe: The Movie” inizia con una canzone e, in maniera molto disneyiana, con un libro che raccoglie ‘la storia di Steven Universe‘, da Pink Diamond fino agli eventi protagonisti del quinto finale di stagione. Abbiamo così subito due dei grossi temi del film: la musica e la connessione tra le nostre esperienze e la nostra identità.
Se sul secondo aspetto torneremo in un altro momento, il primo è in realtà qualcosa di estremamente trasversale all’universo di SU: dalla prima stagione fino ad alcuni episodi completamente musicali, come “Mr. Greg” o “Reunited“, la colonna sonora e le canzoni sono sempre state fondamentali per portare avanti la trama. Rebecca Sugar stessa, con doppiatori/cantanti come Zach Callison (Steven) e Estelle (Garnet) e compositori come aivi & surasshu, sono poi una garanzia sotto questo punto di vista.
In questo film, per quanto ovviamente non ogni singola canzone sia all’altezza di pezzi iconici come ‘Stronger than you’, l’insieme funziona molto bene, risultando forse uno degli aspetti più riusciti di questo lungometraggio (sto riascoltando la OST per l’ennesima volta proprio in questo momento).
Tornando alla nostra storia, sono passati due anni dallo scontro con White Diamond: Steven ora ha 16 anni (e un collo), i Diamanti hanno deciso di assecondarlo liberando le colonie sotto il loro dominio e sciogliendo i loro eserciti, le gemme sono libere dalle regole e le norme sociali imposte da Homeworld. Insomma, tutto sembra andare secondo il ‘vissero felici e contenti’ tanto sperato dai nostri protagonisti.
In questo spicchio di vita reale, vediamo alcune novità, come il fatto che alcune gemme abbiano deciso di vivere sulla Terra costruendo vicino a città quello che viene chiamato Little Homeworld. Più che le novità, però, quello che sembra contare sono le storie personali di ognuna delle Crystal Gems, raccontate all’interno del pezzo ‘Happily Ever After’. Per chi ha già visto la serie, nonostante l’aggancio emotivo con personaggi già a noi cari, potrebbe sembrare un passaggio un po’ ripetitivo. E in parte lo è, ma si tratta invece di un momento chiave per due motivi ben precisi: rende innanzitutto il film fruibile anche come prodotto a sé stante, a prescindere dalla serie. Funge poi, inoltre, da importante parallelo con il resto del film, basato proprio sul tema identitario.
Other Friends
Ovviamente, come in ogni film che si rispetti, ci dev’essere un twist, un problema da risolvere, un nemico da sconfiggere (o con cui diventare amici). In questo caso, come già anticipato dai trailer, si tratta di una nuova Gemma, di colore rosa e con una pietra a forma di cuore, che arriva sulla Terra proprio per distruggere il roseo futuro di Steven con un enorme Iniettore pieno di veleno.
Il design e l’animazione di Spinel (questo, come scopriremo più avanti, è il suo nome) sono veramente particolari e accattivanti: richiamano infatti quelli di un cartone animato degli anni 30, con una chiara ispirazione ai primi corti di Topolino e forse anche al recente videogioco Cuphead. Dall’animazione continua e ‘saltellante’, fino alla capacità di allungarsi e deformarsi a piacimento, si tratta di un personaggio molto interessante nel ruolo di villain -ruolo che, aimhé, dura veramente poco.
In questo breve tempo, Spinel riesce, grazie anche ad una misteriosa falce di luce, a sconfiggere le Crystal Gems e a colpire varie volte Steven, prima di essere ridotta a sua volta allo stato di pietra sempre con un colpo di falce. Una sconfitta su tutta la linea, da cui, come vedremo subito, non basterà un ciclo di rigenerazione per ripigliarsi.
La falce, infatti, è uno strumento usato un tempo su Homeworld per resettare le gemme ribelli, riportandole sostanzialmente alle ‘impostazioni di fabbrica’. Pearl è tornata ad essere un’ancella servizievole (questa volta, a causa dell’imprinting, nei confronti di Greg), Garnet non è più unità ma è invece divisa in Ruby e Sapphire, Amethyst non ha addirittura nessun tratto della sua personalità. Steven, colpito dall’arma, è stato influenzato invece ‘solo’ per la sua parte da gemma: ha ancora i suoi ricordi, ma non è più in grado infatti di usare i suoi poteri, tornando così sostanzialmente alle condizioni in cui era all’inizio della serie.
Anche Spinel riemerge dalla sua gemma resettata: pur rimanendo il character design e lo stile anni 30, abbiamo davanti una gemma molto più amichevole e dolce rispetto a prima, addirittura bambinesca. Pearl la definisce come la nuova ‘migliore amica’ di Steven, un importante indizio della sua vera identità.
Who We Are
Oltre ad essere ‘regredita’, Spinel non ricorda neanche più né di aver attaccato Steven e le altre gemme né dell’Iniettore. Iniettore che, le analisi di Peridot poi riveleranno, sta inoculando nella Terra una sostanza in grado di uccidere tutta la vita organica.
Ed è in questo momento che la trama si ricollega con il tema a cui abbiamo accennato all’inizio, ovvero la connessione tra le nostre esperienze e chi siamo. La nuova missione è infatti quella di far tornare la memoria alle Crystal Gems e a Spinel, facendogli in qualche modo rivivere gli eventi determinanti della loro vita e ridandogli gli elementi che formano la loro essenza.
Si tratta di uno sviluppo che mi lascia con dei sentimenti contrastanti: l’amnesia con conseguente ricerca della propria identità non è un tema originalissimo. Ha inoltre il difetto di consolidare i core value di un personaggio, senza portare ad un ulteriore sviluppo della sua personalità. Due punti negativi in parte compensati, però, dalla musica, dalla passione e dall’amore di Rebecca Sugar e degli altri scrittori nei confronti di questi personaggi, che permettono quasi sempre alla trama di avanzare anche durante questa ‘ricerca identitaria’, sentita a tratti come una vera e propria lettera d’amore verso i protagonisti.
Le prime ad avanzare sulla scala del ricordo sono, almeno parzialmente, Ruby e Sapphire, che riescono a fondersi nuovamente in Garnet senza però recuperare la memoria. A recuperarla è invece Amethyst, il cui core value si scopre essere l’amicizia. Due scene entrambe dal basso impatto a livello di trama, ma che si salvano grazie alle due canzoni che le accompagnano, una, ‘No Matter What’, molto catchy, mentre l’altra, ‘Isn’t It Love?’, breve ma tra le più belle del film.
Arrivati a questo punto, con una Garnet ancora ‘smemorata’ e una Amethyst più inutile del solito, si palesa la necessità di far rinsavire anche Spinel per spegnere l’Iniettore, il quale sta nel frattempo cominciando a diffondere il suo veleno. Il problema è che nessuno, a parte Pearl, conosce la storia di Spinel e quindi il suo core. Bisogna quindi far tornare la memoria a Pearl, e l’esperienza scelta come determinante è inizialmente la ribellione, rappresentata durante un rock show da una canzone di Sadie Killer and the Suspects. Ma non basta, neanche con l’aggiunta della trasformazione di Amethyst in Rose Quartz. Serve quindi un ultimo pezzo, ovvero la scomparsa del ‘boss’ di Pearl. Ed è in questo momento che arriva un’altra delle poche novità del film: la fusione tra Greg e Steven, Steg.
Considerando quanto sappiamo della fusione, questa dovrebbe rappresentare l’essenza dell’amore (non per forza romantico) e del legame tra gli individui coinvolti, sintetizzando in un unico corpo sia alcune caratteristiche individuali che alcuni tratti distintivi del duo, trio, etc etc… Per quanto quindi abbia senso che Greg e Steven si vedano come una coppia padre-figlio rockettara, e ci sta che l’età risultante sia una via di mezzo tra le loro, fa comunque strano che il risultato sia una specie di sex-god della chitarra, con addominali scolpiti e sguardi provocanti a non finire.
Possiamo almeno fare un attimo un’analisi dei poteri di Steg: in un forse una specie di evoluzione dalla bolla di Steven, è infatti capace di avvolgere sé stesso e altre persone in un’aura rosa, per poi farle levitare a mezz’aria. Un po’ poco, ma bisogna considerare che 1) siamo nel bel mezzo di un rock show, non di una battaglia 2) Steven non ha ancora sotto controllo i suoi poteri, ed è già un miracolo che sia riuscito a fondersi con suo padre. Fusione che infatti dura molto poco, con Steven stremato dallo sforzo.
Drift Away
Se da una parte il far ‘scomparire’ temporaneamente Greg ha permesso a Pearl di ricordare sé stessa, la scomparsa di Steven ha invece, involontariamente, smosso Spinel, ‘abbandonata’ dal suo compagno di giochi. È in questo rush di emozioni che Spinel comincia a ricordare, conducendo Steven al giardino di Pink Diamond.
È in questo luogo che le due gemme avevano l’abitudine di giocare e passare del tempo assieme. Questo, almeno, fino a che Pink, desiderosa di una colonia più di qualunque altra cosa, non ricevette la Terra dagli altri Diamanti e decise di essersi annoiata della presenza di Spinel. In un tentativo quindi di voltare pagina rispetto ad un passato ‘bambinesco’, Pink ha abbandonato Spinel con l’inganno, ordinandole di rimanere ferma lì dov’era per ‘gioco’ e poi abbandonandola per 6000 anni.
Spinel aspettò, obbediente ma sempre più affranta, fino a che il messaggio di pace di Steven, trasmesso in broadcast per tutta a galassia, non raggiunse anche il giardino. Solo a questo punto fu chiaro come Pink l’avesse dimenticata, si fosse fatta degli altri amici e ora non ci fosse più. Un duro colpo che fece perdere il senno a Spinel e la porto ad attaccare Steven e i suoi amici.
Scopriamo quindi, come, ancora una volta, Pink Diamond abbia creato un problema senza poi preoccuparsi di risolverlo. Era già evidente dalla serie come Pink non fosse altro, almeno all’inizio, che una aristocratica annoiata e stufa di seguire le regole, emozionata dall’idea di scoprire nuove cose e ammirare le bellezze della vita organica, ma in qualche modo sempre distaccata dal resto delle persone. Con questo film abbiamo un ulteriore esempio di come Rose Quartz sia un personaggio estremamente controverso e a tratti negativo.
True Kinda Love
E come per molti problemi di Pink, ora tocca a Steven risolverlo. Approfittando del fatto che Spinel abbia ritrovato la memoria ma sia più triste che furiosa, Steven prova a fare la cosa che gli riesce meglio: parlare con un nemico e convincerlo a passare dalla sua parte.
Solo che, in questo preciso momento, siamo solo ad 1 ora di film, e anche se la storia sembra essere vicina ad una risoluzione, mancano ancora alcuni dettagli per farla veramente finire. Se quindi Steven riesce effettivamente a convincere Spinel a spegnere l’Iniettore, dandole ragione sul fatto sul torto indescrivibile inflittole da Pink e dicendole che merita qualcuno che tenga veramente a lei, fallisce nell’accorgersi che Spinel ha interpretato questo messaggio come ‘sarò io l’amico che meriti‘.
E ovviamente il film non poteva non giocare su questa incomprensione: una mossa anche legittima, che sottolinea come non tutti i traumi si possano superare con una canzone e un sorriso, ma che si sarebbe potuta evitare se, per un momento, Steven non avesse smesso di pensare. Voglio dire, capisco la stanchezza e i mille pensieri, tra Garnet che deve ancora recuperare la memoria, ma sarebbe bastato davvero poco.
Ma vediamo perché: dopo aver chiesto e ottenuto da Spinel lo spegnimento dell’Iniettore, Steven si butta subito a capofitto nel pensare a come risolvere altri problemi, ignorandola. Un comportamento legittimo, considerata la lista di problemi presenti, ma minato dal fatto che Spinel non ti sta più attaccando solo in virtù dell’amicizia concessa e che subito le stai togliendo. A questo si aggiunge il fatto che, involontariamente, Steven tira fuori e attiva la falce ripristina-gemme, portando Spinel a credere che il suo piano sia quello di resettarla una volta risolti tutti gli altri problemi.
Una situazione sicuramente delicata, ma che Steven avrebbe potuto risolvere abbastanza facilmente con una mossa decisa, come ad esempio distruggere l’arma, cosa che comunque farà esattamente due minuti dopo. Ma nulla, invece Spinel, apparentemente minacciata, riattiva l’Iniettore e prende in ostaggio Garnet.
In questa situazione, almeno, Garnet riesce a trovare il suo ultimo tassello, ovvero il fatto che l’amore può affrontare qualsiasi cosa se si affronta la verità insieme. In questo modo riesce a recuperare la sua memoria e a donarci la canzone “True Kinda Love“, splendidamente cantata da Estelle. Le Crystal Gems, finalmente di nuovo in forze, riescono stavolta a tenere testa a Spinel, che per tutta risposta però accelera la diffusione del veleno, buttandolo fuori tutto in una volta. Questo, da una parte, salverà la Terra, impedendo all’arma biologica di diffondersi in maniera capillare, ma devasterà completamente Beach City.
Steven decide quindi di mandare le gemme, fuse in Alexandrite, a salvare gli abitanti, mentre lui si occupa di Spinel. Ed è qui che si rende palese un altro punto del film: le varie gemme sono riuscite a riacquistare la memoria ripercorrendo le loro esperienze. Anche Steven, però, in qualche modo le ha riaffrontante, come riconosce lui stesso: “Non ho per caso ripercorso ogni cosa orribile del mio passato? Una Gemma che a malapena conosco sta provando ad uccidermi. Sto pagando errori di mia madre che non hanno nulla a che fare con me. Non riesco a gestire i miei poteri. Il mondo sta per finire! Che pezzo manca ancora? Questa è la storia della mia vita!”
La risposta è il cambiamento: per tutto il film Steven è stato ossessionato dal voler tornare alla situazione di ‘felici e contenti’ raffigurata nei primi minuti, assumendo un atteggiamento conservativo e cieco nei confronti di alcune situazioni, come per esempio quella di Spinel pochi minuti prima. Steven scopre quindi che il suo core value è la capacità di cambiare, crescere ed adattarsi (o adattare il mondo intorno a lui, parlando e convincendo le persone), ritrovando finalmente i suoi poteri.
Ed è in questo modo che passiamo alla seconda vera scena di combattimento per Spinel. Come già detto prima, i poteri e le abilità di questa Gemma sono molto belli da vedere in azione, ed è un peccato siano limitati a soltanto due momenti del film.
Abbiamo anche una bella citazione a One Piece, con un Gomu Gomu no Gigant Pistol. Come risultato di questa battaglia, condita da una canzone su come non sia necessario combattere, abbiamo il crollo psicologico di Spinerl e l’esplosione dell’Iniettore, senza però apparenti danni seri né alla spiaggia né ai personaggi.
Let Us Adore You
Tutto quindi si è apparentemente risolto:
Beach City è devastata dal veleno, ma hey, almeno Steven può ‘guarirla’ baciandola al ritmo di una zolla di terra alla volta. Efficiente, insomma.
Spinel, questa volta rinsavita per davvero, è affranta per il male causato. Ovviamente Steven l’ha già perdonata, anche perché difficilmente la serie può permettersi di non perdonare qualcuno dopo averla fatta passare liscia a dei dittatori genocidi come i Diamanti. Ma che farsene di lei?
Per fortuna, proprio i Diamanti, da bravi deus ex machina, arrivano sulla Terra, troppo sofferenti dalla mancanza di Steven e desiderosi di vivere con lui. Ormai relegate al ruolo di zie che drammaticamente ti dicono “Passa pure a trovarmi quando vuoi, io sarò qui, sola soletta, ad aspettarti…“, sono anche però la soluzione al problema ‘Spinel’.
Riconoscendo Spinel come uno dei ‘tesori perduti di Pink‘ e trovandola anche divertente e simile, sotto certi punti di vista, proprio a Pink Diamond, i Diamanti decidono di accogliere Spinel con loro su Homeworld, come surrogato di Steven.
Una soluzione in realtà abbastanza pratica, ma che si basa da una parte, come appena detto, sul fatto che i Diamanti cerchino un rimpiazzo per Pink Diamond nella loro vita, e dall’altra sul fatto che Spinel riconosca in White, Blue e Yellow una similitudine con il suo primo ‘amore’. Tutto questo senza riconoscere più di tanto il fatto che la relazione con questa persona fosse stata unilaterale e manipolatrice.
E così finisce anche “Steven Universe: The Movie”: una sequenza ci mostrato il ritorno alla normalità e la ricostruzione di Beach City, seguito da un breve spezzone in cui viene riconosciuta la natura musical del film. Un tocco meta che sarebbe stato forse divertente vedere di più nel corso del film.
Steven Universe: The Movie – Considerazioni finali
Tirando un po’ le conclusioni su questo lungometraggio, posso riassumere la mia opinione in: molto bello stilisticamente e lo rivedrei altre 10 volte, ma non strettamente necessario.
Chiariamo, mi è piaciuto il salto temporale di 2 anni nel futuro, ma la verità è che, a parte il consolidamento della pace e delle interazioni tra le gemme e gli umani, non è realmente cambiato molto. L’arrivo di Spinel ha smosso un po’ la situazione, preparando psicologicamente Steven e gli altri al fatto che non possono rilassarsi troppo sugli allori, ma poco altro.
L’unico aspetto potenzialmente interessante, che potrebbe essere sviluppato nella eventuale sesta stagione della serie, riguarda l’Iniettore e la falce di Spinel. Il lasso di tempo tra il messaggio che ha fatto perdere il senno a Spinel e il suo arrivo sulla Terra è infatti estremamente breve, senza considerare che è improbabile che una gemma ‘giullare’ potesse avere pronti, dopo 6000 anni di attesa, armi così potenti. Un’ipotesi è quindi che qualche altra gemma, insoddisfatta del cambio di rotta dell’impero di Homeworld, stia cercando vendetta dei confronti di Steven ed abbia sfruttato la furia cieca di Spinel per mandarla a sporcarsi le mani al proprio posto.
Per il resto, sono lieto dell’esistenza di “Steven Universe: The Movie”: dalla colonna sonora ad alcune animazioni fino ad alcune scene memorabili, c’è veramente molto da apprezzare e amare. Ma, se devo essere sincero, non vedo l’ora di vedere qualche nuovo sviluppo della lore. Rebecca Sugar, credo in te.
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