È la notte di Halloween, quest'anno per accompagnare i dolcetti e gli scherzetti vogliamo raccontarvi la storia della Torre Nera.
“Una gigantesca e maestosa torre si innalza di fronte ai vostri occhi.
Come mai vi è capitato prima. Alta fino a toccare i limitari del cielo, imponente come la volontà del dio sconosciuto che l’ha costruita e talmente ben tratteggiata da perdervi nell’osservazione anche dei minimi dettagli.”
Se fosse possibile utilizzare una metafora per descrivere una saga letteraria cosi duratura come lo è quella della “Torre Nera”, allora questa calzerebbe a pennello.
La Torre Nera è una serie di otto romanzi iniziata con “L’ultimo cavaliere” nel lontano 1982 a opera del maestro del brivido, Stephen King. In sé essa contiene diversi generi che possono essere raccolti sotto la bandiera del fantastico ma non disdegnando di avvalersi anche di altri: difatti western, fantasy, fantascienza e horror si danno il cambio per tutto il tragitto che conduce alla Torre in un lento e macchinato viaggio.
L’opera, come è stata più volte definita dall’autore, è la sua più grande impresa, il gigantesco scaffale che riunisce in sé gran parte degli scritti di King e che indica tra di esse una strada comune, un filo logico a cui sono legate (ci torneremo su questo punto).
Una saga cosi complessa, intricata e ben lavorata da risultare impossibile spiegare in poco più di 4000 battute. Impossibile spiegare ogni singolo dettaglio della torre senza sminuirne l’importanza. Perciò nelle parole a venire ci limiteremo a descriverne l’esterno, la facciata, per provare a incuriosirvi quel tanto che basta da farvi nascere il desiderio di entrare in quella torre e avventurarvi lungo le migliaia di pagine da cui è composta.
Inizia tutto più di trentaquattro anni fa con un incipit di dodici parole:
“L’uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì.”
Il pistolero, il protagonista, è Roland Deschain di Gilead, ultimo membro vivente di un antico ordine di cavalieri conosciuti come gunslingers (pistoleri), che ha come scopo d’esistere la ricerca della Torre nera, una costruzione leggendaria che si dice essere lo snodo dell’universo, il portante di tutti i mondi.
Un cappello da cowboy, un classico soprabito del vecchio west che si agita al vento e un grosso cinturone di pelle con al seguito due devastanti pistole Colt 45 sono il suo equipaggiamento, mentre percorre il suo viaggio in un mondo selvaggio e feudale alla vista di panorami post-apocalittici.
Territori sconfinati, città fantasma, dimensioni temporali multiple, gangster vecchio stampo, abbandonate reliquie magiche, il suo ka-tet e nuove lingue si aprono dinanzi allo sguardo del pistolero che seppur sempre dritto alla metà, come nei migliori racconti d’avventura, devia dal percorso principale per poi tornarvi più agguerrito che mai.
L’uomo in nero invece è Randall Flagg, secondo King, rappresentante la vera e cruda essenza del male. Appare in diversi romanzi dello scrittore (anche sciolti dal ciclo della Torre) ed è sempre l’antagonista o al massimo un abile giocatore dell’oscurità. Lui andrà a toccare con mano la vita di Roland e nel corso degli otto libri vedremo come evolveranno le loro dinamiche.
E come Randall che si muove in più opere, cosi è possibile spiegare la Torre come una rappresentazione pluri-esistente del mondo che alberga nella mente dello scrittore. Mondo che lega storie, personaggi, concetti e luoghi a un unico pilastro: la Torre. Un grosso contenitore nero in cui si muovono e prendono forma tutti i pensieri dell’autore, divisi da copertine e titoli diversi ma comunque condividenti la stessa prigione.
Tutto gira intorno a essa, ai suoi misteri, alla sua costruzione e alla volontà del proprio creatore.
Una lettura-viaggio lunga e avvincente, a tratti estenuante ma sicuramente fonte di momenti indimenticabili per chiunque sia fan del maestro dell’horror.
Lettura che, come spesso accade per la stragrande maggioranza delle opere di King, sta per diventare un’opera cinematografica. E trattandosi del suo figliol prodigo vede riceversi un degno trattamento trasformando quello che doveva essere un solo film in una saga (soprattutto per poter raccontare i romanzi nel miglior modo possibile).
Idris Elba vestirà i panni del protagonista cercando di portarne sul grande schermo carisma e fascino.
Anche se lontano dalla concezione originaria dello scrittore possiamo dire che cappello, soprabito e Colt hanno trovato il loro padrone.
L’uomo in nero, antagonista di Roland, avrà invece il volto di Matthew McConaughey per uno scontro che inizierà a febbraio 2017 ma che si concluderà fra diversi anni.
La base di partenza sarà comunque il primo libro, mantenendo lo scheletro narrativo de “L’ultimo cavaliere” intatto per poi assorbire elementi dei romanzi successivi e creare una degna saga che meriti.
Perciò se questo articolo fatto di parole strane e artificiose vi ha incuriosito. Se l’ambientazione e il genere misto Western – Terra di Mezzo vi ha affascinato. Se la guida ha ben descritto la torre e l’obiettivo è stato centrato, armatevi di tutto il coraggio a vostra disposizione: il viaggio verso la Torre Nera è appena cominciato.