La storia di Shining Resonance parte, come nel più classico dei mondi fantasy, da una guerra epocale finita un millennio prima e chiamata non a caso Ragnarok, che vide l’alleanza fra Alti Elfi e Draghi sconfiggere il temibile Deus, un essere malvagio desideroso di plasmare il mondo secondo il suo volere. Deus venne sigillato, ma le conseguenze di quella guerra furono l’estinzione quasi totale dei draghi, ora presenti soltanto sotto forma di spirito, e un cambiamento radicale del mondo. L’isola di Alfheim, un tempo terra degli Alti Elfi, fu devastata dalla guerra, ma con il tempo vi si insediarono gli umani che fondarono il regno di Astoria, un reame di pace alleato con il regno elfico di Wellant, situato sul continente. La pace però non fu duratura, infatti l’Impero di Lombardia mosse guerra contro i due regni alleati, in una battaglia che ormai dura da 10 anni. L’Impero ha dalla sua la potenza di tre Dracomachina (draghi nell’aspetto ma votati alla causa di Deus), comandati dalla principessa Excella. L’ultima speranza del regno di Astoria è riposta nei Dragneer, guerrieri in grado di utilizzare delle armi antiche chiamate Armonics e create dallo Shining Dragon, il drago che guidò l’esercito che sconfisse Deus. Gli Armonics sono sette e sono tutti un mix fra armi e strumenti musicali, come ad esempio un arco-arpa o un’ascia-chitarra elettrica. Astoria ne possiede tre, mentre una è utilizzata dalla principessa Excella dell’Impero, proprio per controllare i suoi tre dragoni. Un giorno le forze di Astoria salvano un giovane da una sorta di laboratorio dell’Impero, dove venivano condotti terribili esperimenti anche sugli uomini. Il giovane è Yuma, il nostro protagonista, possessore, all’interno del suo corpo, dello spirito dello Shining Dragon. Il ragazzo ha sempre cercato di evitare di utilizzare i poteri del dragone per paura di non riuscire a controllarli, ma l’incontro con le sue salvatrici Sonia, principessa di Astoria, e Kirika, elfa Dragneer di Wellant, gli farà cambiare idea, facendogli pian piano capire che è giusto combattere per una buona causa. Così inizia il percoso di Yuma e dei suoi alleati nella lotta contro l’Impero.
Il Break Status può essere inflitto anche colpendo con forze elementali a cui i nemici sono deboli o colpendo mentre questi preparano un attacco contro di noi. Ogni attacco fisico consumerà una barra di AP posta sotto il nostro personaggio, che ci costringerà ogni tanto a fermarci per permetterle di ricaricarsi, cosa che avverrà nel giro di una manciata di secondi. Avremo anche i Force Attack, magie e colpi speciali che invece consumano MP. Potremo avere equipaggiati solo 4 di questi in contemporanea, ma potremo switcharli facilmente dal menù principale anche in combattimento. Yuma possiede poi la capacità libera di trasformarsi nello Shining Dragon premendo L1 insieme a R1. In questa forma il giovane avrà degli attacchi molto potenti, ma la trasformazione consumerà costantemente MP.
Un elemento che tiene a freno l’abuso della trasformazione in drago è la possibilità che Yuma vada in Berserk se i MP diminuiscono troppo; in questo stato perderemo il suo controllo e potrà attaccare anche gli alleati. Ultimo importante tassello del combat system è la modalità B.A.N.D., attivabile quando avremo riempito una barra posta sul lato sinistro dello schermo. Questa modalità ci permette di selezionare un membro del party da porre al centro, in modo da cambiare i bonus dati a seconda del personaggio. Potremo avere attacco potenziato, maggiori possibilità di colpo critico o potenziamento alla difesa, inoltre, quando la B.A.N.D. è attivata, la forma di Shining Dragon di Yuma non potrà andare in Berserk, anzi, se è in questo stato, attivare la B.A.N.D. lo calmerà. Oltre a ciò la forma drago otterrà diversi bonus come un rallentamento del consumo di MP e una maggior potenza di attacco e difesa. La barra posta a lato verrà consumata lentamente da questa modalità fino al suo esaurimento e potrà poi essere ricaricata attaccando i nemici durante i combattimenti.
Per quanto riguarda gli altri aspetti del titolo ci troviamo di fronte a un JRPG piuttosto limitato, oseremmo dire quasi a basso budget. In tutto il gioco sarà presente una sola città, Marga, la capitale di Astoria, peraltro molto piccola come dimensioni. Il resto del mondo saranno aree adibite al combattimento contro i mostri che vedremo camminare sulla mappa stessa. Le scene fra i personaggi saranno soprattutto in stile visual novel, con avvenimenti lasciati intuire dagli effetti sonori e visivi, ma senza mostrare nulla. Saranno pochissime le scene, animate con il motore di gioco, che mostrano direttamente cosa sta succedendo.
Le attività secondarie sono limitate a delle sidequest molto banali, una catena di fetch quest dove dovrete trovare oggetti o uccidere mostri, che fra l’altro ricompariranno a ciclo continuo una volta completate. Queste non vi daranno nemmeno esperienza, ma solo oggetti. Interessante invece la possibilità di affrontare dei dungeon generati in modo procedurale in un’attività secondaria, attivabile parlando con un PNG specifico. Questi dungeon sono modificabili equipaggiando alcuni oggetti che garantiscono la comparsa di specifici mostri, l’aumento di difficoltà o altre condizioni speciali che ne modificano le ricompense o la struttura stessa. Finendo questi, con l’immancabile scontro con il boss finale, troverete oggetti anche più potenti di quelli presenti nell’avventura principale. Ci saranno poi degli eventi solo testuali all’interno della città utili, soprattutto per conoscere alcuni retroscena della storia che, seguendo solo la quest principale, non vengono svelati. In totale la longevità si attesta intorno alle 40 ore di media.
A livello tecnico bisogna tener presente che ci troviamo di fronte a un prodotto dell’era PS3, dunque il lavoro di rimasterizzazione svolto non è male e il tutto gira sui 60fps anche se ci sono dei grossi cali di framerate nelle situazioni più concitate. Gli ambienti hanno texture in bassa qualità e il level design è poco ispirato. Molti PNG (per quanto pochi e solo in città) si ripetono troppo spesso, come anche i modelli dei mostri, spesso riproposti con il classico effetto reskin. Ottimo il design dei personaggi realizzati da Tony Taka, famoso artista ormai legato alla serie Shining, che presenta una caratterizzazione artistica davvero notevole.
Shining Resonance Refrain è un gioco di ruolo tipicamente giapponese basato forse troppo sui cliché del genere. Il titolo non offre una narrazione di prim’ordine, ma raggiunge la sufficienza in ogni aspetto del gameplay, nonostante numerosi difetti in diversi ambiti. Un peccato, visto il ritorno in Occidente di questa storica saga di JRPG. Speriamo solamente che il prossimo capitolo riceva il trattamento che si merita e venga svecchiato da alcune dinamiche ormai troppo abusate.
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L’avevo notato. Speriamo che tolgano quella grafica schifosa in basso (che credo e spero sia solo per l’annuncio) e che la qualità audio/video del materiale non sia quella che mandano in onda al momento.