Dopo un primo film trash ma shockante, un sequel dimenticabile è giunto finalmente a noi il terzo episodio della saga degli squali, quasi, volanti.
Il film non perde tempo cominciando già con il problema di infestazione che tutti conosciamo e che noi non intendiamo di certo starvi a raccontare, non vi parleremo nemmeno della trama che, a sorpresa e a differenza del precedente episodio, c'è.
Questa volta infatti gli sceneggiatori si impegnano (quanto basta per un film del genere) per dare allo spettatore una intelaiatura base, sostegno che ovviamente non regge, ma che comunque è già stato assimilato dal pubblico negli anni precedenti.
Con questo capitolo non hanno bisogno di spiegare perché e il per come, ci sono degli squali in un tornado e tante belle cose.
Le “tante belle cose” sono spoiler, state attenti a seguito quindi.
La pellicola è ovviamente una sequela di scene tamarre, ben più dei precedenti, sequenze che toccheranno il loro culmine con David “Anni Ottanta/Novanta” Hasselhoff, interprete del padre di Fin.
David non solo salverà la situazione ma lo farà nello spazio grazie alle sue doti di astronauta, si, nello spazio. Gli squali arriveranno anche lì tra motoseghe laser (avete letto bene) feti umani che fuoriescono da pesci e una delle sequenze più appaganti della storia del cinema: la morte del vero George Martin ( ha un cameo)
Sharknado 3 è stato benedetto dal dio dollaro, gli effetti e i props non sono comunque credibili ma sulla scala Mercalli sono saliti di due tacche arrivando a “televisivi”.
Ora hanno perfino avuto la possibilità di girare su set chiusi al pubblico in modo da poter controllare la situazione, lontani sono i tempi del primo film dove metà del tempo era in un auto chiusa in un garage con due poveretti che la facevano ondeggiare.
Il primo indizio risiede nei titoli di testa in stile Grindhouse, sottolineano un carisma che la saga ha sempre avuto ma che non aveva mai avuto bisogno di palesare.
Armatevi di motosega, sega circolare e amici e gustatevi il terzo Sharknado con loro, l'unico modo di vedere questa perla senza senso è prendendola in giro con il vostro migliore amico a fianco.
Ah, ovviamente ci sarà il quarto, questo non ha un finale. Ebbene si.
Memore di Jason Todd vi ritroverete a fine pellicola a dover “votare sul sito” per la morte di un personaggio odioso (scegliete per l'estinzione) e per vedere l'esito di questo voto dovremmo aspettare il quarto capitolo della saga sparasquali.
Il premio “a morte gli haters” va allo sceneggiatore che alla domanda “Ma come fanno gli squali a sopravvivere nello spazio?” fa rispodere Fin con un saggio :”Perchè, come fanno a sopravvivere in un tornado?”
Da vedere.
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