Sean Bean ha preso una decisione alquanto curiosa, quella di non accettare più ruoli in cui dovrà morire. L’attore inglese ha conquistato infatti negli anni un primato poco invidiabile, quello del personaggio morto più volte. Sul piccolo e grande schermo è infatti deceduto ben 24 volte. Facendo un veloce calcolo, considerando le oltre 70 interpretazioni, il 35% delle volte è andato incontro a sorte nefasta. L’attore ha conquistato anche l’attenzione di tantissimi fan che, nel 2014, hanno promosso la campagna Don’t kill Sean Bean sui social media.
L’attore britannico, intervistato dal Sun, ha spiegato in maniera dettagliata la sua decisione. “Ho rifiutato diverse parti. Ho detto: ‘Sanno già che il mio personaggio sta per morire perché ci sono io!’. Dovevo darci un taglio e iniziare a sopravvivere, altrimenti sarebbe diventato tutto un po’ troppo prevedibile”. Il suo intento quindi è anche quello di mostrarsi in un finale diverso. “Ho fatto un film e mi hanno detto: ‘Uccideremo il tuo personaggio’. Io ho risposto: ‘Oh no!’, e hanno replicato: ‘Beh, allora possiamo ferirti gravemente?’. Al che ho detto: ‘Basta che stavolta resto in vita’”. Anche se i tipi di personaggi interpretati lo portavano ad una fine quasi sempre certa. “È vero che ho interpretato un sacco di cattivi, sono stati grandi ma non sono stati molto appaganti: sono sempre morto”.
Bean, durante l’intervista, racconta anche un aneddoto riguardo Ned Stark, il re di Grande Inverno giustiziato nel finale della prima stagione del Trono di Spade, da lui interpretato. “Dovevo leggere i libri della saga di Game of Thrones e i produttori mi dissero: ‘Tu morirai, ma è verso la fine della serie’. Allora dissi: ‘Ok, mi sembra giusto'”. Una notizia inizialmente presa bene. “Erano stati molto chiari, dovevo morire. Così ho pensato: ‘Meglio, non voglio rimanere bloccato in una di queste serie che dura sette anni'”. Anche se, ragionandoci successivamente, la voglia era un’altra. “Ma adesso avrei voluto rimanerci! Tuttavia era palese la fine che Martin avrebbe voluto per il personaggio, e così è stato”.