Il Romics, uno dei più importanti eventi legati al mondo Nerd e a quello del cosplay, si è concluso da appena un paio di giorni e i social network sono già invasi di foto, video ma soprattutto testimonianze e opinioni dei cosplayer, quest'anno significative più che mai.
È infatti scoppiata sul web una grossa polemica, alimentata dai partecipanti, soprattutto coloro che hanno preso parte alla gara cosplay, la maggior parte dei quali decisamente indignati e irritati. Per spiegare il motivo del malcontento bisogna partire un po' più indietro: come molti forse già sapranno il mondo del cosplay è recentemente approdato in TV nella forma del reality show USA Heroes of Cosplay. L'idea sembra essere piaciuta alle televisioni nostrane, in particolare ai produttori di Italia 2, i quali hanno deciso di girare un programma intitolato Cosplay Award, da mandare in onda all'inizio del prossimo anno. Dal punto di vista delle gare cosplay il Romics è un palco interessante, ogni anno vengono premiati cosplayer divisi in numerose categorie, alcuni dei quali rappresenteranno il nostro Paese in Giappone o all'EuroCosplay di Londra. Per questo motivo tale evento è stato scelto come "set" delle riprese del programma. Un cartello all'entrata avvisava i visitatori che: "Entrando negli spazi della Fiera di Roma si accettava automaticamente di essere videofilmati" e tutti, dal pubblico ai partecipanti, sono approdati sul piccolo schermo.
L'iniziativa però non sembra essere stata apprezzata per nulla dai presenti, tantomeno dai cosplayer che hanno postato sui propri profili perplessità e lamentele. Stando ai loro racconti la presenza della televisione sarebbe stata ingombrante se non addirittura irrispettosa dello spirito del cosplay. Facendo un riassunto delle loro testimonianze leggiamo di cosplayer costretti a tempi ristrettissimi e a regime da attori professionisti, lunghe attese all'esterno in silenzio, scenografie rovinate perché spostate in fretta e con poca cura, un presentatore poco preparato sull'argomento e partecipanti trattati in malo modo e costretti a recitare una parte anche al di fuori della loro scenetta. Alcuni di loro hanno raccontato di essere stati costretti a confessionali un po' in stile Grande Fratello. I tempi sono stati tagliati e compressi per via delle riprese, a passare le preselezioni sono stati in pochissimi e le categorie premiate si sono ridotte a una manciata. L'esibizione si è svolta su un palco molto più illuminato e adatto del solito, davanti a un pubblico di spettatori paganti che hanno però svolto il ruolo delle classiche comparse pagate da programma televisivo, con silenzio religioso e applausi a comando.
Insomma, nonostante l'apparenza da programma tv, i partecipanti non si sono di certo sentiti trattati con il riguardo riservato alle star della tv ma, come alcuni di loro hanno detto, da animali da palcoscenico di uno show gestito con grande disorganizzazione. Ma non è stata tanto la poca organizzazione a infastidire i cosplayer italiani, quanto una presenza televisiva che hanno avvertita come prepotente e usurpatrice di ciò che dovrebbe davvero essere il cosplay.
"I servizi come questi dovrebbero far vedere che gente normalissima impara a cucire da sola semplicemente per passione. Che prende in mano la pialla, il pennello, la lacca, per dedicarsi a un qualcosa di accattivante. Ma la passione non fa audience. La vittoria sì. […]Volete fare un servizio sul cosplay? Andate a casa dei cosplayers e filmateli mentre sono in pigiama davanti alla macchina da cucire, a bestemmiare dietro orli ed asole. Non saranno tutti luci e lustrini, ma quello è il cosplay vero." Scrive Francesca Farinelli, la quale ci sembra riassumere bene il sentimento condiviso alla quasi unanimità dai suoi "colleghi". E voi, cosplayer e non, che ne pensate?