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Rasoi che lasciano scie chimiche

Chi scrive questa rubrica, come sapete, si occupa davvero di scienza. Nel senso che ne ha fatto una professione, che ci porta a casa uno stipendio alla fine del mese. Tanto che i romanzi che sta leggendo ora sul suo kindle sono su trasformate di Fourier, cristallografia e chimica fisica. Perché questo è il genere di cose che riempie le giornate di una persona che ha fatto questa scelta di vita, curiosità, ricerca, apprendimento, divulgazione (e caffè).
Perché iniziare così un articolo di una rubrica di Orgoglio Nerd? Beh, per un motivo nobilissimo. Oggi vogliamo parlare di falsa e vera scienza e di come una persona dovrebbe approcciarsi alla valanga di informazioni scientifiche che si trovano sulla rete. Il tutto parte dalla tristemente famosa quanto infelice affermazione di un homunculus qualsiasi, una persona che dall’alto di una levatura intellettuale superiore ha avuto il coraggio di dire a Samantha Cristoforetti di studiare, perché a detta sua (sua dell’homunculus) Samantha non sapeva distinguere una nuvola da un’opera di geo-ingegneria clandestina. La reazione del Rinoceronte l’avete vista tutti. La reazione della comunità scientifica è invece stata un urlo talmente acuto da poter essere percepito solo da alcuni tipi di insetti e dai delfini, che a loro volta si sono sentiti in dovere di rispondere con una sentita e struggente lettera di cordoglio.
Ma vuole Orgoglio Nerd indicare ai suoi lettori a cosa credere e a cosa no? Per quanto ci possa allettare l’idea di tentare un esperimento di ipnosi di massa, non ci riconosciamo in nessun credo, religioso, politico, calcistico o scientifico che sia (Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn). Quello che faremo è fornirvi degli strumenti, delle informazioni di base su cui possiate fare leva per capire da soli a cosa credere.
Ci sono due regole semplicissime che vanno applicate sempre, persino quando si legge la scadenza del latte al supermercato. Queste due regole sono: informarsi e comprendere. Perché una delle due non è sufficiente? Beh, perché siamo bombardati  da informazioni tutto il giorno e spesso non approfondiamo gli argomenti a sufficienza per poterci formare una vera e propria conoscenza in merito. Un po’ come la vecchia storia dei pericoli associati al monossido di di-idrogeno, responsabile di ustioni, lesioni dei tessuti, soffocamento nonché una delle principali sostanze contenute nelle piogge acide… Si si, lo sappiamo che siete abbastanza in gamba da capire che si tratta di semplice acqua, ma la diffusione del fenomeno in rete è indicativo dell’abisso culturale in cui si trova la massa.
 Ma come fa’ la gente a cadere sempre nelle stesse stupide trappole? Beh, le ragioni sono davvero molte, spesso racchiuse nella categoria delle fallacie logiche di pertinenza. La prima è senza dubbio la “confezione”, ovvero l’idea intrinseca che se una cosa è presentata bene o da una fonte autorevole come una testata nazionale allora ha un’autorevolezza. Questa fallacia, detta argumentum ab auctoritate, presuppone che si dica il vero semplicemente per delle caratteristiche positive che vengono riconosciute al mezzo di informazione. Non mi dilungo troppo sul perché un giornalista o un inserzionista dovrebbero deformare una notizia per renderla più appetibile o perché non abbiano il necessario livello di conoscenza per comprenderne il vero contenuto, cosa si deve fare per portare a casa lo stipendio ce lo ha insegnato negli anni il buon Peter Parker.
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Ma non è solo l’autorità a fare facile presa su una mente troppo pigra. Esiste infatti anche la fallacia opposta, ad verecundiam, in cui si da per vera un’informazione che proviene da una fonte priva di autorità riconosciuta sulla questione. Un esempio? Quante volte avete letto notizie sulla medicina diffuse da siti di rimedi naturali o da siti di consigli per genitori? Per non parlare della politica, ogni volta che viene varata una nuova legge siti e giornali tirano un d100 per interpretarla, con un’entropia tale da mandare in pensione il diavoletto di Maxwell.
L’ad ignorantiam è una delle preferite dai sostenitori delle scie chimiche, ma siccome abbiamo promesso di non imporvi il nostro pensiero, la vedremo con un esempio storico decisamente più succulento. L’esistenza del pastafarianesimo (may you forever be touched by his noodly appendage!) così come il dragon in my garage, o l’invisibile unicorno rosa, sono reinterpretazioni moderne della famosa “teiera di Russell”, tutte basate sul fatto che “non si può dimostrare che … non esista".
L’ad populum è particolarmente diffuso sui social network, lo si incontra ogni qual volta un topic faccia leva su sentimenti condivisi dando più importanza alla “popolarità” nel senso di “appetibilità al popolo” che alla ragione. Particolarmente insidioso è il caso più specifico dell’argomento “ad pucciositam” ampiamente sostenuto e giustificato da foto di animali/paesaggi/bambini/disegni carini e cose kawaii varie. Senza offesa per le cose kawaii che vi propone la nostra Monica di “Onigiri calibro 38”, quelle sono kawaii senza scopo di lucro.
Altra fallacia molto popolare è la "falsa causa", in cui si concatenano tra loro eventi che in realtà sono indipendenti. Ad esempio… Avete mai notato come il numero di film in cui appare Nicholas Cage sia proporzionale al numero di persone affogate nelle piscine? Che il Pur Sempre Ottimo attore festeggi ogni nuova apparizione girando mascherato per il mondo ad affogare ignari bagnanti? Oppure, vi siete mai resi conto che, con la riduzione del numero di pirati (yarr!), è aumentata la temperatura globale?  Quanti sforzi sprecati dalla comunità scientifica, è sufficiente ripristinare la pirateria per salvare il pianeta dal disastro climatico.
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Per chiudere in modo sufficientemente comprensivo l’argomento mancano solo un paio di considerazioni. La prima riguarda la grande “teoria del complotto”. Ci si potrebbero scrivere tomi enciclopedici su come si sia creata questa enorme rete di deboli collegamenti che uniscono insieme il panettiere sottocasa con le banche, con le aziende farmaceutiche, con gli illuminati, con la massoneria, con i magnati della finanza, con l’esercito, con la NASA, con il papa e con il topolino che al mercato mio padre comprò. Meravigliose concatenazioni degne di riempire i film d’azione dei prossimi dieci secoli, ma che poggiano solo sull’insaziabile desiderio umano di spiegare gli eventi, in un misto di risposta emotiva alla noia quotidiana e paura di non poter controllare ciò che li circonda. In questo fattoriale di eventi improbabili dati per certi, al buon Guglielmo di Occam (pace all’anima sua) non resterebbe che usare il proverbiale rasoio per tagliarsi le vene.
Ultimo punto, consentiteci di forgiare un neologismo. La comunità scientifica è spesso vista con sospetto, come un’entità malvagia che opera sotto la spinta di grosse compagnie e per il vantaggio di pochi eletti, mettendo la sua ragione al servizio di un padrone come se si trattasse di un gruppo di mercenari. In quest’ottica di negatività, la reductio ad Hitlerum viene spesso utilizzata per paragonare la supposta mancanza di sensibilità umana degli scienziati alla spietata crudeltà dei nazisti, se non proprio all’oscura e contorta mente di Adolf Hitler in persona. Si arriva al punto di sostenere che gli scienziati, come parte del grande complotto, stiano contribuendo alla distruzione del pianeta; che la loro scienza generi di fatto epidemie, terremoti, deforestazioni e l’estinzione di intere specie animali e vegetali, senza scrupolo e senza sentimenti. Ecco, consentiteci quindi di coniare l’ultima espressione, la sintesi di come il mondo percepisca la minaccia della scienza: la reductio ad Dalekum
Aiutate voi stessi. Accendete dei lumicini nell’Oscurità dell’ignoranza.

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Commenti

  1. Fantastico articolo!
    Dovrei giusto farlo leggere ai miei colleghi di lavoro che sono convinti che le scie chimiche lasciate nel cielo servano per il controllo meteorologico e che davano per assodato che a breve vicino a loro avrebbero installato un antenna radio per comandare questi “metalli pesanti” rilasciati in cielo in modo da spostare le tempeste dai centri abitati.

  2. Diffondete questo articolo!!! Ve ne prego!!! C’è ancora gente che crede che i numeri stampati sotto il cartone del latte siano un codice da decifrare per capire che il latte che stiamo comprando è in realtà già scaduto da mesi, quando invece è il codice del colore del toner usato per stampare la grafica dell’involucro!!!!! (il primo esempio che mi è venuto in mente) Stampate questo articolo e affiggetelo per tutte le città!! Ve ne pregoooo!!!

  3. Basta saper distinguere i fatti dalle opinioni.
    Ci sono troppe opinioni su giornali al giorno d’oggi fatte ad arte per manipolare l’opinione pubblica.
    Non siete d’accordo?

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