News

Quanto vale Dylan Dog?

Leggere fumetti è la nostra grande passione, un passatempo che ci permette di evadere dalla realtà immergendoci in mondi e situazioni al di fuori della routine quotidiana.
Quello che per noi è un sano piacere per molte persone è un lavoro, sicuramente un ottimo e desiderabile lavoro, ma pur sempre un'occupazione che trova il suo scopo principale nella produzione e vendita di un prodotto, abbiamo deciso di parlane oggi, 1 Maggio.
Al giorno d'oggi creare un fumetto è un processo che richiede non solo tempo per la realizzazione fisica delle tavole ma anche un gran numero di addetti ai lavori che si occupano di confezionare al meglio il prodotto finito: dal lettering all'editing, dai correttori di bozze agli editor i quali seguono il lavoro dell'autore a partire dalla fase iniziale di sviluppo dell'idea fino al fumetto completo.
Quest'introduzione vuole portarvi ad affrontare l'annoso problemi dei prezzi di copertina degli albi a fumetti, sopratutto di quelli prodotti e pubblicati direttamente dall'editore. 
Stiamo ovviamente parlando del più grande editore italiano di fumetti ossia Sergio Bonelli Editore, recentemente finita al centro di una bufera senza precedenti. 
Ci soffermiamo sulla questione dopo che le acque si sono calmate perché non siamo interessati a cavalcare l'onda delle polemiche, bensì a trattare la questione con lucidità e raziocinio.
L'annuncio dell'aumento di 30 centesimi a partire dal numero di giugno di Dylan Dog, una fra le testate simbolo dell'editore, ha portato i fan ad assalire senza alcuna remora la pagina facebook ufficiale dell'indagatore dell'occulto, che riportiamo di seguito:
"Per chiarire (e questo sarà l'unico intervento che faremo su questa pagina riguardo ai prezzi perché non vogliamo fare polemica con voi): un albo di Dylan Dog è composto da 94 pagine di fumetto. In USA, un albo di 20 pagine (a colori, è vero) e venduto a quasi 4 dollari. In Francia, un albo di 48 pagine (di grande formato, a colori, su carta lucida e cartonato) è venduto a 14-16 euro. Se non vi interessano i paragoni con gli altri mercati, parliamo dei costi di produzione vivi (sceneggiatura, disegno, lettering, cura redazionale, ESCLUSA la stampa): per realizzare UNA singola pagina di Dylan Dog ci vogliono COME MINIMO 350 euro. Parliamo di tempi: per realizzare un albo ci vogliono COME MINIMO 10 mesi. A fronte di tutto questo, il prezzo di vendita degli albi Bonelli (ma dell'editoria a fumetti da edicola italiana in genere) è assolutamente basso. Aggiungiamo: sono anni che non c'erano aumenti. Aggiungiamo ancora: con 3 euro e venti ci pagate UNA colazione in un bar di Roma (caffè, succo, cornetto, per essere precisi). Insomma, certi commenti ci sembrano un poco ingiusti."
Le principali critiche sono scaturite dal modo in cui i lettori hanno appreso dell'aumento – indicato sulla copertina dell'albo in anteprima – e dalla mancanza di spiegazioni e scuse da parte dell'editore. 
Dalle critiche si è velocemente scaturiti in veementi proteste ai limiti della correttezza, fino a veri e propri insulti rivolti anche agli artisti che hanno provato a spiegare le proprie posizioni.
I2uj9w
Quando ci si addentra nel capitolo prezzi di copertina ci si ritrova compressi fra due forze opposte difficilmente contingenti, lettori ed editori. I primi sono molto esigenti e richiedono sempre il meglio in ambito di confezione e contenuto, mentre chi vende deve presentare prodotti di successo e qualità riuscendo a far quadrare i conti aziendali. 
I motivi che concorrono nella decisione di aumentare il prezzo di una testata sono molteplici sebbene possiamo riassumerli in due grandi branche: aumentare il profitto o impossibilità di ottenere un introito consono alla sopravvivenza della pubblicazione.
Vista la natura di Sergio Bonelli Editore ci sentiamo di propendere verso la seconda opzione. 
Costi di gestione sempre maggiori dovuti anche al gran numero di figure professionali che concorrono alla creazione di un albo, con una lavorazione di mesi per ogni volume, sono all'ordine del giorno sopratutto durante l'attuale congiuntura economica.
Siamo consapevoli di quanto sia fastidioso dover pagare di più un bene o un servizio che fino a qualche mese prima era più economico, ma pensate questo: Dylan Dog costerà 3,20€, un prezzo che si allinea a quello di mercato e comunque inferiore rispetto ad altri titoli pubblicati dall'editore milanese. Pagare 30 centesimi in più ogni volume significherà finanziare e supportare l'editore, ultimamente criticato anche per la qualità dei racconti proposti. Il maggior sforzo finanziario richiesto ai lettori andrà di pari passo con un cambio di passo qualitativo annunciato già alla fine dello scorso anno , la cosiddetta Fase 2, i quali devono aver fiducia in un'editore che si fa carico da oltre 70 anni di intrattenerli con storie avvincenti ed inaspettate. Si dovrebbe così creare un legame di fiducia e stima reciproca fra lettore ed editore, entità indissolubilmente legate fra loro, produttore e fruitore che allo stesso tempo è anche primo e più importante finanziatore dell'azienda.
Questi elementi ci portano ad essere solidali con l'editore nella continua volontà di diffusione del fumetto "popolare" nel nostro Paese sicuri che, come sostengono gli autori stessi, la qualità dei futuri volumi varrà il sovrapprezzo pagato.
Chiedetevi quanto denaro può valere un ora di avventura e mistero immersi fra le pagine di Dylan Dog, per noi non ha prezzo.

Da non perdere questa settimana su Orgoglionerd

📺Fallout è la migliore serie TV della storia di Prime Video: è il secondo titolo più visto di sempre
🧚I Due Fantagenitori tornano con un reboot (senza Timmy), ecco il trailer
🦹‍♂️Tutto quello che c’è da sapere sui camei dell’ultimo episodio di X-Men ’97
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Mattia De Poi

Anche conosciuto come Il Nini, Mattia è il lato gioioso di Orgoglio Nerd. Biondo e curioso, è appassionato di ogni genere fumettistico, Gunpla e avventure. Portatelo in viaggio, all'organizzazione ci penserà lui.

Ti potrebbero interessare anche:

Commenti

  1. Del tutto d’accordo. Non compro Dylan da anni, ma per un soggettivo giudizio sulla qualità delle storie, ma questo è per l’appunto soggettivo. Facciamo il paragone con gli assurdi prezzi Star Comics?

  2. Sono nuovo fan di Dylan Dog. Alla veneranda età di 26 anni ho iniziato a leggerlo da primo volume. Non sono particolarmente amante del fumetto classico su carta poichè sono più affascinato da ciò che una storia mi lascia dentro che dal come la sfoglio.
    Mi sento di spezzare una lancia in favore dei lamentosi dell’aumento di prezzo per il seguente motivo. Da solo, mesi fa, ho provveduto alla bozza di un framework di commercio elettronico di materiale elettronico dedicato al formato elettronico di libri (quindi di fumetti). Con decine di pagine di documentazione e la applicazione standalone che volevo presentare a loro in pompa magna. Ho mandato loro un pacco con quanto vi ho detto, per tastare il terreno. Tutto ciò è stato fatto di mia spontanea iniziativa. Nel pacco ho anche amorevolmente lasciato due o tre pagine A4 bianche così da facilitare una loro risposta, magari a mano dato che la mia lettera di presentazione della idea a loro la scrissi con la mia mano destra e la mia Bic Nera.
    La risposta mi è arrivata molti mesi dopo, ma non è di questo che mi lamento. Sono stato liquidato con mezza facciata dicendo che un progetto simile alla mia proposta è già avviato. Punto.
    Pensate al guadagno che potrebbero fare vendendo i loro fumetti ANCHE in formato elettronico, e non solo di Dylan Dog! Un framework del genere non è lungo da sviluppare, anche con un semplicissimo team di 4 o 5 persone. Magari 3 programmatori e 2 tester.
    Mi sono sentito letteralmente buttato via. Tutto il mio lavoro, tutto il mio sacrificio, tutta la mia passione che stava nascendo, tutta la mia voglia di aiutare l’editore di grandi storie – scartati.
    Per questo non giustifico un aumento di prezzo. Stanno sfruttando la passione anche viva nel cuore dei pochi fan superstiti. E questi sono fatti.
    Se scrivo che sulla rete torrent ci sono tutti i volumi di Dylan Dog dal 1987 a pochi anni fa, mi bannate?

  3. Cioè, in pratica non accetti che abbiano alzato il prezzo di 30 centesimi di euro perché ti hanno silurato una proposta presentata con una lettera scritta a penna?

  4. Adesso m’hai fatto incazzare con le tue domandine da distratto, disattento, approssimativo e frettoloso. Quando leggi capisci quello che leggi, o leggi veloce e alla fine domandi a caso/a sensazione?
    Non ho scritto che non accetto: ho scritto che non giustifico.
    Certo che mi hanno silurato, non è per orgoglio che li critico, ma per le scelte che fanno. L’ aumento di 30 cent si poteva evitare investendo nell’ ecommerce. Punto. E te l’ho dimostrato col mio caso specifico. Hanno avuto tra le mani una tecnologia che faceva loro spendere meno dell’ 1% di quanto avrebbero ricavato da qui a 1 anno . Allora cazzo, non c’è la volontà manageriale, perchè quella economica è una scusa che non sta in piedi. La crisi non c’entra una ceppadiminchia. Te lo ripeto: vogliono spremere ancora di più i fan più resistenti, e non è giusto per nessuno.
    La lettera scritta a penna era di presentazione, ma la proposta di tutto il progetto era più serie e professionale: strutturata con documentazione e presentazione ppt.
    Stai più attento a quello che leggi e fai domande più opportune e rispettose nei confronti di chi sacrifica tempo e conoscenza GRATIS per aiutare e farsi notare chi ancora fa dell’ arte il suo business. cazzo.

  5. Seguo Dylan dal 2004. Era un Marzo qualunque mi sono trovato quasi per caso in un centro commerciale e c’era una copia ”La casa dei fantasmi” , la presi, giusto per avere qualcosa da fare quel pomeriggio pigro. DA ALLORA fu incubo a prima vista, non persi un numero, anzi a volte la storia mensile mi lascia talmente tanta voglia di leggere ancora che mi trovo a comprare anche un albo speciale che si discostano dalla storia classica (l’ultimo che ho letto era quello ambientato a LONDRA nel futuro con un Dylan distrutto dal rimorso per aver perso Groucho). Ciò nonostante questo aumento mi secca. Sia chiaro non smetterò mai di acquistare l’indagatore dell’incubo, ma non è il primo aumento che subisco in questi anni e temo che per colpa della crisi e di chi pensa che il digitale sia meglio dell’albo cartaceo (ILLUSI) non sarà l’ultimo. Speriamo solo che le storie ripaghino questo aumento! GIUDA BALLERINO!

  6. Stai molto sereno Bacchelli. Se ti attacchi alla parola “accetto” o “giustifico” sai che fai della semantica, perché il succo del tuo post, alla fine della fiera, è il non supportare l’aumento. Quindi non fare il professore di italiano. Ma andiamo avanti. Pensi veramente che un’azienda con una storia e mille problemi possa prendere una proposta arrivata per posta e assumerla come propria strategia aziendale? Questa è una domanda che, di per sé, dovrebbe dare una certa risposta. Aggiungi che siamo in Italia ma soprattutto aggiungi la storia della Bonelli, che è costellata di problemi e difficoltà, che deve oggi far convivere due anime, una di un management che cerca di innovare e una del braccio operativo più vicino a una bottega artigianale (in senso buono) che a un’azienda. Ammiro il tuo impegno, non sparare a zero su di me perché non sai cosa possa aver fatto anche io negli anni passati, siamo più simili di quanto tu non possa pensare. Ma il mio concetto è che un ritocco dei prezzi del proprio prodotto in un momento di difficoltà, che comunque garantisca il posizionamento concorrenziale sul mercato rispetto ai prodotti dei competitor, non è affatto una strategia aziendale errata.

  7. Son d’accordo, non è errata. Io penso sia evitabile approfondendo il commercio elettronico del materiale. Non per sostituire il cartaceo, quello spero non accada mai perchè ha tantissimi seguaci ed appassionati. Ma per affiancarsi, aiutandosi a vicenda.
    Una idea che funziona, presentata bene e con una proposta formale merita molta più considerazione, soprattutto in periodo di crisi e mille problemi. Conviene spendere tempo con uno sconosciuto che centinaia di migliaia di euro in consulenze. Per questo caso specifico, me la puoi appoggiare?

  8. Assolutamente sì, ma non penso proprio che stiano spendendo dei gran soldi in consulenze. Certamente sarebbe una bella Italia se un’azienda fosse aperta a proposte di marketing o sviluppo che arrivano dall’esterno. O per lo meno prenderle in considerazione. Certo, non possiamo sapere se effettivamente questo percorso era già stato intrapreso. Immagina la situazione: hai un dipendente o collaboratore che lavora con te da anni, a cui hai dato un compito. Lo silureresti perché arriva una proposta similare dall’esterno? Purtroppo tante volte ci sono di mezzo anche delle dinamiche interne che non possiamo conoscere o prevedere. Detto questo, io il 23 settembre mi trasferisco a Londra… per cui… :_D

  9. Sì, capisco gli equilibri interni da mantenere per quieto vivere e convenienza generale.
    L’ innovazione però ha un prezzo, e potrebbe essere proprio quello della rottura degli equilibri che “ci sono sempre stati”. Se non si accetta il rischio, si resta come si è, senza innovare nulla, e fra 2 anni ci saranno altri 30 cent di aumento, le stesse polemiche e lamentele che ci sono adesso (e chiudo con una battuta da bar generalizzatrice: “… e in sto paese non cambierà mai nulla”).
    Auguri per la nuova vita inglese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio