Con l’imminente uscita nelle sale di Jurassic World il tema “dinosauri” non è mai stato così caldo e dopo il nostro concorso (che potete trovare qui) abbiamo deciso di approfondire e parlare di polli. Avete capito bene. Ed ogni volta che si parla di questi giganteschi lucertoloni (i dinosauri, non i polli), la domanda puntualmente si ripresenta: “Ma è possibile riportare questi animali in vita?”
Abbiamo visto, in un nostro precedente articolo, come diversi gruppi di ricerca stiano lavorando sulla de-estinzione di diverse specie e come, in alcuni casi, ci siano quasi riusciti. La tecnologia quindi esiste e gli esperimenti procedono. Ma potremo mai sperare di vedere un placido brontosauro passeggiare alla ricerca di qualche fogliolina da mangiare? Con nostro grande rammarico, la risposta è totalmente negativa e le motivazioni sono chiare: per poter riportare in vita specie estinte serve il genoma completo dell’animale in questione ed in tutti questi anni di ricerche non è mai stato trovato DNA integro di dinosauro. I nostri amati lucertoloni sono vissuti in un periodo talmente remoto che i loro resti “molli” sono andati perduti e la nostra possibilità di farli rinascere è morta con loro.
Ma gli scienziati non si danno per vinti e, come accade in Jurassic World, si sono posti una nuova domanda “Ma è possibile creare nuove specie di dinosauro?”. Ed incredibilmente, in questo caso, la risposta non è completamente negativa…
Jack Horner, famoso paleontologo dell’University Of Montana, ha deciso di affrontare la “questione dinosauri” da una nuova angolazione, pubblicando un testo dal titolo “How to Build a Dinosaur: The New Science of Reverse Evolution” (“Come costruire un dinosauro: la nuova scienza dell’evoluzione inversa”) in cui espone il suo progetto di rinascita dei dinosauri mediante manipolazione del DNA di pollo. Esatto, POLLO! Basandosi sulle nuove ricerche e sui nuovi sviluppi della biologia evoluzionistica, Horner afferma che è possibile lavorare su una sorta di “riavvolgimento dell’evoluzione” andando a modificare il codice genetico dei dinosauri che tutt'ora vive negli uccelli moderni.
Che i volatili moderni siano strettamente imparentati con i dinosauri è ormai un dato certo per l’intera comunità scientifica, tanto da portare numerosi scienziati ad etichettarli come unici superstiti del gruppo Dinosauria. La dimostrazione alla base di questa teoria verrebbe da una sorta di “anello di congiunzione” che presenta caratteristiche intermedie tra dinosauri ed uccelli: l’Archeotterige. Questo animale, vissuto nel giurassico (150 milioni di anni fa), conserva alcune caratteristiche tipiche dei dinosauri come le dita delle ali mobili e formite di unghie, una lunga coda ossea e un becco provvisto di denti, ma ha una struttura ossea più leggera rispetto a quella degli altri dinosauri ed un piumaggio molto simile a quello dei nostri uccelli. Tutto questo unito a proteine ed altri componenti cellulari ritrovati nei reperti fossili risultanti simili sia per uccelli che per dinosauri, hanno portato Horner a pronunciare la sua più famosa e provocatoria affermazione: “Gli uccelli sono dinosauri viventi.”
Horner infatti è convinto che, grazie all'ingegneria genica, si possano andare a modificare alcuni meccanismi molecolari alla base dello sviluppo embrionale dei volatili moderni. Andando a stimolare particolari “geni ancestrali” presenti naturalmente nel DNA di pollo si può sperare di deviarne la crescita, facendo si che quelle caratteristiche “rettiliane”, potenzialmente contenute negli embrioni, vengano espresse nell’animale adulto e non vengano silenziate o scartare come accade normalmente in natura. Horner sostiene che siano quattro le modifiche raggiungibili e assolutamente necessarie alla gallina per poter essere tramutata nel Pollosauro: una lunga coda, una bocca modificata che possa contenere denti e la riconversione di ali in braccia e mani.
Tutto questo, per il momento, è puramente speculativo. Gli esperimenti sono partiti ed il team sta studiando, ma sono comunque ben lontani dell’ottenere i risultati sperati. Horner stesso afferma di dover ancora fare grandi passi e superare numerosi ostacoli prima di poter creare qualcosa anche lontanamente simile alla nuova specie immaginata.
Ma forse non siamo poi così lontani dall’ ”Avvento del Pollosauro”… Lo scorso 12 maggio, sul Journal Evolution, è stata pubblicata la ricerca di un team di scienziati americani che è riuscito a convertire il becco di un embrione di pollo in un muso simile a quello del dinosauro. Dopo aver studiato le differenze fra lo sviluppo embrionale del becco di gallina e quello del muso di alligatore e lucertola, i ricercatori hanno scoperto che sono solo due i principali geni responsabili dello sviluppo facciale di entrambe le classi. La differenza di morfologia tra rettili e volatili sta proprio nello stato di attivazione o disattivazione di quest’ultimi e nella conseguente produzione (o mancanza) di proteine specifiche per lo sviluppo del becco. Così, andando a modificare l’attività di questi specifici geni in un embrione di pollo, gli studiosi di Harvard, sono riusciti a farlo sviluppare (senza farlo nascere) con tutte le caratteristiche proprie della gallina ed un muso simile a quello del dinosauro.
Lo scopo della ricerca era verificare se queste molecole fossero realmente in grado di modificare l’anatomia dell’animale, confermando in questo modo la storia evolutiva che è alla base dei volatili moderni. Ma l’esperimento ha anche dimostrato, seppur in maniera involontaria, come le idee del Pollosauro di Horner (per quanto lontane dalla loro realizzazione) siano in un qualche modo possibili. La modifica del muso è stata ottenuta… Ma potremmo davvero creare un dinosauro partendo da un embrione di gallina? E se la risposta risulterà affermativa, il Chickenosaurus si potrà realmente considerare una nuova specie di dinosauro? Un dubbio poi aleggia sul lavoro di Horner: “è da considerarsi etica, quindi fattibile, una modifica così arbitraria di una specie solo per poter riportare in vita animali estinti migliaia di anni fa?” Voi che ne pensate?
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L’immagine dell’embrione di gallina con testa di dinosauro fa venire gli incubi XD Comunque penso che riportare in vita animali estinti possa avere un senso, ad esempio riparare alcuni errori commessi dagli umani stessi, che hanno deliberatamente sterminato alcune specie provocando grossi danni all’equilibrio naturale. Ma si parla ovviamente di specie “recenti”. Riportare in vita i dinosauri non servirebbe proprio a niente, anzi, causerebbe gli stessi squilibri di cui sopra.
Io risponderei con…rivogliamo il Dodo!
So anche, che con poco sforzo, è possibile trasformare in pollo qualsiasi persona.
Basta raggirarlo!
Bell’articolo!
Qui “si gioca a fare dio”