“Ciao a tutti! Benvenuti nel mondo dei Pokémon.
Mi chiamo Oak! Però la gente mi chiama Professore dei Pokémon!”
Le ricordate? Sono le parole con cui migliaia, milioni di noi hanno iniziato la propria avventura nel mondo dei Pokémon.
Sono ormai passati 17 anni dall’uscita giapponese di Pokémon Rosso e Verde, titoli per Game Boy che hanno decretato l’inizio del successo planetario del fenomeno Pokémon.
Durante questi anni i mostriciattoli tascabili sono cambiati. Da 151 che erano in origine, con la sesta generazione supereranno i 700. Sono stati aggiunti tipi, mosse, abilità, regioni da esplorare, funzioni che permettono di metterci in contatto via internet con gli allenatori di tutto il mondo.
Anche noi siamo cambiati. Molti erano bambini quando hanno messo per la prima volta le mani su Pokémon Rosso o Blu.
Adesso siamo adulti. E siamo, gran parte di noi, pronti a buttarci nella nuova avventura di Pokémon X e Y.
Dopo tutto questo tempo non sarà il caso di ricordare da dove siamo partiti?
Non sarà il caso di ritornare alle origini?
Pokémon Origin è uno special sotto forma di anime che ripercorre la storia originale di Pokémon Rosso e Verde (Blu per noi occidentali).
Dimenticate Ash. Dimenticate il fatto che dopo diciassette stagioni riesca ancora a farsi battere dagli allenatori più mediocri. Dimenticate la sua irritante tendenza ad abbandonare o a riporre nel dimenticatoio ogni Pokémon decente che riesca a ottenere (ogni riferimento a Charizard è puramente voluto).
L’anime si apre con scene estremamente familiari per chiunque abbia giocato ai titoli almeno una volta: la mitica presentazione del Prof. Oak e il brevissimo spezzone di lotta tra un Nidorino e un Gengar.
Red, il nostro protagonista, è in ritardo per l’appuntamento con il Professore che deve parlargli riguardo a qualcosa di estremamente importante. Contemporaneamente al Laboratorio arriva Green, il rivale di sempre.
Indovinate un po’?
Ovviamente il Professor Oak li ha contattati per donargli il primo pokémon e affidare loro una missione: riempire il Pokédex: l’enciclopedia virtuale con i dati di ogni pokémon esistente.
Red sceglie Charmander come proprio starter e parte verso la sua avventura per diventare il più grande allenatore di tutti i tempi.
Lo special si divide in quattro parti da ventidue minuti ciascuna: l’inizio del percorso di Red e la battaglia contro Brock, l’arrivo a Lavandonia e la prima lotta contro il Team Rocket per la liberazione di Mr. Fuji, la lotta contro Giovanni e l’ottenimento della Medaglia Terra, l’ultimo combattimento contro Green all’Altopiano Blu e, infine, la cattura di Mewtwo.
La fedeltà con la storia originale, soprattutto per chi si è sempre “arrangiato” con l’anime tradizionale, è graditissima e sconcertante. Alcune situazioni sono un po’ romanzate (lo scontro con la madre di Cubone nella Torre Pokémon, ad esempio) o accelerate per questioni di tempo, ma è pur vero che vedere ogni singola lotta con ogni singolo allenatore o capopalestra probabilmente sarebbe stato noioso.
Alcune tracce musicali del gioco sono state riadattate come colonna sonora e certamente risentirle vi farà scendere almeno un piacevole brivido lungo la schiena. Perfino gli allenatori di sfondo che Red incontra sul suo cammino e che compaiono anche solo per pochi secondi sono gli stessi.
Red siamo noi, ciò che eravamo quando passavamo ore e ore incollati al Game Boy. La sua gioia all’ottenimento di una medaglia, alla cattura di un pokémon raro, all’ottenimento del titolo di Campione della Lega Pokémon è quella che era la nostra stessa gioia nelle medesime situazioni.
L’anime differisce completamente dalla storia del gioco solamente in un’occasione. Mr. Fuji infatti, consegna a Red una scatola con due piccole sfere che durante la battaglia contro Mewtwo consentono al Charizard del protagonista… di trasformarsi in MegaCharizard.
La cosa risulta particolarmente strana considerando che durante tutto l’anime non c’è minimamente accenno alle generazioni dalla seconda in poi. Trovata commerciale per fare ulteriore pubblicità a Pokémon X e Y? Forse.
Pokémon Origins resta, comunque, un anime estremamente valido e consigliato per tutti gli appassionati: sia per chi vuol rivivere i vecchi tempi con un filo di nostalgia, sia per chi non ha avuto modo di giocare a quelli che sono i pilastri della storia dei Pokémon.