Tra tutti i personaggi che hanno caratterizzato la prima “wave” della YouTube italiana, i The Jackal si sono da subito distinti. I loro progetti erano qualitativamente più curati della media e con il tempo hanno saputo mettersi in gioco in tanti modi differenti, modificando parte del proprio cast e spaziando su tanti media diversi oltre al web. E oggi tornano con una nuova serie TV per Prime Video, intitolata Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget. Noi abbiamo visto tutti gli episodi in anteprima e siamo pronti a parlarvene…
Pesci piccoli: una serie TV più personale per i The Jackal
Non è la prima volta che questo team si approccia alla serialità: già c’era stato un primo tentativo nel 2021 con la romantica Generazione 56K. In questo caso però c’è una vicinanza molto più forte tra il brand The Jackal e il risultato finale. Pesci piccoli è una serie TV ambientata in un’agenzia di comunicazione, che vede tra i suoi attori principali gli stessi volti che i fan del gruppo hanno imparato a conoscere: Ciro, Fabio, Aurora e Fru, che nello show mantengono i propri nomi (e le proprie personalità).
A scombinare il tutto è Greta, la nuova arrivata in agenzia. Si tratta di una nuova manager, la seconda nella scala di comando, inviata in questa filiale direttamente dalla sede centrale dopo un incidente con un talent per una campagna. Da subito si porrà in contrasto con tutti, mostrandosi severa e autoritaria, faticando quindi a integrarsi nel nuovo ambiente. Che in ogni caso, spera di lasciare presto per tornare alla sede centrale.
Pesci piccoli si innesta perfettamente sul filone delle serie TV “da ufficio”, dichiarandolo anche in maniera esplicita in almeno un’occasione. Al suo interno è facile individuare tantissimi espedienti ricorrenti e ispirazioni, a partire da un evidente richiamo a Benvenuti al Sud pur se spogliato del suo aspetto più territoriale.
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Facciamo la conoscenza di un buon cast di personaggi, che si amalgamano molto bene. Il team sfrutta chiaramente la familiarità con i personaggi dei propri video, creando così una connessione fin da subito con il pubblico. E ci regala davvero ottimi momenti di risate, soprattutto grazie alla figura di Fru, forse la più fedele in assoluto alla versione del web.
Avremmo voluto di più
Nel corso degli episodi assistiamo ad alcuni momenti di vita di agenzia. Le classiche crisi lavorative da risolvere (che nel primo episodio ci assicurano non essere assolutamente ispirate a fatti reali accaduti a The Jackal) che si incrociano con quelle personali, tra amicizie, amori che nascono e finiscono e altre questioni dei singoli personaggi.
Come anticipato, il tutto funziona. Ci siamo goduti tutta la serie TV in un’unica sessione, saltando curiosissimi da un episodio all’altro, godendo in pieno del tono leggero e delle scelte comiche supportate dalle interpretazioni più che meritevoli di tutti i protagonisti. Ma proprio il fatto che sia finita in un’unica sera è il problema.
C’è indubbiamente una parte positiva di “datemi altri episodi” in questo, ma c’è anche il fatto che più che una stagione di una serie TV, Pesci piccoli sembra solo il prologo. Facciamo la conoscenza dei personaggi e possiamo intuire una loro crescita, ma con solo sei episodi non hanno davvero spazio per un arco narrativo.
E così arriviamo all’episodio finale senza la sensazione di un climax concreto, per quanto si provi a costruire un cliffhanger interessante. È come se il gioco finisse appena dopo essere iniziato, proprio quando abbiamo iniziato ad affezionarci davvero ai personaggi e alle loro dinamiche, a capire quali potrebbero essere le loro direzioni.
Pesci piccoli: la serie dei The Jackal merita una seconda stagione (almeno) doppia
Naturalmente questa critica non è da leggersi come un invito a non guardare Pesci piccoli, anzi: si tratta di una serie TV decisamente meritevole nel panorama italiano e proprio per questo ci auguriamo abbia ottimi risultati che la portino ad avere ancora più spazio. La nostra speranza è che una eventuale seconda stagione possa avere ancora più episodi, che possano davvero espandere alcune storyline rimaste in secondo piano nella prima.
Dopotutto non sarebbe il primo caso di una serie TV da ufficio che parte con una stagione da sei puntate, per poi diventare un successo incredibile. Chissà che anche Pesci piccoli non possa seguire una traiettoria simile…