Perché Die Hard è a tutti gli effetti un film natalizio
22 Dicembre 2017
5 minuti
Ogni anno inizia prima. Ormai i primi segni si vedono già verso metà novembre. Sei lì che stai ancora recuperando i ritmi dopo il week-end di Lucca Comics & Games, ti cade l'occhio su una vetrina e noti del verde e del rosso. Passa qualche giorno e scorgi una ghirlanda, poi due, poi tre. Alzi gli occhi al cielo alla ricerca di Superman e vedi una scritta luminosa: "AUGURI". Da lì in poi, la valanga è definitivamente partita e non si può più fermare in alcun modo: il Natale è arrivato con tutto il suo carico di alberi decorati, regali, neve e falalalalà!
E poco importa se amate questo periodo o se più si avvicina il 25 dicembre più diventate verdi come dei novelli Grinch, quasi tutti abbiamo una o più tradizioni che portiamo sempre avanti anno dopo anno dopo anno e molto spesso si tratta della visione di un film. Come potrebbe essere altrimenti, visto l'incredibile numero di pellicole dedicate a questa festività? Ci sono classici intramontabili, come Il miracolo della 34ª strada o La vita è meravigliosa, opere più recenti come Elf o Mamma ho perso l'aereo, innumerevoli trasposizioni del Canto di Natale di Charles Dickens tra cui consigliamo S.O.S. fantasmi con Bill Murray (tanto la versione di Zio Paperone già la conoscete) e tantissimi altri. Tra questi, meriterebbe una menzione anche Die Hard, film d'azione che ha lanciato la carriera di Bruce Willis, tuttavia raramente viene considerato negli elenchi di film natalizi. Secondo noi è ingiusto e ora vi raccontiamo il perché.
Prima di tutto è importante sottolineare un dato rilevante: nonostante quello che si potrebbe essere portati a pensare considerato il genere a cui appartiene, Die Hard è un'opera di grande qualità. L'interpretazione offerta da Willis e soprattutto da Alan Rickman, nei panni del perfido Hans Gruber, è davvero indimenticabile, ma il vero pregio del film è la sua sceneggiatura. Tra one-liner inserite perfettamente ed entrate nella storia del cinema e uno scontro a distanza perfettamente orchestrato tra un livello fisico ed uno mentale, vengono inseriti o suggeriti numerosissimi pezzi di un puzzle che secondo dopo secondo acquistano sempre più significato. Pensate semplicemente all'importanza che assume il consiglio di togliersi le scarpe una volta atterrato, che John McClane riceve nei primissimi minuti del film. Eccezionale, letteralmente eccezionale.
Appurato quindi che Die Hard è un film che merita, per quale ragione dovrebbe essere considerato un film natalizio? Potrebbe essere sufficiente dire che si svolge interamente durante la Vigilia di Natale per chiudere il discorso, ma sarebbe una via troppo semplice e, per certi versi, non troppo precisa: non basta una data sul calendario a rendere un film natalizio, serve un minimo di atmosfera.
Fortunatamente, la prima avventura di John McClane non manca di ricordare a più riprese il periodo speciale in cui è ambientata. Sono tantissimi i momenti in cui sono presenti canzoni natalizie, che siano trasmesse dalle casse della limousine di Argyle, fischiettate da uno dei personaggi o semplicemente inserite durante i titoli di coda come la mitica Let It Snow. L'intera vicenda poi, prende il via durante una festa aziendale di Natale con decorazioni di ogni tipo, a cui il protagonista partecipa perché è un padre separato che decide di passare il Natale con la sua famiglia (figura ricorrente nei film natalizi). E anche nelle scene più violente ci sono forti richiami alle festività: i "terroristi" di Gruber scoprono della presenza di McClane in una sequenza diventata storia, in cui viene ritrovato un cadavere con un cappello di Babbo Natale e la scritta "Now I have a machine gun Ho-Ho-Ho". Ma manca ancora qualcosa.
Potremmo dire che una forte ambientazione è una condizione necessaria, ma non sufficiente a rendere un film davvero natalizio. L'ingrediente segreto è il superamento di un trauma o più in generale di un ostacolo in nome di un valore superiore, che fa da ciliegina sull'inevitabile lieto fine. Se volete un esempio, pensate alla depressione di George ne La vita è meravigliosa o al dolore per la morte del padre in Jack Frost. Anche in questo caso, Die Hard si fa trovare preparato. Un primo momento di questo tipo lo abbiamo quando John e Holly decidono di mettere da parte i loro contrasti e tornare ad essere una vera famiglia, ma la vera catarsi è quella di Al Powell che in nome della giustizia e della sua nuova amicizia con McClane, supera il blocco psicologico che lo ha tenuto lontano dal servizio sulle strade, estrae la pistola e uccide il redivivo Karl. Insomma, la conferma definitiva del fatto che Die Hard è un film natalizio sono cinque colpi di pistola. A suo modo, è poetico.
Conclusa l'analisi, portate le prove sul banco ed emesso un verdetto positivo, non resta che un ultimo passaggio: lanciare la sfida. Ora che sappiamo che ha tutte le carte in regola, rendiamo Die Hard un vero e proprio classico natalizio, simbolo delle feste come tante altre pellicole (a volte anche in maniera assolutamente immeritata). Quest'anno, dopo il pranzo luculliano, sediamoci tutti insieme sul divano, accendiamo il televisore e accompagniamo ancora una volta John McClane nelle sue emozionanti avventure.
Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.
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Non si poteva scrivere meglio quest’articolo. Bravo Mattia!