Proseguono gli articoli di preparazione al nostro viaggio in Sri Lanka e torna in nostro aiuto Willy Guasti di Zoosparkle. Argomento di oggi: la fauna.
Lo Sri Lanka è “solo” la venticinquesima isola del mondo per dimensioni, ma ha pur sempre più di 67.000 km2 di estensione. Ed è un’isola. Questo, specie se si parla d’animali, non va mai sottovalutato. Le isole sono porzioni di terra isolate (per l’appunto) dai continenti, e sulle quali l’evoluzione ha decisamente di che divertirsi; questa loro separazione dall’estesa terra emersa fa si che gli organismi si modifichino e si adattino in circostanze molto speciali, senza quasi avere “scambi” col mondo esterno.
Talvolta gli animali insulari vanno incontro a fenomeni di speciazione singolari, noti come “gigantismo insulare” e “nanismo insulare”; nel primo caso, animali continentali di piccole dimensioni si trovano senza predatori e con cibo abbondante, e quindi la selezione naturale non premia più i discendenti di chi è piccolo e discreto, ma quelli di chi è robusto e ha la possibilità di nutrirsi di più e meglio. Ne risulta un animale che sui continenti non avrebbe mai avuto la possibilità di crescere così tanto (un esempio arcinoto sono le testuggini delle Galapagos). Nell’altro caso, un animale di grossa taglia si ritrova in uno spazio ristretto (o comunque un ambiente che non supporta, soprattutto a livello di cibo disponibile, una popolazione di animali così grandi), e la selezione naturale agisce al contrario… ovvero, premiando i discendenti di chi si “accontenta di poco” e selezionando quindi gli esemplari di dimensioni minori, che riusciranno a riprodursi e passare i loro geni alla successiva generazione meglio di quelli che non hanno di che saziarsi. Questa è la pressione selettiva che ha reso nane varie specie di elefanti che vivevano, fino a non troppo tempo fa, in diverse isole del Mediterraneo.
Sulle isole c’è spesso un’alta frequenza di endemismi: significa, in sostanza, che certi organismi li troviamo soltanto lì, e in nessun altro posto al mondo: di tutte le specie di animali presenti in quest’isola, il 16% sono endemiche! E’ in assoluto uno dei più alti tassi di endemismo al mondo, senza contare che molte specie di piccole dimensioni potrebbero essere sfuggite agli occhi dei ricercatori.
Lo Sri Lanka costituisce uno dei 34 HotSpot di Biodiversità del mondo; e l’area protetta dalla Riserva di Sinharaja fa parte fin dal 1989 della lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Delle 125 specie di mammiferi rappresentate nell’isola, 16 sono introvabili in qualunque altro posto! Un mammifero davvero importante, anche a livello culturale, è l’Elefante asiatico dello Sri Lanka (Elphas maximus maximus). Di lui parlerò in un articolo dedicato, perché altrimenti rischia di prendersi tutta la scena (e non solo perché è grosso); vi basti sapere che questa porzione di terra è tradizionalmente nota anche col nome di “isola degli elefanti”. Le acque che circondano l’isola ospitano 28 specie di cetacei tanto che lo Sri Lanka si sta via via affermando come meta per il Whale Watching. Assieme ai ben noti giganti ci sono anche specie “lillipuziane”, come la Neofocena (Neophocaena phocaenoides), lunga a volte meno di due metri.
Alcuni di questi animali sono solo visitatori occasionali, altri invece sono residenti.
Per quanto riguarda i dinosauri, lo Sri Lanka è messo piuttosto bene. Ci sono 219 specie residenti, ma il numero totale di specie registrate ad oggi (contando anche quelle migratrici o occasionalmente registrate) è 492. Se c’è qualcosa che vi suona strano, beh.. non dovrebbe! Gli uccelli sono dinosauri, d’altronde.
BirdLife International ha riconosciuto il Sri Lanka come una “Endemic Bird Area” e ciò lo rende importante per la conservazione di molte specie di questi eleganti animali; tali aree infatti ospitano specie di uccelli diffusi in aree molto ristrette e dalle peculiari specializzazioni. Ci sono 23 specie di uccelli endemiche nell’isola, tra cui la bellissima Gazza Blu dello Sri Lanka (Urocissa ornata), che i nativi chiamano kehibella.
La perdita dell’habitat è un flagello per gli uccelli, ma nonostante tutto l’isola continua a regalare sorprese; parlando di pennuti, l’ultima ce l’ha fatta nel 2004, quando è stato descritto l’ Otus thilohoffmanni, un gufetto latitante che è stato tradito dal suo richiamo particolare. In Sri Lanka non si scoprivano nuovi uccelli dal 1868, per cui è stata una bella sorpresa.
177 specie diverse di rettili abitano l’isola; 107 sono endemiche, e la maggior parte (98) sono serpenti. Lo Sri Lanka è infatti un paradiso per i serpenti, ma niente paura: solo 5 specie sono pericolose per l’uomo, e i serpenti di certo hanno di meglio da fare che sprecare il loro costoso veleno mordendovi. Ad ogni modo, un po’ di prudenza non guasta; questi cinque personaggi sono infatti la Vipera di Russel (Daboia russellii), il Cobra indiano (Naja naja), il Bungaro comune (Bungarus caeruleus), il Bungaro dello Sri Lanka (Bungarus ceylonicus, endemico) e la Vipera rostrata (Echis carinatus). Ci sarebbe anche la vipera dal naso gobbo (Hypnale hypnale, anch’essa endemica), che non è velenosa come gli altri ma è responsabile del maggior numero di morsi all’anno.
Paradossalmente, il serpente più imponente dell’isola, il Pitone delle rocce Indiano (Python molurus), non è assolutamente velenoso (anche se può toccare, in casi eccezionali, i 7 metri di lunghezza).
In Sri Lanka la guerra civile è cessata nel 2009; da allora, la popolarità dell’isola come meta d’eccezione per gli amanti della natura è cresciuta esponenzialmente, arrivando nel 2012 ad accogliere più di un milione di turisti. La salvaguardia dell’ambiente è una delle priorità dell’isola, e sempre più organizzazioni si impegnano per rendere più roseo il futuro delle specie che la abitano, aumentando anche i posti di lavoro per la popolazione autoctona.
Non perdetevi il terzo appuntamento con lo Speciale scientifico dedicato allo Sri Lanka. Appuntamento a domenica 27 agosto! (Intanto godetevi il Podcast)
Testi di Willy Guasti
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