Come avete già avuto modo di leggere qui, Wreck-it Ralph non c'è piaciuto quanto ci aspettavamo. Il trailer confezionato a regola d'arte ci aveva tratto in inganno “promettendoci” sensazioni che poi abbiamo vissuto in maniera un po' ovattata.
Ma non siamo qui per approfondire ulteriormente “Ralph Spaccatutto”, vogliamo invece discutere del breve corto d'animazione Disney che precede la pellicola, di poco più di sei minuti e dal misterioso titolo di “Paperman”.
Il cinema è Arte e l'arte è sentimento, affronteremo più in là le corbellerie tecniche, ora vogliamo lasciarci trasportare dal vento.
Paperman soffia una brezza vintage e romantica nei cuori di chi lo guarda, l'amore semplice, romantico, un po' magico sboccia anche in un mondo bianco e nero.
Quando vedi le labbra rosse di lei, ti sembrano l'unica cosa che abbia un colore in questo mondo, allora devi seguirle e tornare a cercarle.
Nessuno riceve tanti sguardi storti quanto un innamorato. Come spesso accade, anche in Paperman, è il ragazzo che lotta strenuamente per cogliere l'opportunità sprecata, nascosta da un foglio di carta sul volto.
Di questo parla il cortometraggio: di una metropoli grigia ma luminosa, di una storia d'amore tra due giovani, di un momento perso e la lotta per riaverne un altro.
Quanti sguardi storti saremmo disposti ad attirare su di noi pur di trovare l'amore? Anzi, pur di avere la possibilità di trovarlo? Non è una domanda facile, ad occhi chiusi tutti risponderemmo che non c'è niente che non faremmo per romanticismo, ma sulla carta è diverso.
E allora la vedrete, tra la folla, è lei, le sue labbra rosse sovrastano i volti scontenti. C'è una forza che ci trascina verso di lei, una forza di carta. Apparentemente fragile, ma tagliente e flessibile. Proprio come l'Amore, la carta brucia in un attimo e va maneggiata con attenzione, è la carta che ci spinge verso di lei e la sua bocca, ovunque sia nella città bianca e nera, ora è sparita, ora c'è di nuovo, non importa, sappiamo che Meg è là, anche George lo sa.
Paperman, di John Kahrs, è un turbine di vento che travolge, ci riempie di coriandoli di carta e ci lascia con un segno di rossetto sulla guancia.
Il cortometraggio sarà probabilmente in lizza per gli Oscar 2013 e, grazie al suo stile ibrido fra computer grafica e animazione tradizionale, sembra riuscire a trovare il punto di incontro tra le due arti. E anche questa è una specie di storia romantica.
Dal taglio di capelli di Meg possiamo intuire che Paperman è ambientato negli anni 40, nella New York post depressione quando i giovani erano pieni di speranza e nessuno si sarebbe immaginato il peso di una seconda guerra mondiale.
Un capolavoro del genere romantico, semplice e confezionato in uno stile perfetto, sofisticato ed elegante.
Kristina Reed e John Lasseter, produttori, non sbagliano e continuano a farci respirare l'aria di una Disney dei tempi d'oro, con sprazzi di Fantasia 2000.
Kahrs, il regista, apre il cuore facendoci scorgere la scintilla di un sentimento reale.
Reale perché non ci troviamo di fronte al romanticismo smielato marca Disney, ma ad un sentimento più adulto, magico ma consapevole, metaforico non incredibile. Un Amore che non lascia spazio a principi azzurri e cavalli bianchi, ma ruota attorno ad una fermata della metro grigia quanto solo quanto può esserlo la vita e alle labbra rosse di una donna.
Ed è proprio attorno a quel rosso che il mondo gira, non trovate?