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Oscar, la controversia sulla candidatura di Andrea Riseborough: cosa sta succedendo?

Perché tutti stanno parlando di "To Leslie" e della sua campagna per gli Academy Awards

L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di voler condurre “una revisione delle procedure della campagna attorno ai candidati di quest’anno”. Questo ha fatto nascere una controversia attorno alla candidatura a sorpresa di Andrea Riseborough agli Oscar 2023 come miglior attrice per il To Leslie. Ma cosa sta succedendo realmente? E come funzionano le “campagne” degli Oscar?

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Oscar 2023, la controversia per la candidatura di Andrea Riseborough spiegata

Dopo le nomination agli Oscar 2023, sono emerse alcune sorprese. Dal successo di Everything Everywhere All At Once con 11 candidature, fino alla sorpresa di Paul Mescal per Aftersun come miglior attore. Ma la Nomination di Andrea Riseborough per To Leslie ha suscitato il maggior scalpore. Principalmente perché, sebbene il film abbia ricevuto diverse recensioni positive negli Stati Uniti, non era fra i film considerati papabili prima dell’uscita. Ed è un lungometraggio che in pochi hanno visto.

Questo ha fatto sospettare che l’Academy parlasse di lei quanto ha diramato questo comunicato stampa:

L’obiettivo dell’Academy è garantire che il concorso sia condotto in modo equo ed etico e ci impegniamo a garantire un processo di premiazione inclusivo. Stiamo conducendo una revisione delle procedure della campagna attorno ai candidati di quest’anno, per garantire che nessuna linea guida sia stata violata e per informarci se potrebbero essere necessarie modifiche alle linee guida in una nuova era di social media e comunicazione digitale. Abbiamo fiducia nell’integrità delle nostre procedure di nomina e di voto e sosteniamo autentiche campagne dal basso per prestazioni eccezionali.

dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences

Come potete leggere, non c’è nessun riferimento al film To Leslie. Ma il riferimento alle “campagne dal basso” (in inglese “grassroot campaigns”) fa proprio pensare a questo film.

La campagna per gli Academy Awards

Andrea Riseborough to leslie candidatura oscar-min

Il termine “campagna” fa pensare a quella elettorale. E forse i meno avvezzi al mondo degli Oscar potrebbero sorprendersi. Eppure, fin dalla nascita dell’istituzione, l‘Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS) ha previsto la possibilità che i membri pubblicizzino il proprio film.

L’Academy ha circa 6500 membri che votano nelle varie categorie che vediamo agli Oscar. Pur con qualche eccezione, funziona che per le singole categorie votino gli esperti: per la miglior attrice votano le attrici, per la miglior regia i registi, ecc. Tutti votano poi per il miglior film.

Questo significa che per ottenere una Nomination, non serve convincere il pubblico intero ma solo chi vota all’Academy. To Leslie, distribuito negli USA per un incasso totale di 27 mila dollari, ha ottenuto comunque una Nomination. Perché ha condotto bene la campagna per far vedere il film alle persone che votano: sebbene in poche persone l’abbiano visto, lo hanno fatto le attrici che votano per l’Oscar alla Miglior Attrice Protagonista.

Le attrici per To Leslie

La controversia della candidatura di Andrea Riseborough agli Oscar 2023 riguarda soprattutto la sua campagna “porta a porta” condotta. Diverse attrici famose hanno postato lodi enormi di Riseborough online. Kate Winslet ha addirittura detto che era “La più grande performance femminile che abbia mai visto”.

Andrea Riseborough oscar candidatura controversia-min

L’AMPAS non ha regole specifiche per come i colleghi possano influenzare il voto. Ma chi contesta la candidatura di Andrea Riseborough agli Oscar 2023 si chiede se questo tipo di pressione è nello spirito della competizione. Mentre le attrici che hanno postato online e che hanno invitato le colleghe a vedere il film lo hanno fatto solo per far sì che il film fosse visto: nessuna di loro aveva spille con scritto “Vota Risenborough” o ha obbligato qualcuno a farlo.

Quindi la domanda è: ottenere il sostegno di colleghe attrici per far vedere il proprio film a chi vota all’Academy sfalsa il voto? Film come Avatar e Top Gun non hanno bisogno di farlo perché arrivano in tutti i cinema del mondo, tanto che i membri dell’Academy dovrebbero impegnarsi per non vederli. E hanno inoltre grandi studios che conducono campagne anche molto costose per assicurarsi che gli elettori dell’Academy amino il film. Gli indie come To Leslie possono trovare una via alternativa per farsi notare?

Come finirà la controversia per la candidatura di Andrea Riseborough agli Oscar 2023?

L’AMPAS in passato ha punito membri che hanno violato la legittimità del processo di nomination. Quando Nicolas Chartier, produttore di Hurt Locker, inviò delle email per chiedere di non votare per Avatar, fu bandito dalla cerimonia degli Oscar. Ma ritirò lo stesso la propria statuetta per il Miglior Film qualche settimana dopo.

Quando invece Bruce Broughton ha inviato email a tutti i membri della sezione musicale dell’Academy spiegando come votare per la sua canzone in Alone Yet Not Alone, ottenne la nomination. Ma l’AMPAS la rimosse dopo che Deadline pubblicò la notizia sulle email e rimosse la nomination: quell’anno si votò per solo quattro canzoni.

Al momento, sembra invece che la campagna di To Leslie non abbia ricevuto alcuna lamentala “formale” e sembra che non ci saranno provvedimenti di alcun tipo. Soprattutto dopo che alcune attrici come Christina Ricci hanno preso posizione contro una revoca delle nomina.

Piuttosto, l’anno prossimo l’AMPAS potrebbe pubblicare regole più precise sulle campagne per gli Oscar. Ma dovranno fare attenzione a non promuovere solo quelle “tradizionali”, sostenute dai grandi studios, per evitare di alimentare altre controversie. Soprattutto perché il pubblico tendenzialmente non apprezza la “politica” dietro ai premi. Anche perché si tratta di arte, splendida e soggettiva: il fatto che ci siano giochi di potere dietro le nomination sottolinea il fatto che solo guardando un film possiamo capire davvero se davvero ci emoziona. Non c’è nomination che batta qualche lacrima al cinema.

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Fonti
Deadline

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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