Da settimane nei media mainstream tiene banco un tema che sta spaccando il paese e l’opinione pubblica, oltre che la politica, vale a dire l’elezione del 13° Presidente della Repubblica d’Italia.
Berlusconi sì, Berlusconi no?
Mario Draghi sì, Mario Draghi no?
Una donna presidente sì, una presidente donna no?
Ma la vera domanda è: sappiamo veramente come si elegge un Presidente della Repubblica italiana?
Quanto dura il mandato del Presidente della Repubblica?
Il mandato del Presidente della Repubblica dura sette anni, egli assume questo incarico dal momento in cui presta giuramento davanti al Parlamento in seduta comune.
Il mandato dell’attuale presidente Sergio Mattarella scade il 3 febbraio 2022.
Nonostante l’elezione sia avvenuta precisamente il 31 gennaio 2015, la data dell’assunzione della carica, quindi del giuramento, è stata appunto il 3 febbraio 2015.
Chi sono i grandi elettori?
Art. 84 della Costituzione
Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici.
Bisogna ricordare che la nostra repubblica è una repubblica parlamentare ed il presidente non viene eletto direttamente dal popolo, a differenza di una repubblica presidenziale, ma bensì dai “grandi elettori”.
In Italia infatti il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento italiano in seduta comune, ovvero da 630 deputati, 315 senatori e sei senatori a vita (Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre). Non votano invece i presidenti di Camera e Senato.
Inoltre, come previsto dall’articolo n.83 della Costituzione, ai deputati e ai senatori vanno aggiunti anche i 58 rappresentanti dei 20 Consigli Regionali d’Italia.
Ogni regione elegge 3 delegati, due all’interno della maggioranza del consiglio regionale ed uno della minoranza, l’unica regione ad eleggerne solo uno è la Valle d’Aosta. Unica nota dolente è la poca rappresentanza femminile all’interno dei 58, quest’anno infatti sono soltanto 5 le delegate regionali che andranno ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Ecco quindi chi sono i 1009 membri che comporranno il collegio elettorale presidenziale, i cosiddetti “grandi elettori”.
Dove si vota il Presidente della Repubblica?
La seduta per l’elezione avrà inizio il giorno lunedì 24 gennaio alle ore 15:00 e si terrà a Montecitorio, la sede del Parlamento che si trova a Roma.
L’aula sarà presidiata dal Presidente della Camera Roberto Fico, il quale sarà affiancato dalla Presidentessa del Senato d’Italia Elisabetta Casellati. Quest’anno per via delle norme anti Covid-19, gli elettori saranno costretti ad entrare ed uscire dall’aula, infatti potranno presidiare l’aula non più di 200 membri per volta. Quest’ultimi potranno accedere all’aula dal lato sinistro dell’emiciclo soltanto se sono in possesso del green pass.
Come si vota il Presidente della Repubblica?
Il voto avviene con scrutinio segreto, ma quest’anno scordatevi i catafalchi in legno posizionati al centro dell’aula di Montecitorio, quelli non ci saranno più. Sempre per via del Coronavirus, i catafalchi di legno che garantivano la segretezza del voto, saranno sostituiti infatti da nuove cabine con sistema d’aerazione, con al loro interno l’insalatiera, questo il nome dell’urna dove sarà depositata la scheda contenente il voto.
L’aula non sarà al completo, come dicevamo, ma alle votazioni prenderanno parte 50 elettori per volta. Si voterà in fasce orarie ed in ordine alfabetico. I primi a recarsi nelle cabine saranno i senatori a vita, seguiti a loro volta dai senatori, successivamente toccherà ai deputati ed in fine ai 58 delegati regionali.
Ogni seduta durerà circa 5 ore. Sì, perché le sedute di voto possono essere più di una e durare anche più giorni. Basti pensare che l’attuale presidente Sergio Mattarella ha ottenuto il ruolo al quarto scrutinio, mentre in passato Giovanni Leone ha avuto bisogno di 23 votazioni, mentre Sandro Pertini 16.
Bisogna quindi ricordare che per essere eletto Presidente della Repubblica, il candidato dovrà raggiungere, almeno nei primi tre scrutini, il quorum dai due terzi dei votanti, mentre dal quarto scrutinio basterà la maggioranza assoluta, ovvero la metà dei voti più uno, che in numeri si traduce con 505 voti.
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