Che la Notte degli Oscar 2021 sarebbe stata diversa da quelle a cui siamo abituati, lo sapevamo da tempo. Lo scorso anno è stato decisamente differente dal solito, in particolare per il mondo del cinema. Tra film rinviati, distribuzioni in digitale, sale chiuse, tentativi di riapertura e molto altro ancora, c’erano un sacco di fattori che avrebbero rivoluzionato questa serata, separandola da tutte le altre. In realtà però, non sono stati così centrali.
Notte degli Oscar 2021, le differenze ovvie ma anche le meno impattanti
Uno dei primi fattori di distacco dalla tradizione recente è naturalmente il periodo in cui si è svolta la cerimonia. Sebbene già negli scorsi anni ci fossero stati tentativi di smuovere le acque spostando la data dell’evento di qualche giorno, mai ci si sarebbe aspettati di vedere una Notte degli Oscar a fine aprile, ben due mesi dopo dalla collocazione più classica di febbraio.
Chiaramente si è trattato di una scelta obbligata, per poter permettere all’industria di rivedere con maggior elasticità le proprie distribuzioni. Un modo per allargare la deadline per prendere parte alla competizione e introdurre nuovi film, con l’aggiunta della possibilità di una release digitale per concorrere. Insomma, una serie di misure che hanno cercato di fornire un parterre di titoli convincenti, che non rendessero questa un’edizione ‘meno valida’ delle altre.
Che sia effetto di questo cambio di regole o meno, c’è da dire che il risultato si è raggiunto in pieno. Nonostante tutte le difficoltà, i titoli candidati all’Oscar quest’anno non sono stati in alcun modo meno di qualità del passato. Certo, il paragone con l’annata 2020 è piuttosto impari, ma è più per merito di quest’ultima (una delle migliori del recente passato), che demerito dei titoli in corsa per il 2021.
Insomma, al di là di qualche modifica tecnica per garantire la sicurezza dei partecipanti alla serata e qualche implementazione tecnologica per ovviare alle difficoltà burocratiche per gli ospiti dall’estero, questa poteva essere una Notte degli Oscar come tutte le altre. Tuttavia, non è stato così ed è difficile imputare questi cambiamenti alla pandemia.
La soluzione per rilanciare gli ascolti? Eliminare lo spettacolo, pare
Chi segue tutto ciò che sta attorno agli Oscar sa benissimo quanto sia in crisi lo show. È da anni che questa magica serata segna cali negli ascolti, con solo leggere risalite a cui è seguito un terribile crollo nelle ultime edizioni. Due dati a confronto: i 41,7 milioni di telespettatori del 2010, contro i 23,6 del 2020. Una picchiata verticale a cui l’Academy cerca da tempo di porre rimedio, senza davvero riuscirci.
Anche (ma non solo) per questo motivo negli ultimi anni si è aggiunto un problema aggiuntivo: la difficoltà di trovare un presentatore. La responsabilità di condurre questa serata, di trovarsi addosso gli occhi di tutta Hollywood che osserva mentre si cerca di realizzare un’impresa che con grande probabilità fallirà spinge moltissimi a rifiutare l’incarico. E così siamo già al terzo anno consecutivo che non c’è un vero e proprio maestro di cerimonie.
C’è bisogno quindi di innovazione, di rilancio totale per lo show. Questo, viste tutte le rivoluzioni già necessarie per il contesto sociale, poteva essere l’anno giusto per cambiare. Creare una nuova serata, con un ritmo differente, che fosse davvero la grande festa del cinema che incarna nella mente degli appassionati. Dopotutto, se sei pronto ad abbandonare il Dolby Theatre, puoi cambiare virtualmente tutto.
E in effetti, è stata una serata a suo modo rivoluzionaria. La location completamente nuova, nella Union Station di Los Angeles creava un’atmosfera diversa, sempre patinata ma meno ingessata, più accogliente. In un primo momento poteva sembrare funzionare, ma minuto dopo minuto sono emersi i problemi con questa gestione: la Notte degli Oscar 2021 ha dimenticato di essere uno show.
Notte degli Oscar 2021, un ritmo sbilanciato
Sono stati diversi i cambiamenti fatti alla struttura della cerimonia, al di là di quelli citati più sopra, che hanno tagliato l’emozione della serata. Il primo è sicuramente quello di aver eliminato le esibizioni musicali. Gli artisti nominati per la Miglior canzone originale hanno registrato le proprie performance e queste sono state trasmesse nel pre-cerimonia. Una fonte di grande spettacolo degli ultimi anni quindi è stata esclusa dalla serata vera e propria.
Allo stesso modo, sono stati esclusi tutti quei momenti di intrattenimento puro, da monologhi comici a interventi con il pubblico di VIP ai reel che ripercorressero i migliori titoli dell’anno. La serata è stata quasi esclusivamente un alternarsi di presentatori che annunciavano i nominati, raccontando come la passione per il cinema di ciascuno sia nata, e discorsi della vittoria. E sebbene questi siano stati spesso in passato memorabili (e anche quest’anno non sono mancati casi da ricordare, come quelli di Thomas Vinterberg, Chloé Zhao, Youn Yuh-jung e quello ironico di Frances McDormand) è rischioso affidare loro il grosso della serata.
L’unico momento dedicato all’intrattenimento è stato un siparietto di trivia sul passato musicale della cerimonia. Una sequenza che però lasciava decisamente perplessi, proprio perché completamente fuori contesto. Soprattutto se poi raffrontata a un In Memoriam che è sembrato estremamente affrettato, con una lista di nomi passata in rassegna davvero rapida.
L’ordine dei premi e quel finale
Il discorso di Anthony Hopkins, che arriva a trasmissione conclusa, sui social.
E poi si arriva a strani cambi di scaletta. La serata ha infatti seguito un ordine diverso da quello classico nell’assegnazione dei premi. Aprire con le sceneggiature ha rimescolato un po’ le carte e l’idea di anticipare l’annuncio della Miglior regia è stato curioso, ma può funzionare in ottica di vivacizzare la serata e non tenere tutti i premi più ambiti per il finale.
Tuttavia, sono proprio i cambiamenti negli ultimi istanti che lasciano più confusi. La scelta di concludere la Notte degli Oscar 2021 non con l’annuncio del Miglior film, ma dei Migliori attrice e attore non ha pagato per niente. E se già poteva sembrare una scelta bizzarra alla base, lo è diventata ancora di più nei fatti. La vittoria (qualcuno dice inaspettata per gli organizzatori) di Anthony Hopkins, assente alla serata, ha dato all’evento una conclusione totalmente anticlimatica. Nessun festeggiamento, nessun discorso, nessuna grande emozione a coronare la serata e l’annuncio di un premio che ha stupito molti.
Una conclusione che lascia l’amaro in bocca e fa alzare dal divano senza grande entusiasmo. Un finale che sarà sicuramente controverso tanto quanto quello dello scambio di buste del 2017. Che però almeno ha regalato un grande colpo di scena, no?
La Notte degli Oscar 2021 serva d’esempio al 2022
In queste ore si attenderanno i risultati degli ascolti e si potrà vedere se tutti questi cambiamenti hanno in qualche modo giovato da questo punto di vista. Tuttavia, l’impressione è che questa serata non sia stata all’altezza dell’ottima annata di cinema che abbiamo avuto. Una serata confusa, che ha rinunciato del tutto alla spettacolarità per provare qualcosa di nuovo forse, ma che non ha funzionato come sperato.
L’obiettivo a questo punto è guardare al 2022 come un’edizione che prenda esempio da questa. Che sappia fare le correzioni necessarie per rendere la Notte degli Oscar una vera celebrazione della settima arte, che faccia emozionare il pubblico a casa anche oltre gli annunci dei premi. Dopotutto proprio ieri sera è iniziata la promozione di un titolo che si presenta di prepotenza come candidato e che potrebbe offrire momenti di grande spettacolo…
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