Il 2023 si è aperto con una doccia gelata per coloro abituati a condividere password e account Netflix con i propri amici. A gennaio il gigante dello streaming ha infatti detto basta, cominciando a bloccare la pratica pochi mesi dopo. Una mossa che ha fatto molto discutere, anche perchè per anni Netflix ci aveva invogliato alla condivisione di account e password con amici. Emblematico era un tweet del 2017 nella quale la stessa piattaforma scriveva: “amore vuol dire condividere la password”. Insomma, da un giorno all’altro, buona parte dei fruitori dei contenuti con la Grande N Rossa sono diventati ufficialmente “scrocconi”. Scrocconi senza amore.
Le motivazioni di questa inversione di marcia sono da ricercare nel disastroso report finanziario del 2022, anno nel quale Netflix ha cominciato a perdere un gran numero di iscritti (200 mila nel solo primo trimestre, arrivando a 2 milioni nel secondo). Stando ad un rapporto del Wall Street Journal pubblicato a gennaio 2023, più di 100 milioni di spettatori Netflix utilizzavano account presi in prestito da abbonati paganti. Se consideriamo che al tempo gli abbonati Netflix erano circa 223 milioni, deduciamo che circa un terzo di coloro che guardavano Netflix lo facevano gratuitamente, grazie alla condivisione di account e password.
La contromisura non si è fatta attendere e Netflix ha introdotto il blocco di condivisione di account e password il 23 maggio 2023. Ma la manovra avrà sortito gli effetti desiderati?
Da #boycottNetflix al boom di nuovi abbonati
Inizialmente la messa al bando degli scrocconi era stata accolta con un boom di cancellazioni, alimentate anche da una sorta di sommossa popolare sui social, con tanto di hashtag #boycottnetflix. Tuttavia nel report finanziario del secondo trimestre 2023, il primo dopo lo stop alla condivisione delle password, Netflix ha annunciato di aver guadagnato ben 5,9 milioni di nuovi iscritti rispetto al trimestre precedente. Un risultato che supera le più rosee aspettative della stessa società (che prevedeva di arrivare a circa 2 milioni). La conta degli abbonati totali è infatti di 238,39 milioni (nel secondo trimestre 2022 erano 220.67 milioni).
Prova anche Amazon Video per 30 giorni GRATIS. Disdici quando vuoi.
Dal punto di vista finanziario le entrate sono aumentate del 3% rispetto al 2022, raggiungendo 8,2 miliardi tra aprile e giugno, generando profitti per circa 1,5 miliardi. In questo caso però le previsioni degli analisti sono state leggermente disattese, in quanto Netflix prevedeva di raggiungere quota 8,3 miliardi. Risultato mancato di poco, ma quel poco che basta per avere ripercussioni sulle azioni della società, che hanno visto una flessione di circa l’8%.
Ecco cosa si legge nella lettera agli investitori pubblicata in allegato al report:
“La reazione di cancellazione è stata bassa e, sebbene siamo ancora nelle fasi iniziali della monetizzazione, stiamo assistendo a una sana conversione delle famiglie che hanno preso in prestito gli abbonamenti Netflix, nonché all’adozione della funzione di membro aggiuntivo [quella che consente di pagare un extra per condividere l’account, ndr]. Siamo in positivo per quanto riguarda i ricavi e gli abbonamenti rispetto a prima del lancio della condivisione a pagamento in tutte le regioni. Ora che abbiamo lanciato la condivisione a pagamento in modo ampio, abbiamo una maggiore fiducia nelle nostre prospettive finanziarie. Prevediamo un’accelerazione della crescita dei ricavi nella seconda metà del 2023, grazie all’aumento della monetizzazione derivante dall’ultimo lancio della condivisione a pagamento, oltre che alla crescita costante del nostro piano ad-supported.”
Netflix, non solo il blocco della condivisione password: la questione pubblicità
Come avrete notato nella lettera agli investitori, Netflix fa riferimento alla “crescita costante del piano ad-supported”. La società sta infatti eliminando il Piano Standard in numerose regioni, spingendo gli utenti a sottoscrivere un abbonamento Standard con Pubblicità. Il primo Paese a vedere questa novità è stato il Canada, seguito da Regno Unito e Stati Uniti. La manovra permette agli utenti di pagare un piano economicamente più basso ma con pubblicità. Una soluzione che consente a Netflix di diversificare le proprie entrate.
Attualmente il piano Standard senza pubblicità è ancora disponibile per gli utenti canadesi, inglesi e americani che lo avevano già attivo. I nuovi abbonati (o coloro che non dovessero rinnovare il pagamento a fine mese) dovranno invece scegliere tra Standard con Pubblicità o Premium.
In Italia il piano Standard senza pubblicità è ancora disponibile al prezzo di 12,99€/mese, mentre quello con pubblicità è venduto a 5,49€/mese. Probabilmente, però, sarebbe il caso di non affezionarcisi troppo. Netflix potrebbe ben presto eliminarlo anche nel Belpaese, come nuova strategia per massimizzare i ricavi.