Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di un posto magico dove i giochi sono una cosa seria: La National Toy Hall of Fame. La stanza delle celebrità ludiche, un posto in cui vengono immolati a mo’ di Penati tutti quei giocattoli che hanno fatto la storia; i requisiti per accedervi sono semplici:
- Stato dell’icona: il giocattolo è ampiamente riconosciuto, rispettato e ricordato.
- Longevità: il giocattolo è più di una moda passeggera e ha goduto della popolarità per più generazioni.
- Scoperta: il giocattolo favorisce l’apprendimento, la creatività o la scoperta attraverso il gioco.
- Innovazione: il giocattolo ha cambiato profondamente il gioco o il design del giocattolo stesso (Un giocattolo può essere inserito sulla base di questo criterio senza necessariamente aver soddisfatto tutti i primi tre).
Bene, nell’eventualità che il vostro gioco preferito rispecchi i punti già citati, verrà valutato da un team di vari esperti del settore per decidere se l’oggetto in questione sia degno di entrare nel Valhalla della gloria ludica. Passata la selezione dei 12 saggi, basterà solo inginocchiarsi al cospetto di Dio, fare un balzo dalla testa del leone, sconfiggere un crociato e scegliere con saggezza la coppa del Re dei Re, e solo allora il prodotto verrà considerato degno per l’ascesa nella stanza.
Per avere un aspetto un po’ più chiaro su questi passaggi, vi consigliamo di leggere l’articolo precedente.
Ma quali sono i giochi che sono riusciti a guadagnarsi un posticino nel cuore della National Toy Hall of Fame? Sono ben 71 i cimeli esposti all’interno della stanza, giochi di ogni tipo, dalla bicicletta allo slinky, alla corda per saltare, passando per il Game Boy, il cubo di Rubik, Dungeons & Dragons e il gioco di carte UNO.
Sarebbe difficile citarli tutti senza dare a loro il degno riconoscimento, percìò abbiamo selezionato 6 giochi totalmente diversi fra loro, che secondo noi possono rappresentare al meglio la variegata fauna celebrata dalla National Toy Hall of Fame.
Barbie
La prima della lista, il primo gioco in assoluto ad essere stato inserito all’interno della stanza nel 1998. Nata il 9 Marzo 1959 (61 anni portati benissimo), che vi piaccia o no, Barbie si è guadagnata a pieno il diritto di poter sfilare all’interno della sala in quanto 5 generazioni di bambine hanno avuto almeno una sua riproduzione nel cassetto, anche a costo di accontentarsi di ‘Barbie impiegata al catasto’… che con molta probabilità esiste veramente, considerando che le versioni di Barbie prodotte in 60 anni sono più di 15 mila! Creata da Ruth Handler, l’idea le è venuta guardando sua figlia (che si chiamava Barbara… ma tu guarda le coincidenze!): La piccola Barbara giocava con delle bambole di carta, e la madre si rese conto che spesso le piaceva dare alle bambole ruoli da adulti. Decise così di creare una bambola con delle sembianze di un’adulta, merce rara nell’America degli anni ’50. Infatti inizialmente Ruth non era molto convinta riguardo alla produzione del giocattolo, ma si convinse dopo che seppe di una bambola simile commercializzata in Germania: la Bild Lilli, un concentrato di materia oscura e plastica durissima che veniva venduta nelle tabaccherie tedesche, più utile come arma che come giocattolo.
Dal momento in cui Ruth Handler iniziò a fare i Big Money grazie alla sua idea, Barbie è stata cambiata, stirata, dimagrita, prodotta in base ad ogni tipologia di etnia esistente, tinta e ridotta di seno un’infinità di volte: negli anni ’60 aveva trucco pesante, non sorrideva mai, negli anni ’70 era più fresca e rosea con capelli lunghi e ciglia sottili con espressione da teenager, negli anni ’80 aveva un trucco più strutturato, negli anni ’90 diventa uno pseudo-manga adeguandosi al concetto di bellezza dell’epoca: solo il viso nel corso degli anni è stato modificato almeno 12 volte, sia per andare incontro alle esigenze ‘moralistiche’ dei diversi anni, sia per la sua straordinaria capacità di adattamento che applica in ogni epoca che vive.
Piccola particolarità: Barbie non è mai stata prodotta in America, la produzione è sempre avvenuta oltre confine: all’inizio in Giappone, poi in Messico, e ora in Indonesia e Malesia.
Erector Set
Non vi sentite già gasati solo a nominarlo?!? Un gioco maledettamente sottovalutato, un set di costruzioni giocattolo in metallo che originariamente era stato brevettato da Alfred Carlton Gilbert nel 1913. Il marchio ha continuato la sua esistenza indipendente sotto varie proprietà aziendali fino al 2000, quando indovinate un po’ chi lo comprò?! Ovvio: MECCANO! Ce’ da dire che Meccano nacque nel 1901, 12 anni prima dell’Erector Set, facendogli guadagnare l’onore di essere la prima azienda di giocattoli al mondo a introdurre i pezzi di dimensione standardizzata. Ma allora perché hanno deciso di inserire nella stanza Erector Set? non aveva più diritto il Meccano? certo, ma dovete anche considerare che il primo e di origine americana, il secondo di origine inglese. Essendo la National Toy Hall of Fame sita in America, probabilmente la maggior parte delle proposte è stata fatta da cittadini degli Stati Uniti che, a loro volta, avevano passato la loro infanzia con il prodotto americano e non con quello inglese. Quando il gioco nacque, le parti base di Erector set includevano varie travi metalliche con fori distanziati regolarmente per il montaggio mediante dadi e bulloni: 78 pezzi piatti o curvi di lamiera in varie forme e colori, aste in acciaio temprato e morsetti a vite hanno permesso la costruzione di cerniere e la trasmissione di energia meccanica tramite parti rotanti come pulegge, ingranaggi, ruote e leve. Infatti la grande paricolariotà che Erector Set portò al mondo ludico era la possibilità i poter creare sia strutture statiche che dinamiche, l’unico limite di creazione stava nella fantasia del giocatore. Le capacità di questo gioco sono praticamente illimitate: Nel 1949 fu usato per costruire il precursore del moderno cuore artificiale da William Sewell e il Dr. William Glenn; la pompa esterna ha bypassato con successo il cuore di un cane per più di un’ora (e poi dicono che i giochi non salvano la vita!). Alla fine degli anni ’90, l’ingegnere Mark Sumner utilizzò le componenti del gioco per creare un modello funzionante per “Soarin”, un’attrazione di Disneyland. Un gioco di una semplicità tale che, con un po’ di creatività, può essere adattato ad ogni tipo di esigenza.
Aeroplanino di carta
Un gioco semplice, leggero, che se funziona, con il vento buono e un punto di partenza abbastanza alto, ti lascia non poche soddisfazioni. Gioco che abbiamo fatto tuti almeno una volta nella vita, l’aeroplanino di carta deve la sua popolarità al fatto di essere uno dei tipi più semplici di origami. Si ritiene che l’utilizzo della carta per creare giocattoli abbia avuto origine in Cina 2000 anni fa, dove gli aquiloni erano una popolare forma di intrattenimento. Fatto sta però che nessuno conosce le origini dell’aeroplanino di carta. La diffcolta nel ricostruirne la storia è dovuta al fatto che l’aspetto e i disegni sono stati perfezionati un’infinità di volte nel corso dei secoli (considerate che la prima data nota di creazione degli aeroplanini di carta viene collocata al 1909). Nel corso degli anni sono stati effettuati molti tentativi di battere il record di lancio dell’aeroplano di carta per il maggior tempo passato in aria. Ken Blackburn ha tenuto questo record per ben 13 anni, per poi autobattersi nuovamente nel 1998, facendo volare il suo aeroplanino di carta per 27,6 secondi sotto gli occhi stupiti dei funzionari del Guinnes World Records (dev’essere veramente bello fare il notaio del Guinness World Record… la mattina dai un premio a quello che conosce tutta la Divina Commedia in Volgare a memoria, e nel pomeriggio via a premiare il campione del rutto più potente del mondo… Ma non tergiversiamo). Ci sono centinaia di metodi per comporre il vostro aeroplanino di carta, perciò in questi giorni, se avete finito le idee sulle cose da fare, prendete un foglio, andate di piega e provate a battere il record di Blackburn.
Yo-yo
Abbiamo deciso di inserire questo gioco per un semplice motivo: ci siamo chiesti ‘Quando è nato lo Yo-Yo’? siamo andati a documentarci convinti che le sue origini fossero vicine all’inizio del secolo passato, ma con nostra grande sorpresa abbiamo scoperto che probabilmente lo yo-yo abbia avuto origine in Cina, e che arrivò da lì fino in Grecia, dove si trovano le prime tracce storiche in documenti del 500 AC! Insomma, anche questo giocattolo si porta bene la sua età. Ciononostante, il nome yo-yo gli venne dato in un’epoca relativamente più vicino alla nostra. Yo-yo in lingua Tagalog, la lingua nativa delle Filippine, significa “tornare”. Infatti i filippini utilizzarono quell’oggetto come strumento di caccia per almeno 400 anni, prima che Pedro Flores, un immigrato Filippino che giunse negli Stati Uniti, iniziò a produrlo come giocattolo nella sua piccola fabbrica californiana. Considerato il successo immediato, Donald Duncan ne acquistò i diritti di produzione nel 1929, registrandone anche il marchio e iniziò subito ad apportare delle migliorie al modello originale. Anche questo gioco nel corso degli anni è stato radicalmente modificato: da due dischetti sorretti da una corda, a quegli Yo-yo moderni che guidano pure i trattori. Ciò non toglie che un tipo di yo-yo sia migliore dell’altro… è solo una questione di stile!
Atari 2600
Che ve lo diciamo a fare, una console che ha segnato un’epoca, epoca che ha completamente rivoluzionato l’industria del gioco facendone nascere una categoria che ancora oggi primeggia tra le altre: il Videogioco.
Atari 2600 è stata una delle primissime console ad utilizzare cartucce rimovibili; nata nel 1977, deve la sua grande fama grazie a uno dei classici colpi messi a punto da Atari: il grande colosso americano (per riuscire a fare i numeroni nel campo dei videogiochi in un mondo dove il campo dei videogiochi ancora non esisteva), ebbe l’intuitiva idea di acquistare i diritti dei più famosi giochi arcade, e di riconvertirli per le sue console. Il boom che ebbe Atari 2600 fu proprio grazie a questa mossa; quando iniziarono a distribuirla sul mercato nel ‘77 non ebbe un successo immediato, lo raggiunse un paio di anni dopo, quando la società convertì il gioco Space Invaders per la sua console.
Piccola curiosità: l’idea di convertire i videogame arcade in giochi per console è stata sì la fortuna di Atari, ma anche la sua rovina. Infatti fu proprio per la terza versione dell’Atari 2600 che la società fallì a causa della produzione di un gioco Arcade: Pac-Man. Convinti del grande successo del gioco, Atari ne produsse 12 milioni di copie (nonostante le console vendute sino a quel momento fossero solo 10 milioni). Purtroppo il gioco non ebbe successo a causa della difficoltosa giocabilità su console, lasciando invendute 5 milioni di cartucce, e causando l’inizio del tracollo di una delle più grandi e storiche aziende del settore videoludico.
Magic: The Gathering
Questo mitico gioco di carte collezionabili si è aggiudicato un posto nella National Toy Hall of Fame solo nel 2019, conquistandosi il nuovo primato di ultimo gioco ad essere selezionato per la stanza (per ora). Creato da Richard Garfield e distribuito nel 1993 dalla Wizard of the Coast, Magic: The Gathering è un gioco in cui lo scopo è sconfiggere il tuo avversario in uno scontro tra maghi, attraverso carte che ti permettono di evocare mostri e vari incantesimi. Naturalmente abbiamo semplificato la descrizione per andare incontro a chi non possiede una laurea della Wizard, in realtà è un gioco decisamente più avvincente e dal meccanismo ben più complesso, pronto a risucchiarti per pomeriggi interi senza che tu te ne renda conto.
Un particolare aneddoto su questo gioco ce lo regala Richard Garfield in persona: per fare la proposta di matrimonio a sua moglie, allora fidanzata, Garfield creò Proposal, una carta speciale e personale che avrebbe dovuto pescare dal suo mazzo durante una delle sessioni di gioco con la compagna. Durante una sessione di prova, Garfield tentò per tre partite di giocarle contro questa carta, senza riuscire mai a pescarla. Fu la quarta mano quella decisiva che mostrò alla futura moglie la proposta del suo innamorato. Baci, abbracci, lacrime e commozione a fiumi, Proposal è una delle carte più rare dell’universo Magic, e i pochi possessori di una delle copie, sono stati invitati da Garfield e Signora a non mostrare l’illustrazione, realizzata da Quinton Hoover, per via della sua valenza estremamente personale.
E voi? Quali sono i giochi che mettereste nella vostra National Toy Hall of Fame personale? chi è il vostro Woody o il vostro Buzz?
- CON VERI ATTREZZI: Questo kit include attrezzi veri e parti in metallo – tutto ciò che serve per assemblare un’autentica moto da corsa
- RIPRODUZIONE FEDELE: le caratteristiche autentiche come le ruote in più pezzi, le sospensioni a molla e le decorazioni Ducati permettono di ricreare una vera e propria replica dell'iconica moto
- KIT PER COSTRUIRE STEAM: questo kit per costruire STEAM incoraggia le giovani menti ad esplorare importanti concetti della scienza, tecnologia, ingegneria, arte e matematica
- La Ducati Desmosedici GP da Meccano è raccomandata per costruttori esperti da 10 anni in su. Tempo di costruzione 1-3 ore. Ottimo regalo per la festa del papà o per un momento di gioco padre e figlio
- 358 pezzi|2 attrezzi veri|1 foglio adesivi|1 foglio istruzioni per 1 modello
- Écran couleur de 2.8 de diagonale (5cm) pour sublimer vos jeux d’arcade
- 5 jeux sous licence officielle inclus
- 1 stick (amovible) et 4 boutons intégrées
- Haut-parleur intégré et prise jack 3,5 mm pour connecter votre casque
- Plusieurs modèles de mini bornes sous licence officielle disponibles et à venir pour votre collection de retro-gamer
- Yoyo progettato con amore in colori vivaci e con grandi effetti visivi quando si gioca, dimensioni: circa 6 x 6 x 5 cm
- Facile da maneggiare - lo yoyo viene lasciato cadere sulla corda e con uno strattone viene automaticamente arrotolato di nuovo
- Promuove la destrezza ludica, la concentrazione e le abilità motorie ed è adatto come regalo, giveaway e premio della lotteria
- Realizzato con legni locali come il faggio e la betulla, rivestito con vernice resistente alla saliva e all'acqua, 100 per cento Made in Germany, artigianato e qualità dalle montagne dell'Erzgebirge.
- Il giocattolo è disponibile in 3 diversi design, una selezione non è purtroppo possibile