Se in questo momento vi venisse chiesto di pensare ai peggiori serial killer che i vostri ricordi possano portare a galla, sicuramente non ci sarebbero nomi come Ted Bundy, John Wayne Gacy o Jeffrey Dahmer; al loro posto si consumerebbe una lotta di opinioni per chi rappresenti meglio la categoria tra Jack lo squartatore, Hannibal Lecter e il Killer dello Zodiaco (la cui fama popolare è dovuta soprattutto alle rappresentazioni cinematografiche che li hanno resi delle icone).
E se questi esempi citati, però, non fossero i peggiori assassini in cui potreste imbattervi? E se ci fossero persone ben più malate e perverse di loro?
Prendendo in prestito le parole di Richard Castle (protagonista dell’omonima serie) diciamo che ci sono due categorie di persone che pensano a come uccidere la gente: gli psicopatici e gli scrittori di gialli.
Difatti per quanto la realtà a volte superi la fantasia e autentici mostri scalfiscano la fiducia nell’umanità, se sommassimo tutte le morti attribuite ai soli assassini seriali del Novecento, non sarebbero che un misero dato a quattro cifre in confronto alla miriade di persone uccise, torturate, vessate e sacrificate nei romanzi gialli.
Dietro ogni serial killer, dietro ogni angolo buio e contorto della mente di uno psicopatico sta un sadico scrittore con barba fitta e occhiali che, sorseggiando caffè, batte le dita sulla tastiera e da’ sfogo a ogni sua più perversa idea, sforzandosi di creare l’omicidio perfetto; un omicidio che appaia palese e scontato nelle prime pagine ma che pian piano nei capitoli si snoccioli sempre in particolari più dettagliati, portandoti a credere di non aver prestato la giusta attenzione fin dall’inizio.
Più il mistero si infittisce, più l’elemento cardine della storia cattura e più il lettore non potrà fare a meno di calarsi nella parte del protagonista, cercando di risolvere lui stesso il caso prima che il finale ripaghi le ore spese a leggerlo.
Ed è proprio questo che lo scrittore spagnolo Juan Soto Ivars riesce a fare con il suo terzo libro.
In Nascita di un detective crea una storia dall’intreccio ironico con l’acceleratore sempre premuto diviso tra il giallo, la fantascienza e il bizzarro.
La situazione di partenza è tanto semplice quanto paradossale: un brillante ghostwriter di polizieschi viene accusato di avere ucciso l’autore-schiavista che ne sfruttava le doti; cosi il più famoso investigatore di Spagna decide di farlo diventare suo apprendista. Strano vero?
In un climax, intervallato da brillanti pause di riflessione, lo scrittore narra la sua personale visione della società: presenta i personaggi, li caratterizza portando all’estremo le loro qualità e permettendoci così di delinearli e schedarli immediatamente (proprio come in un interrogatorio); ci istruisce, ci permette di vivere il suo ideale di poliziesco e infine ci saluta col colpo di scena finale (un colpo, però, già scritto da tempo per gli alunni diligenti).
Il libro si articola in tante piccole tappe che ci portano a conoscere il mondo in cui la storia si svolge, presentandoci una Spagna surreale dove tori e paella lasciano spazio a poliziotti-robot, mutanti-ninja, prostitute armate che ricordano la città del peccato di Miller e un brutale strangolatore, “il killer di puttane”, che cambierà definitivamente la vita del protagonista.
La storia fa il suo dovere: prende, cattura e insegna i pilastri dell’arte dell’indagine (sempre secondo l’ideale di Juan) e in quest’ultimo punto però, lo fa anche fin troppo bene.
Nella parte finale infatti, le sorprese smettono di stupire, l’atmosfera di mistero si appiattisce e il colpo di scena, tanto agognato, viene partorito dalla nostra mente capitoli prima lasciandoci scappare solo un bieco “scontato”.
L’obiettivo del titolo, d’altro canto, viene raggiunto alla perfezione permettendo non solo al protagonista di evolversi durante il racconto, ma anche di offrire ai lettori lo strumento per poter affrontare i pericolosi serial killer con gli occhiali nei futuri libri che verranno.
Si configura quindi come una tappa obbligatoria per chiunque voglia dar battaglia agli scrittori di gialli.
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