Alzai lo sguardo. Davanti a me una parete altissima, si faceva davvero fatica a vedere dove arrivasse da là sotto. Non so se fosse semplicemente quel sentimento di inadeguatezza che spesso si prova davanti a una struttura così imponente o se la causa fosse più sinistra e oscura, ma mi sentivo pervaso da una fortissima inquietudine. Sembrava quasi che fossero proprio quelle rocce scure a rilasciarla nell'aria, permeando tutto lo spazio circostante di una cappa di tensione. Raccolsi tutta la mia determinazione e, lentamente, mi avvicinai. Notai che la superficie della parete non era completamente uniforme, ma era attraversata da una serie di piccole strisce, parallele e sottilissime. Iniziai la mia scalata, tenendo lo sguardo fisso verso l'alto, cercando di non farmi sconfiggere dalle visioni orribili che la parete inviava ai miei sensi e pensando solo alla cima che dovevo raggiungere. Ho vacillato quando ho sentito il gelo di una terribile risata invadermi il sangue, ma lentamente quel ricordo è svanito sempre più. La sommità in alcuni momenti sembrava essere alla mia portata e poi, in un batter d'occhio era irraggiungibile. Non mi fermai, sapevo che era tutto parte della prova, del cammino per dimostrare di essere degno dell'Oracolo dell'Est e finalmente arrivai là sopra. Mi tirai su con estrema fatica e guardai intorno a me. La luce stava ormai calando, il cielo era immerso in un suggestivo mix di viola e rosso e seduto davanti a un fuoco da campo c'era lui. "Hile" mi disse.
Napoli Comicon: L’Oracolo dell’Est
Stephen King esordisce ufficialmente come scrittore nel 1974, con la pubblicazione del suo primo romanzo Carrie. Qui si possono trovare già moltissime caratteristiche che diventeranno distintive delle sue opere, come l'ambientazione nel Maine (suo stato di nascita), il duro rifiuto della religione e ovviamente il gusto per l'horror e per il paranormale, spesso sfruttato come strumento non solo narrativo, ma come metafora di significati molto più profondi. Nel 1976 Carrie sarà anche il primo romanzo di King ad ottenere una trasposizione cinematografica, diretta da Brian De Palma ed interpretata da Sissy Spacek, che otterrà una Nomination agli Academy Awards per la sua performance. Questa è solo la prima di una lunghissima serie di adattamenti dei lavori dell'autore americano, che conta tra gli altri Shining, Misery non deve morire, Le ali della libertà, Il miglio verde e Stand By Me. Anche grazie a questi film, King è diventato un vero e proprio punto di riferimento per la cultura popolare, citato in innumerevoli opere tra fumetti, libri, cartoni animati, serie televisive e molto altro ancora. Quello che però, per ovvie ragioni, è mancato nella maggior parte degli adattamenti è uno degli aspetti più affascinanti della produzione dell'autore del Maine: tutto è collegato. Gli oltre ottanta libri scritti nella lunga carriera sono infatti più o meno strettamente connessi tra loro, all'interno di un grande multiverso, "riordinato" nella serie de La Torre Nera, da molti ritenuta uno dei maggiori capolavori di King. Non è raro leggendo un suo lavoro, trovare riferimenti agli avvenimenti di un altro libro o addirittura le stesse location o camei più o meno estesi di personaggi già conosciuti, ma è sempre una grande emozione per i fan più accaniti.
I successivi libri di King, lo porteranno a un successo sempre maggiore. Le Notti di Salem venderà moltissime copie, per essere superato subito dopo da Shining a sua volta seguito da L'Ombra dello Scorpione, fondamentale per la mitologia dell'autore grazie all'introduzione di un personaggio davvero chiave per il suo multiverso, e così via a crescere, fino a farlo arrivare agli anni '80 come vera e propria icona della cultura pop mondiale. Contemporaneamente purtroppo King inizia ad avere seri problemi di dipendenza da alcool e droghe, che in diversi modi influenzeranno la sua sempre costante produzione di romanzi. L'esempio più scontato di ciò è Misery, facilmente interpretabile come una metafora della dipendenza, come confermato dallo scrittore stesso. Ed è proprio in questi anni così cupi e complessi che Stephen King crea uno dei suoi romanzi più famosi ed apprezzati: It.
It racconta la storia di un gruppo di amici che ritorna nella propria città natale Derry (ovviamente nel Maine), che hanno quasi tutti abbandonato e dimenticato da tempo, per affrontare nuovamente l'oscura presenza che da tempo immemore domina sulla zona. La continua alternanza tra passato e presente, la complessità del racconto e dell'ambientazione, con pagine e pagine dedicate ad approfondire la storia di Derry, un avversario incredibilmente affascinante e inquietante al tempo stesso come Pennywise, capace di rendere indimenticabile ogni sua apparizione… Tantissimi sono gli elementi che hanno reso questo romanzo il successo che è, ma uno in particolare spicca sugli altri: il Club dei Perdenti. Nonostante King non sia assolutamente nuovo ad avere protagonisti giovani o a trattare il tema dell'infanzia e dell'adolescenza e del passaggio all'età adulta, con It tocca il suo punto più alto da questo punto di vista, diventando un riferimento importantissimo. Non è un mistero che Stranger Things si sia fortemente ispirata a questo libro per i suoi personaggi principali, giusto per citare un esempio. Ben Hascomb, Beverly Marsh, Richie Tozier, Bill Denbrough, Stan Uris, Eddie Kaspbrak e Mike Hanlon sono un gruppo difficilissimo da dimenticare (almeno per i lettori) e così le loro terribili ma emozionanti avventure in quell'estate del 1958, tra costruzioni di dighe, fughe dalla banda di Henry Bowers, battaglie di sassi e incontri terrificanti con entità malvagie. Per quanto paradossale sia, in alcuni momenti viene davvero voglia di essere lì con loro a scorrazzare sulla leggendaria Silver di Bill per le stradine di Derry, senza pensare alla maturità che avanza a grandi passi con il suo carico di responsabilità, difficoltà e perdita degli amici di una vita.
Le ragioni per nominare Stephen King Oracolo della Letteratura non mancano assolutamente, ma tra queste i ragazzi del Club dei Perdenti hanno un posto molto, molto speciale. Lo stesso che occupano da anni nei ricordi dei lettori.
Si conclude così il nostro primo di quattro articoli dedicati ai Magister del cammino Nerd in collaborazione con il Comicon di Napoli, la redazione vi aspetta!
Il nostro incontro era giunto a conclusione, avevo superato la prova. Lui mi guardò e mi indicò la strada del ritorno: "Vai ora, ci sono altre prove oltre a questa". Lo fissai ancora per un istante perplesso, feci per aprire la bocca per parlare, ma lui mi zittì immediatamente con due semplici parole.
"Beep beep"