È tempo di horror per il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Nella sua sede, alla Mole Antonelliana di Torino, apre la mostra di Dario Argento, il Maestro che ha creato opere come Suspiria e Profondo Rosso. Il suo genio sarà visibile a tutti dal 6 aprile 2022 al 16 gennaio 2023, e ne vedremo davvero delle belle! La retrospettiva dal titolo Dario Argento – The Exhibit è a cura di Domenico De Gaetano – direttore del Museo – e Marcello Garofalo (esperto del lavoro del regista), che hanno allestito un percorso espositivo di tutto rispetto; un percorso che comprende filmati, manifesti, cimeli, fotografie, bozzetti e costumi e si propone di raccontare la filmografia di uno dei cineasti più conosciuti al mondo.
La mostra di Dario Argento a Torino
L’esposizione si avvale della presenza di 44 oggetti di scena, 123 manifesti e locandine originali, bozzetti, fotografie inedite e, tra le altre meraviglie, 10 costumi utilizzati nelle produzioni del regista. Insomma, un evento imperdibile per chi segue il “Maestro dell’horror” dai tempi del suo esordio sul grande schermo. La mostra di Dario Argento a Torino, infatti, rappresenta un’immersione completa nella produzione del cineasta, a partire da L’uccello dalle piume di cristallo (1970), passando per Phenomena (1985), e fino ad arrivare alla sua ultima fatica cinematografica: Occhiali neri (2022). Quest’ultimo film – lo ricordiamo – è stato presentato al Festival del Cinema di Berlino nella sezione Special Gala e vede protagonista Ilenia Pastorelli.
La mostra di Dario Argento a Torino, la lezione speciale
Abbiamo avuto la fortuna di assistere a una lezione speciale su Zoom, tenuta dal giornalista e critico cinematografico Giovanni Bogani per il corso di giornalismo cinematografico presso la Scuola di Cinema Immagina di Firenze. Ospiti dell’appuntamento sono Domenico De Gaetano, direttore generale del Museo Nazionale del Cinema di Torino, e Omar Rashid, regista di filmati in realtà virtuale.
Le dichiarazioni
Durante la lezione del corso di giornalismo cinematografico, Domenico De Gaetano ha svelato alcuni dettagli interessanti sulla mostra di Dario Argento a Torino. Non solo ha spiegato i motivi che lo hanno portato a scegliere di mettere a punto l’esposizione, ma ha raccontato anche cosa possiamo aspettarci al suo interno.
“Dario Argento è uno dei più grandi Maestri del cinema italiano. È un cineasta molto particolare: il suo cinema si ama o si odia. Dipende da tante cose: se una persona riesce a vedere i suoi film sino alla fine, oppure le tematiche che affronta, che sono appunto il giallo, il thriller, ma soprattutto l’horror. Alcuni film diventano molto violenti. Personalmente chiudo gli occhi quando mi trovo di fronte ad alcune scene. Lo faccio ancora adesso. In ogni caso l’idea era quella di donare un grande tributo a un grande Maestro.
Nella mostra ripercorriamo la sua carriera non tanto per sottolineare il suo aspetto splatter, ma per evidenziare il suo aspetto più visionario. Per questo motivo abbiamo effettuato una selezione basata sulle scelte messe in pratica dal regista nei suoi film a livello di colore, inquadratura e oggetti in scena. Al di là dei dialoghi delle sue pellicole, con Marcello Garofalo ci siamo concentrati più sull’aspetto visivo e meno sul lato spaventoso. La mostra vuole attirare un pubblico generico, di conseguenza era necessario renderla visitabile per tutti, anche per chi non ama le scene forti.
In mostra
Di oggetti ce ne sono molti, e da questo punto di vista è un’esposizione abbastanza classica. Giorgio Armani ha fornito una serie di costumi, Sergio Stivaletti ha donato oggetti dall’ultimo film di Argento, Occhiali Neri. Tra questi, la testa del cane. Per le fotografie siamo andati a scavare negli archivi dei vari fotografi di scena. Non solo: ci siamo recati al CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, l’archivio fotografico della Cineteca Nazionale, per ottenere immagini inedite. Parliamo anche di fotogrammi ingranditi per sottolineare l’arte di Dario Argento. Infine, non mancherà la musica, un elemento importante in ogni suo film.“
Il Museo del Cinema e la realtà virtuale
Il direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino ha descritto la Mostra di Dario Argento e non solo. Domenico De Gaetano si è presentato agli allievi del corso, parlando del suo ruolo all’interno di una fondazione così importante a livello internazionale.
“L’ho fortemente voluto. Per i miei progetti dovevo trovare un artista, un luogo dove realizzarli e recuperare i soldi. Quindi ho pensato: ‘se divento il Direttore del Museo del Cinema posso fare tutto quello che voglio. Posso chiamare chi voglio, anche Nolan e Tarantino’. Potevo realizzare tutti i miei sogni, avendo il budget adeguato. Quindi ero felicissimo. Una volta ottenuto il ruolo di Direttore, ho capito che non è così semplice dirigere la fondazione. Devo occuparmi di molte cose: della gestione del budget e dei collaboratori, ma a volte lavoro su cose che mi piacciono di più.
Con la pandemia c’era il rischio di andare in default, ma non è accaduto. Il Museo del Cinema è una fondazione che, oltre ad avere un patrimonio – collezioni, manifesti, cimeli, fotografie, film in pellicola e altro -, gestisce tre sale cinematografiche e organizza tre festival, tra cui il Torino Film Festival. Abbiamo aperto due salette dedicate alla realtà virtuale a 360 gradi nel Museo. Siamo la prima istituzione a renderle disponibili in maniera continuativa: abbiamo una programmazione ben delineata. Il Museo di adesso è meno tecnologico e più scenografico, ma ora con le nuove tecnologie si possono realizzate tante altre cose.“
La realtà virtuale raccontata da Omar Rashid
Continuando a parlare di realtà virtuale, Omar Rashid ne è uno dei maggiori esponenti degli ultimi anni. Da tempo si occupa di realizzare video in VR, uno dei quali è visibile all’interno della mostra di Diabolik attualmente visitabile al Museo del Cinema di Torino. Il regista ha anche collaborato più volte con Elio Germano e ha viaggiato in lungo e in largo – dall’India all’Islanda – per produrre filmati innovativi, come la nascita di un vulcano.
“Ho sempre visto il cinema come un linguaggio audiovisivo con le sue regole grammaticali, semantiche. Quando mi sono approcciato al VR ho cercato di cancellare tutto e ricominciare da una ricerca di linguaggio, basandomi sempre sulla storia del cinema più che sui progressi degli ultimi anni. Quando la tecnologia è arrivata, l’errore che in molti hanno fatto è stato quello di sostituire la telecamera continuando a perseguire una ricerca di linguaggio che già conoscevamo. Inizialmente ho usato la VR per sfruttare l’effetto teletrasporto, ovvero portare le persone in luoghi inaccessibili. Per esempio, vedere un taglio dall’interno piuttosto che frontalmente è considerato rivoluzionario e di forte impatto.
Da qui in poi l’obiettivo è diventato quello di sperimentare un passo alla volta: in ogni progetto cerco di inserire un’innovazione visiva o semantica. Per chiarire il concetto, lo sguardo in macchina nel cinema è qualcosa che spezza la narrazione perché porta “fuori” da essa, mentre nel VR bisogna sempre infrangere la quarta parete, guardare in telecamera quando c’è una storia in campo. Bisogna coinvolgere lo spettatore, portarlo dentro alla storia, altrimenti si sente abbandonato.”
Per maggiori informazioni sulla mostra di Dario Argento, a Torino dal 6 aprile 2022 al 16 gennaio 2023, vi consigliamo di consultare il sito ufficiale del Museo Nazionale del Cinema.
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