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Morbius: un viaggio nel tempo | Recensione

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Morbius arriva finalmente nelle sale, dopo diversi rinvii del film, tra pandemia e riorganizzazioni di calendario. Terzo film del Sony’s Spider-Man Universe dopo i due Venom, ci porta alla scoperta di un nuovo avversario dell’Uomo Ragno fumettistico. Come spesso capita per i film con protagonisti dei villain si propone come un game-changer, che innovi le regole del genere mettendo un antieroe al centro. E come troppo spesso succede, questa promessa viene disattesa. Addentriamoci nella recensione di Morbius per capire meglio.

Lo strano caso del Dottor Morbius e del Signor Vampiro Vivente

Michael Morbius è uno scienziato straordinariamente brillante, meritevole di un Nobel (nonostante scelga di rifiutarlo). Fin dall’infanzia però soffre di una malattia che lo indebolisce e lo porterà a una morte prematura. Per questo cerca disperatamente una cura, passando anche per canali poco legittimi, legalmente, professionalmente e moralmente.

E in qualche modo riesce a raggiungere il proprio obiettivo. Sfruttando il DNA del pipistrello vampiro crea un siero capace di curare la sua malattia. Tuttavia ci sono dei terribili effetti collaterali: Morbius sviluppa una terribile sete di sangue umano, che gli fa perdere il controllo e lo trasforma in un assassino. In fuga dalla legge, dovrà trovare un modo per tenere a bada il mostro che è in sé. E non solo quello.

Morbius - Final Trailer | Dal 31 Marzo solo al cinema

È interessante notare come Morbius prenda un’ispirazione forte e concreta da Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson. Non nel solito senso che virtualmente ogni storia che tratti il tema del doppio assume, ma con una vera cognizione del racconto. In alcuni passaggi il dottor Morbius sembra un perfetto parallelo del celeberrimo Jekyll, nel suo cercare una soluzione al proprio problema consapevole di non avere grandi speranze.

E probabilmente sarebbe stato un ottimo concetto da approfondire, per costruire una storia che fosse davvero intrigante, che regalasse davvero uno sguardo nuovo al genere. E invece purtroppo Morbius si accontenta di un intreccio incredibilmente tradizionale. Una scelta che per un blockbuster nel 2022 è davvero difficile da mandare giù.

Bentornati negli anni ’90

È questo il viaggio nel tempo a cui fa riferimento il titolo di questo articolo. Morbius ci riporta indietro a un’epoca in cui i cinecomics erano ancora ai primi tentativi, in cui la narrazione non offriva molto di più dello scontro tra un eroe e un antagonista. Insomma, è come se questo film ignorasse tutto il percorso che il genere ha fatto dal primo Spider-Man di Sam Raimi a oggi.

Tantissimi elementi ricorrenti dell’epoca iniziale dei film di supereroi tornano ancora una volta in questa pellicola. In particolare questo si può riscontrare nella costruzione del rapporto tra il protagonista e il villain, che sa particolarmente di già visto altrove. Non il massimo per un film che si proponeva di innovare il concetto di eroe e antieroe.

In generale il film si sviluppa seguendo una struttura letteralmente da manuale, procedendo scena per scena secondo i binari classici di questo genere. E lo fa in maniera assolutamente pedissequa, senza costruire davvero gli eventi della trama. Passaggi necessari per arrivare al finale, che non colpiscono però con la giusta intensità, proprio perché poco preparati.

E così, anche se spuntano alcune soluzioni visivamente intriganti, anche se Jared Leto e Matt Smith in particolare regalano performance discrete (seppure nulla di troppo brillante) nel complesso Morbius risulta dimenticabile e lascia davvero poco al pubblico. Un film che a conti fatti è piuttosto blando, che non ha punti davvero bassi ma al contempo difficilmente avrà un qualche impatto.

Il film di Morbius è una promessa doppiamente disattesa

Come si accennava in apertura quindi, la promessa di Morbius come film che vuole cambiare le regole del gioco non è mantenuta, anzi. Si tratta di una pellicola che segue alla lettera quella che era la tradizione del genere supereroistico, ancora più di quanto fece Venom quattro anni fa. Un vero peccato, considerato quello che poteva essere il potenziale sulla carta.

E a proposito di promesse disattese, è giusto sottolineare in questa recensione di Morbius come uno degli aspetti che più aveva colpito nella sua campagna promozionale e nei suoi trailer è stato decisamente depotenziato nel prodotto finale. Non entreremo nei dettagli per evitare spoiler, ma è stata una discreta delusione rispetto alle aspettative.

Tutto questo sicuramente non getta una luce particolarmente positiva sul progetto del Sony’s Spider-Man Universe. Il prossimo film, dedicato a Kraven Il Cacciatore avrà sicuramente una grande responsabilità, dovendo riaccendere l’amore del pubblico per il franchise. Sulla carta il potenziale c’è, ma sarà necessario un impegno decisamente maggiore per riuscire nell’obiettivo.

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