Edito da Orecchio Acerbo, casa editrice specializzata in libri per ragazzi che non recano danno agli adulti / libri per adulti che non recano danno ai ragazzi, è da pochi mesi nelle librerie il volume Mio Miao – Il mio unico specialissimo gatto di Sandol Stoddard con illustrazioni di Remy Charlip.
L'Orecchio Acerbo è giovane, ha poco più di dieci anni, eppure ha già regalato al suo pubblico tanti piccoli capolavori pensati per i più piccini ma apprezzati anche dai più grandi.
Non lasciamo che lo scetticismo adulto ci impedisca di sfogliare Mio Miao: è chiaro che si tratta di un'opera per bambini, ma ciò non vuol dire che la sua fruizione non sia in grado di colpire e addirittura commuovere un adulto.
Abbandonando il cliché della solita storia dell' "ascoltiamo il bambino che c'è in noi", possiamo davvero considerare questo libricino un piccolo gioiello.
E' una storia naturalmente semplice, le parole sono semplici, i disegni sono semplici: e allora cosa c'è di speciale?
Ci piace il realismo di un bambino che vuole giocare con il suo gatto perché gli vuole bene ma anche perché è un giocattolo per lui, e ci piace pure il realismo di un gatto che non ne vuole sapere di stare in un carretto vestito con cappello e maglioncino.
La semplicità realistica della storia trova un perfetto contrasto (o un parallelismo, a seconda dei punti di vista) con la semplicità surreale del disegno: interamente giocato sui toni caldi di giallo e rosso, con contrasti di nero e punte di bianco, le tavole sono infantili e minimali, con la costante presenza dei due protagonisti e raramente altri elementi di contorno.
Le immagini si alternano con ampio respiro a brevi frasi in stampatello nero e arancione: il bambino, rappresentato da pochi e netti tratti neri, esprime le sue filastrocche quasi sempre in rima e le sue parole sono appunto in nero, mentre il gatto, di colore rosso, esprime i suoi pensieri e miagolii in rosso.
Non è un libro da leggere con l'aspettativa di una trama complessa. Un bambino e un gatto possono inscenare gag e farci sorridere con tenerezza, ma l'abilità del talento maturo di Sandol Stoddard, combinato con la leggiadria del tratto di Remy Charlip, non sta nello sfruttare scene comuni per andare sul sicuro e piacere a tutti, perché il binomio bambino-gatto è sicuramente vincente.
I due autori fanno invece in modo che da ogni singola pagina traspaiano l'affetto e la spensieratezza che accomunano i due protagonisti, lasciandoci a tratti perplessi per un uso quasi eccessivo di onomatopee e diminutivi infantili e a tratti sorpresi da certe affermazioni sognanti e inaspettate dei protagonisti.
Quello che insomma ci ha tanto affascinato è la gradevolezza con cui si riesce a sorridere in maniera non banale, nonostante l'apparente convenzionalità delle scene: sappiamo tutti che i gatti sono spiriti liberi, e il nostro protagonista peloso ce lo rammenta spesso con sonori miagolii e fughe dagli abbracci del padroncino.
Eppure quando si fa buio le pagine passano da gialle a nere, tutto cambia e il miogattodime il mio speciale unico personale gatto nonché gattissimo decide che alla fine non può star lontano da quel monello che lo tortura con abbracci e carezze tutto il giorno; così si accoccola in fondo al letto del padroncino che ormai dorme sereno, mostrando quanto l'affetto e il legame tra i due sia profondo e affatto superficiale.
Tutto questo splendore gattesco e infantile è merito della formazione e della lunga esperienza degli autori (entrambi ultra-ottantenni): Sandol Stoddard, scrittrice americana di storie per bambini, affida alle illustrazioni di Remy Charlip, ballerino e coreografo (e ovviamente anche illustratore) l'arduo compito di calibrare la semplicità e la raffinatezza delle sue parole con altrettanta grazia e delicatezza del disegno.
La leggiadria di cui abbiamo parlato si dipana così con immagini lievi e sospese, quasi danzanti, in un perfetto equilibrio tra parole e figure.
Un'ultima nota di lode va spesa per la traduttrice Francesca Lazzarato (anche lei esperta nel settore ragazzi) che compie un'operazione molto accurata e raffinata di adattamento, più che di traduzione letterale, com'è giusto e naturale che sia per un testo ben poco "grammaticale" ma fondato su miagolii e graziose filastrocche.