Alzi la mano chi non conosce Michael J. Fox.
Ci sono mani alzate? E se vi dicessimo Marty McFly di Ritorno al Futuro? Forse cominciamo a esserci, vale comunque la pena spendere due parole su questo grande attore e sulle difficoltà che ha incontrato nel corso della vita, parole che sono necessarie per comprendere il suo ultimo lavoro.
Michael J. Fox è un attore, autore e produttore canadese divenuto famoso grazie al ruolo di Marty McFly in Ritorno al Futuro, ma la cui filmografia comprende in realtà una quantità spropositata di film e serie tv, nelle quali ha interpretato personaggi più o meno principali, e che hanno impegnato notevolmente la sua carriera fino al '95/2000. Questo periodo coincide col momento in cui gli è stato diagnosticato il Parkinson, evento che, ovviamente, ha completamente stravolto la sua vita lavorativa e non. Dopo un primo periodo di sconforto e negazione, Fox ha reagito: ha fondato la Michael J Fox Foundation, che finanzia e supporta la ricerca sul morbo di Parkinson, ha scritto numerosi libri in merito, ha ricevuto più di una laurea onoraria ed è stato inserito nella lista delle 100 persone "Il cui potere, talento o esempio morale stanno trasformando il mondo". Dal punto di vista lavorativo la diagnosi della malattia ha comportato una lunga pausa dalle scene, in parte dovuta alla necessità di sottoporsi a cure impegnative, in parte alle difficoltà notevoli nel compiere anche i gesti più semplici, anche se ha continuato a fare apparizioni in svariate serie tv, fra cui Scrubs.
Si pensava fosse un addio per sempre, ma Michael J. Fox lo scorso 26 settembre è tornato in tv con una sit-com tutta sua. Non solo ha deciso di tornare al suo lavoro, ma ha deciso di farlo raccontandosi e ridendoci sopra, e non possiamo non dire la nostra su una serie con queste premesse. The Michael J. Fox Show, a differenza di ciò che si potrebbe dedurre dal nome, non è una serie autobiografica, potremmo definirla semi-autobiografica, in quanto Fox non interpreta se stesso, ma un personaggio inventato con il quale ha moltissime cose in comune e nelle cui vicende si rispecchia indubbiamente la sua storia. Il protagonista del serial non è il Parkinson, neppure la necessità di fare i conti con una malattia debilitante e distruttiva, ma la vita comune di un uomo comune affetto da Parkinson. Il protagonista è Mike Henry. Mike è un ex giornalista televisivo, speaker di un importante telegiornale, che ha dovuto ritirarsi dal lavoro a causa della sua malattia ed è costretto a passare molto tempo a casa con la sua famiglia. Come spesso capita, proprio le dinamiche familiari sono al centro della sit-com, i rapporti fra il protagonista, l'intraprendente moglie Annie, la figlia Eve, il figlio maggiore sempre incollato al pc Ian, il figlio piccolo Graham e la sorella di Mike, Leigh. La serie si apre col momento in cui il nostro protagonista deve prendere un'importante decisione: seguire il consiglio del suo ex boss e tornare al lavoro nonostante le difficoltà, oppure rimanere a casa con moglie e figli.
Mike non vuole pietà, non vuole la compassione degli altri, e lo stesso fa il Michael J. Fox Show con lo spettatore. Fox non vuole raccontare la sua vita (usando Mike come espediente) perché la gente provi pietà e ammirazione; non vuole nemmeno deriderla, vuole raccontare la sua vita come una sit-com dove si ride, si riflette e ci si immedesima. Ma non ci si immedesima in un malato di Parkinson che affronta la sua malattia con coraggio, ci si immedesima in un padre, marito, lavoratore che scavalca gli ostacoli che gli si pongono davanti seppur con gli arti tremolanti, che ci ride sopra, non per schernirsi o per falso buonismo, ma perché in fondo riesce a trovare il bello e il buffo nella sua vita.
Non siamo certo noi a dovervi dimostrare che Michael J. Fox è un gran personaggio, ma merita un ulteriore nostro applauso per essere riuscito, da malato di Parkinson, a mettere in piedi e mandare avanti una sit-com su un uomo nelle sue condizioni, senza scivolare nel buonismo e nel cliché, e soprattutto riuscendo a far ridere senza cadere nello squallido, cosa affatto facile quando si toccano certi argomenti. Tre episodi sono pochi per giudicare, ma questa serie potrebbe rivelarsi molto interessante, vi consigliamo di dare un'occhiata.
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