Marvel si è posta una domanda, una grossa domanda, ovvero: perché non riusciamo a lanciare le ragazze?
Non si tratta di una dimostrazione di forza alla Hulk, ma di un problema che la casa (anche la DC) aveva già cercato di affrontare negli anni 70 ma che ora si è ripresentato.
Le eroine Marvel (o DC) non vendono come i supereroi maschili, questo è il problema. Perché? Come possiamo fare per ovviare a questo cruccio?
In passato è stato tentato un approccio un po' maschilista, rendere tutte le eroine più provocanti e sexy.
Così She-Hulk cominciò a saltare la corda in costume da bagno (sul serio), i costumi di Susan Storm si riempirono di buchi a forma di 4 (di nuovo sul serio) e le gambe di un po' tutte le donne Marvel divennero più lunghe e nude di un buon 20%.
Il pubblico dei fumetti è prettamente maschile, ci piacerebbe dire che sia 50 e 50 ma non è così, e perfino puntare sulla sessualità non ha smosso i giovinotti verso le fumetterie, perché?
Probabilmente il motivo sta nel semplice fatto che un ragazzo vuole essere un supereroe e, per immedesimarsi, vuole come protagonista un eroe del suo stesso stesso.
Potrebbe essere semplice no?
Le ragazze tornarono a essere di contorno, nelle miniserie, come spalla, era impensabile un gruppo di super eroi formato solo da donne.
Questo non perché “le formose marvelliane” erano considerate meno interessanti delle loro controparti maschili, si tratta solo di un dato di mercato: i mantelli donna vendono meno.
Ci sarà ancora qualche tentativo poco convinto da lì in poi ma possiamo dire comunque che il progetto “Ragazze Protagoniste” viene messo in pausa per una decina danni.
Ora Marvel, con gli apprezzamenti ricevuti tramite le sue pellicole, Scarlett Johansson come sua porta bandiera (che oltre ad essere un bel faccino è anche una brava attrice) e il serial Peggy Carter in arrivo, ha deciso di provarci di nuovo.
Gli ultimi anni hanno sfornato personaggi femminili sfaccettati, ragazze reali, non fotomodelle in minigonna, giovani “coperte” e con un grosso spessore (basti pensare a Runaways).
Così Thor diventerà donna (se non capite cliccate qui) e negli States, a Novembre, uscirà il primo numero di SpiderWoman, personaggio non nuovo ma con del potenziale inespresso.
Marvel vuole, almeno sembra, continuare sulla strada della “serietà” senza tralasciare siparietti legati all'avvenenza delle sue protagoniste. Legittimo.
Tuttavia ha cominciato malissimo, il primo passo verso questo ennesimo tentativo ha fatto inciampare tutto il progetto, affidando la Variant Cover della prima uscita a Milo Manara.
L'autore non è nuovo a collaborazioni con Marvel e tutti conosciamo il suo stile spinto e le sue ragazze provocanti dalle rotondità esagerate e, anche questa volta, Manara è stato fedele a se stesso. Cosa vi aspettavate?
Noi nulla di nuovo, la casa delle idee non lo sappiamo. La copertina, che ritrae la protagonista della testata in una posa “classica alla spiderman” ma molto delineata e incentrata sul sedere, ha scatenato molte polemiche.
Se in un contesto mensile l'interesse della variant sarebbe stato ben poco come lancio di una testata “femminile” ha smosso le montagne di internet, portando verso “l'idea sbagliata” chi si aspettava qualcosa di meno maschilista.
Le polemiche stanno fioccando e dalla casa delle idee tutto tace. Così il centro della copertina non è più Spider Woman ma il suo didietro, assoluto protagonista della variant.
Pessimo inizio.