L’Ombra del Ragno è il secondo libro-game della serie Racconti dell’Omnis, creata dal duo Edoardo Dalla Via e Leonardo Benucci. Il primo volume, Tra Catene e Cenere, ci aveva affascinato per le molte intriganti trovate e innovazioni nella gestione dei personaggi, delle meccaniche e del ritmo della narrazione. Cosa è cambiato con questo secondo tentativo? Vediamolo insieme, ma iniziamo subito con il dire che i due sono riusciti a superarsi: ci troviamo di fronte a uno dei più godibili ed interessanti libri-game che abbiamo mai letto.
Cos’è l’Omnis?
Vi abbiamo già raccontato di cosa sia l’Omnis e il GruppoLuceNera nella nostra recensione di Tra Catene e Cenere, ma visto che quel libro non è assolutamente necessario alla fruizione di L’Ombra del Ragno, ci ripetiamo volentieri: l’ambientazione della serie è la medesima della campagna di gioco di ruolo dal vivo che ispira le avventure dei due libri. L’Omnis è una versione fantasy del nostro mondo: stessa geografia, storia diversa (e, naturalmente, piena di tutte le magie, creature e razze fantasy che potete aspettarvi).
Non solo non è necessario aver letto il precedente capitolo per godersi appieno L’Ombra del Ragno, ma non è nemmeno necessario avere familiarità con l’ambientazione. Il libro non fa segreto del fatto che molti dei personaggi che incontrerete sono, effettivamente, tratti dalle cronache degli anni di gioco dei soci del GruppoLuceNera, e non facciamo fatica a credere che leggere questo libro avendo incontrato “dal vivo” Lenna, Vespro o Clorinda deve fare tutto un altro effetto, ma Edoardo e Leonardo fanno un buon lavoro nel presentare situazioni e personaggi in modo da essere “grokkabili” da chiunque.
Lo abbiamo già sottolineato recensendo Tra Catene e Cenere ed è profondamente vero anche in questo caso: L’Ombra del Ragno è un prodotto nato dall’infinito amore dei suoi autori per quello che evidentemente è un pezzo importante del loro passato e questo emerge chiaramente in ogni pagina, dando l’impressione di essere invitati a partecipare a qualcosa di… Intimo, personale, nostalgico e di essere comunque i benvenuti.
L’Ombra del Ragno: una storia per tre protagonisti
L’Ombra del Ragno continua l’opera di ricerca ed innovazione nella “tecnologia” del medium libro-game che i due autori avevano incominciato nella loro opera precedente. In Tra Catene e Cenere era possibile scegliere fra quattro personaggi, ciascuno con la propria identità e le proprie abilità, e vivere con il protagonista scelto una storia diversa, con obbiettivi ben distinti. Ovviamente l’intreccio della trama rimaneva più o meno simile, ma le quattro esperienze di gioco si discostavano abbastanza da creare davvero l’illusione di leggere quattro libri diversi.
Ne L’Ombra del Ragno i protagonisti fra cui scegliere sono tre, ma la storia è una: in modo simile ad un videogioco di ruolo (un parallelo che ci vedrete tracciare spesso) ci è chiesto di scegliere il nostro avatar e attraversare una storia compiendo delle scelte che la indirizzeranno e la renderanno nostra. Il primo libro ci ha dato la sensazione di un “open-world”, un mondo da esplorare più o meno in libertà.
In questo, invece, la “regia” degli autori è molto più presente e ci conduce attraverso i tre atti della storia. Lo diciamo subito e senza alcun dubbio: questo approccio funziona meglio. La storia risulta più avvincente, il ritmo è più serrato, la voglia di leggere cosa succede è maggiore.
Non crediate, però, che questo venga a costo della libertà di azione del lettore-giocatore, tutt’altro. Gli autori hanno usato ogni trucco immaginabile per permetterci di interpretare il protagonista in libertà, scegliendone la personalità, il modus operandi, l’etica.
È persino possibile sviluppare amicizie, rivalità, amori, con i molti personaggi che compongono il “cast” de L’Ombra del Ragno, con un elegantissimo sistema di “affinità”, di cui tenere traccia nella propria scheda: essere più o meno amici di questo o quel personaggio sbloccherà opzioni di dialogo e ricompense nascoste, quasi come se ci trovassimo in un gioco di ruolo della Bioware dei bei tempi andati.
Per proseguire con il parallelo, c’è un entusiasmante pezzo del libro in cui ci viene chiesto di reclutare i personaggi che abbiamo fin qui incontrato (e a cui ci siamo affezionati!) e assegnare loro vari compiti per lo svolgimento di una missione, esponendoli a tutti i rischi dal caso: la sensazione di adrenalina e preoccupazione per i nostri alleati è stata davvero simile a quella della missione suicida di Mass Effect 2.
Questa libertà è il vero cuore del libro, che ci conduce ad affezionarci ai personaggi che incontriamo, a ponderare per bene ogni singola scelta, a tenere a bada la voglia di “caricare il salvataggio precedente”, e offre una rigiocabilità davvero molto alta, pur essendo, in sostanza, la medesima trama.
La tecnologia del libro-game
L’Ombra del Ragno è un capolavoro di tecnologia. In questo libro c’è tutto: personaggi da interpretare a piacere, amicizie e rivalità, potenziali morti dei co-protagonisti, scelte tattiche, un inventario essenziale ma efficace.
C’è un metodo straordinariamente elegante per tenere traccia del tempo che passa, mettendo il lettore-giocatore nella realistica situazione di dover scegliere quando e dove attardarsi prima che scenda la notte; c’è una meccanica di aumento di livello; ci sono bivi nascosti, accessibili solo con determinati protagonisti o solo se si è sufficientemente amici di alcuni personaggi specifici; c’è persino, ed è un piccolo spoiler ma crediamo valga la pena citarlo in questa fase, il modo per un “new game+” una volta finita la storia per la prima volta, ed un “vero” finale nascosto davvero molto bene.
Insomma: L’Ombra del Ragno ci ha conquistati. Si tratta senza ombra di dubbio di uno dei libri-game meglio congeniati che abbiamo mai letto, e un passo in avanti enorme rispetto il già eccellente Tra Catene e Cenere. Ovviamente ve lo consigliamo con trasporto, in attesa spasmodica di scoprire cos’altro si inventeranno Edoardo e Leonardo per il prossimo capitolo dei Racconti dell’Omnis!
- Dalla Via, Edoardo (Autore)
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