L’episodio 6, il grande finale di Loki ha alcune fondamentali rivelazioni per il futuro del MCU ma anche un buon numero di easter egg da scoprire. Non ne abbiamo notati tanti quanti nell’episodio precedente, un tripudio di riferimenti fumettistici per gli appassionati. Ma in questo finale ci sono parecchie citazioni che gli amanti dell’Universo Cinematografico Marvel non possono ignorare.
Gli easter egg dell’episodio 6 di Loki, il grande finale
Rispetto alle altre puntate, i creatori di Loki hanno voluto concentrare un numero enorme di easter egg già nei titoli di testa. Appena vedete il logo Marvel infatti sentite una voce familiare, quella di Capitan America. E dopo la sua si susseguono un gran numero di citazioni mentre percorriamo la storia intera della Linea Temporale, dal Big Bang fino a Endgame. Quelle che abbiamo colto sono queste (traduciamo dall’inglese, quindi potrebbero esserci delle differenze rispetto all’audio italiano):
- “È passato tanto, tanto tempo” detta da Steve Rogers a Peggy Carter
- “Continua così, Tic Tac” detto da Falcon a Ant-Man in Civil War
- “Così si tira un pugno” in Ant-Man
- “Wakanda forever” da Avengers: Infinity War
- “Ti metto un momento in attesa” di Black Widow in The Avengers
- “Gara di ballo” in Guardiani della Galassia
- “È il mio amico del lavoro” da Thor: Ragnarok
- “Posso farlo tutto il giorno” “Sì, lo so” di Cap in Avengers: Endgame
- “Più in alto, più lontano, più veloce baby” da Captain Marvel
- “We have a Hulk” da The Avengers
- “Salteremo su quella astronave e ce ne andremo da qui. Vuoi venire?” da Thor: Ragnarok
- “Glorious purpose” detto da Classic Loki nell’episodio 5 di Loki
- “Che cos’è il lutto, se non l’amore che persevera” detto da Vision a in WandaVision
- “Apri gli occhi” detto da Sylvie, l’ultima frase della penultima puntata.
Una carrellata di tutto l’MCU in un attimo. Il tutto sulla melodia di “It’s Been a Long, Long Time“, una canzone della Harry James Band che abbiamo sentito sia in Captain America: The Winter Soldier che in Avengers: Endgame, mentre Steve balla con Peggy. Ma in mezzo a queste frasi ne abbiamo sentite anche di alcune dal nostro mondo, che a quanto pare sono parte del canone Marvel ora.
- “Un piccolo passo per un uomo…” di Neil Armstrong
- “Come osano!” di Greta Thunberg
- “My dream…” di Malala Yousafzai
- “Abbiamo lottato per il diritto di sperimentare la pace” di Nelson Mandela
- “Mi alzerò” di Maya Angelou
- “Pensiamo al tempo come a un moto unidirezionale” non accreditato ma probabilmente di Carl Sagan (il moto nell’universo della linea temporale ricorda la sua storica trasmissione scientifica)
- “Motivate da donne in tutto il mondo” non accreditato.
La cittadella alla fine del tempo
Quando entrano nel castello, entrando dalla porta fiancheggiata da due enormi clessidre, Miss Minutes accoglie Loki e Sylvie nella Cittadella alla Fine del Tempo. Un luogo apparso per la prima volta nei fumetti in Thor #245. In quel fumetto, Thor e Jane viaggiano fino al confine temporale dello spazio e parlano con Colui Che Rimane. Che però non è lo stesso personaggio che incontriamo nella serie TV.
Nei fumetti è l’ultimo direttore della TVA, un sopravvissuto da un altro universo passato che vuole assicurarsi che gli eroi non commettano gli stessi errori del suo precedente universo.
Prima di lasciarli, Miss Minutes cerca di convincere Loki ad abbandonare l’impresa offrendogli tutto quello che ha sempre desiderato. Sconfiggere gli Avengers (come nel primo film dei Vendicatori), conquistare il trono di Asgard (come in Thor) e persino uccidere Thanos (come in Avengers: Infinity War) e guadagnarsi il Guanto dell’Infinito.
Le due varianti di Loki rifiutano e continuano, arrivano in una sala dove ci sono tre statue dei Custodi del Tempo. Più quella di un quarto, abbattuta. Questo potrebbe essere un altro richiamo ai fumetti, dove Colui Che Rimane bandisce dalla Cittadella uno dei Time-Keepers e lo manda in esilio nell’antico Egitto, dove diventa l’Oracolo di Siwa.
Easter egg dell’episodio 6 di Loki: Kang il Conquistatore è arrivato
Si apre un ascensore e vediamo arrivare Jonathan Majors, l’attore che interpreta Kang in Ant-Man and The Wasp: Quantumania (nel link qui sotto parliamo del personaggio in maniera più approfondita). Ne abbiamo parlato molto nelle scorse settimane, per i tanti indizi lasciati nelle altre puntate. Ma non ci aspettavamo che il debutto arrivasse su una serie su Disney+: i fan Marvel non possono più rimandare di fare l’abbonamento.
Serve poco perché Colui Che Rimane mostri i suoi poteri temporali: conosce tutta la storia dell’universo, impossibile attaccarlo. Tanto che mangia tranquillamente una mela durante tutto il tragitto verso la sua torre, sebbene Loki e Sylvie non abbassino mai le loro spade. Questo potrebbe essere un richiamo a Doctor Strange, che si allena a usare la Gemma del Tempo proprio utilizzando una mela, senza contare il chiaro significato biblico di questo simbolo.
La preside Ravonna
Nel frattempo, torniamo alla TVA dove vediamo Mobius che cerca di convincere Ravonna a ribellarsi all’organizzazione. Anche perché i Minutemen non l’aiuteranno più: B-15 li ha portati nel 2018, a Fremont in Ohio, dove mostra loro Ravonna quando era ancora una normalissima preside di una scuola. Nell’immagine, l’occhio attento di quelli di ScreenRant hanno notato il diploma di laurea che reca il nome Rebecca Tourminet, che è il nome da “umana” usato da Renslayer. Anche se nei fumetti vive nel 1903, non il 2018. tra l’altro, vediamo sul tavolo le stesse penne che Ravonna usa nel suo ufficio alla TVA.
Mobius però compie l’errore di avvicinarsi troppo a Ravonna, che lo disarma. L’inquadratura in prospettiva di Mobius ricorda quella di Loki quando fu sconfitto dagli Avengers a New York, una bella citazione. Ravonna fugge in cerca di Colui Che Rimane, forse anche grazie ai documenti misteriosi dati a lei da Miss Minutes.
Gli easter egg dell’episodio 6 di Loki: uno scienziato del 31° secolo
Kang (anche se non usa mai questo nome e i sottotitoli lo chiamano Colui Che Rimane) spiega la sua storia a Loki e Sylvie usando una tecnologia di grande effetto cinematografico. Parla di tutte le varianti di se stesso che, una volta scoperta l’esistenza dei multiversi, iniziano a lottare fra loro. Una storia quasi identica a quella raccontata da Miss Minutes, anche se adesso conosciamo il protagonista. Durante le lotte, i Kang indossano un elmetto che ricorda quello dei fumetti.
Il Kang alla Fine del Tempo (che potrebbe richiamare il personaggio di Immortus nei fumetti) utilizza Alioth, un essere creato nelle fessure fra gli universi (ricorda un po’ gli Spettri di His Dark Materials) per creare un’unica linea temporale. Se loro lo uccidono, il Multiverso tornerà nel caos (o nella Pazzia, per dirla come Doctor Strange). Altrimenti possono prendere il suo posto a capo della TVA.
Loki preferisce questa opzione e lotta con Sylvie per ottenerla. Fra momenti toccanti e un’ottima azione, vediamo il solito sbattere dei capelli di Tom Hiddleston quando finisce a terra. Ma Sylvie ha la meglio e uccide Kang. Che però promette di tornare. O meglio, assicura che ci saranno infinite varianti di lui in arrivo. E non tutte così gentili.
La statua di Kang
Il Multiverso inizia ufficialmente, con una grafica davvero spaziale. Nel frattempo, Loki torna alla TVA. Cerca Mobius, che però non si ricorda assolutamente di lui. Sembra infatti che sia arrivato in un nuovo universo. Dove al posto dei Custodi del Tempo, al centro della TVA c’è un’enorme statua di Kang il Conquistatore, con il volto di Majors ma la tenuta classica dei fumetti.
La sua disperazione guardando la statua sembra una citazione del primo Pianeta delle Scimmie, anche se è più un omaggio che un easter egg.
Aspettando i titoli di coda, scopriamo solamente che Loki tornerà per una seconda stagione. Ma con ogni probabilità vedremo Kang molto prima, già nel prossimo Ant-Man and The Wasp. Anche se non sappiamo ancora quale variante avremo di fronte.
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