Spoiler. Aldilà della nostra fissa sul numero di zampe di Smaug, siamo qui, di nuovo, a parlare dell'evento di questo anno e non potremmo esserne più felici.
Ci siamo nuovamente seduti al tavolo dove Peter Jackson, ormai un anno fa, ha iniziato quella che è la più grande partita di Dungeons & Dragons del mondo. Milioni di persone, abbagliate da LOTR hanno di nuovo tirato l'iniziativa per scivolare in questo mondo di Draghi, Nani e Hobbit.
Desolation of Smaug è splendido, una perla a misura di Nerd. Monumentale, travolgente, ritornante, vorpal.
Una vera e propria opera straniante che ti trascina in un mondo nuovo, sconfinato, fiabesco. La sensazione predominante, durante la visione, era quella della nostalgia, nostalgia delle nostre vecchie sessioni di D&D.
Ancora una volta ci è tornata la voglia di combattere, di sfidare il drago, di recuperare l'oro perduto, di uscire e correre all'avventura.
Quando ti trovi lì sepolto di emozioni non ti fai più domande, non ti metti a cercare, svuotare, a calibrare le valutazioni. Quando sei lì mordi il bracciolo con i tuoi artigli maledicendoti perché non sei là con i nani. Epico, assolutamente.
Ma ci preme anche affrontare le domande che spesso i fan si pongono, una per una.
Tauriel, facciamo i Nerd, in redazione ci siamo imbattuti in una illustrazione di Livia Rusz per la versione rumena del libro stampata nel 1975, nella quale possiamo notare un'avvenente elfa che tiene legato Thorin davanti allo snob Re Elfico Thranduil (padre di Legolas). Potete vederla in scorcio qui sotto.
Ora, nessuno intende dire che quella sia Tauriel e che Jackson non l'abbia inventata, sarebbe folle, tuttavia tramite essa abbiamo capito una cosa importante, cioè quella che ci piace chiamare "teoria dell'illustrazione"
Non c'è biasimo se un illustratore ci regala una sua personalissima visione del mondo di Tolkien in un libro ufficiale scritto dallo stesso. Tolkien non ha mai parlato di quell'elfo femmina che tiene legato Thorin, eppure c'è. Allora perché biasimare Jackson? La partecipazione di Tauriel, come tutte le sfumature inserite dal regista, è indolore.
Tramite essa si approfondiscono dei passaggi e la stessa natura elfica, in particolare degli elfi silvani. Noi non riusciamo a vederci qualcosa di male e per quanto riguarda la leggera infatuazione di Kili per lei (perché le ricorda una sua amata) che farà storcere il naso a molti, viene subito estinta e non è nemmeno così fuori luogo, Gimli e Galadriel vi ricordano qualcosa? Tauriel non fa danno e, per la teoria dell'illustrazione, non ci sentiamo di additarla.
Legolas ci è piaciuto, anche la sua partecipazione è indolore, anzi vederlo "dalla parte dei malvagi", snob e pieno di una sfrontatezza giovanile da rampollo ci da la possibilità di apprezzarlo di più.
Gli Orchi e Gandalf. Sarebbe stato improponibile seguire il libro e "far sparire Gandalf" per poi farlo tornare a fine film, questo è ovvio. In termini di sceneggiatura improponibile e è lo stesso Tolkien a spiegarci che in effetti, Gandalf ha combattuto contro il Negromante e che, si, in effetti gli orchi stanno radunando a Gundabad un esercito e farlo arrivare "a sorpresa" nel finale, come nel libro, avrebbe creato parecchi buchi di sceneggiatura.
Le scelte fatte sono scorrevoli e si permettono di aggiungere dove il libro lascia più vaga la questione.
Da tempo diciamo che è assolutamente inutile paragonare due supporti tanto diversi e continuiamo a sostenerlo.
Ultimo punto, ci siamo arrivati. Quindi: si, Smaug ha quattro arti, e il pensiero (anche se impreciso) di "viverna" balza nella testa ma, una volta che comincia a parlare (complimenti a Luca Ward, probabilmente il miglior doppiatore d'Italia) tutto si dimentica.
Le movenze della lucertola, il suo stile mellifluo, suadente, la curiosità per il nuovo e il suo ego smisurato trasudano da ogni scaglia del suo petto sfregiato, Smaug "prima tra le calamità" rimarrà tra i più riusciti personaggi malvagi della storia del cinema proprio come lo è in letteratura e sentirlo in inglese sarà un'emozione inarrivabile.
Vi sfidiamo a non sentirvi pervasi di brividi di epicità quando, in volo verso Pontelagolungo, parlerà. E poco dopo morirete per il cliffhanger conclusivo.
The Hobbit Desolation of Smaug mostra al mondo quello che un Nerd fa ogni settimana. Noi sapevamo che qualcuno, prima o poi, si sarebbe accorto dei Draghi Rossi, del fatto che Nani e Elfi hanno due stili di combattimento molto diversi, dei mezz'uomini e della loro propensione alla classe di ladro.
Qualcuno avrebbe preso tutto questo e ne avrebbe fatto una serie di film epica, senza respiro a monito delle generazioni che verranno.
The Hobbit Desolation of Smaug è un'altra vittoria, un colpo critico andato a segno, che rimarrà impresso per molti anni a venire. Da vedere in 3d.
Noi torneremo a vederlo
qui.
Dico solo questo: Lo Hobbit è del 1937, Tolkien è morto nel 1973 e non mi risulta, dalla sua biografia, che sia mai stato a contatto con questa illustratrice rumena (oltre al non essere mai stato in romania), quindi questa teoria, anche se non la supportate ufficialmente (cosa che invece sembra leggendo), è un FAIL già dalle premesse.
E poi dai, avete rotto tanto che doveva avere sei arti (giustamente) ed ora invece vi lasciate imbambolare…piuttosto fate come me, dite che ne ha 4 e mezzo per giustificare che, se non altro, non ha semplicemente degli artigletti sulle ali, ma piuttosto ali sotto le braccia.
Giovanni solo un paio di appunti:
1 – Nell’articolo non si dice assolutamente che quel’illustrazione sia stata fatta da Livia Rusz in accordo con J.R.R. Tolkien. Viene sostenuto che, essendoci questo precedente in quanto interpretazione personale dell’illustratrice rumena, si potrebbe fare a meno di biasimare P.Jackson per la scelta di introdurre l’elfa Tauriel tra i personaggi. Non c’è scritto che P.J. abbia preso spunto da qui (anche se sarebbe carino fosse così) o che, come detto prima, Tolkien fosse a conoscenza o concorde con Livia Rusz nell’inserire quell’elfa nell’illustrazione.
2 – Non mi pare che nell’articolo venga elogiato Smaug in quanto drago a 4 arti, ma in quanto al personaggio in se e alla ottima caratterizzazione che risulta nella pellicola. In quanto agli arti, a inizio articolo leggiamo la frase:
“Aldilà della nostra fissa sul numero di zampe di Smaug, siamo qui, di nuovo, a parlare dell’evento di questo anno e non potremmo esserne più felici”
Questa frase di introduzione all’articolo è abbastanza eloquente; il discorso “arti” viene tralasciato totalmente in questo articolo.
Ora, mi pongo una domanda che porgo anche a te: quanto poco hai capito dell’articolo che hai letto?
concordo con andrea… poi certo le differenze sono molte e nulla avrebbe tolto allo smaug cinematografico avere 2 zampe anteriori, rispettando i disegni del drago presenti sulla mappa contenuta nel libro. Ma c***o il film spacca XD ci si può lamentare fino ad un certo punto, poi è ovvio che un regista ci voglia mettere del suo no?
Questo secondo capitolo non mi ha convinto quanto il primo che invece ho amato. Non dico che sia un film noioso, anzi, le sue 2 ore e mezza volano come nulla fosse. Tuttavia la trama fatica ad ingranare, si vede che è “solo” un episodio di passaggio, una lunghissima preparazione a ciò che avverrà nel prossimo capitolo. I suoi bei momenti ci sono: la scena del fiume è magnifica, Tauriel mi piace molto e Smaug è carismaticissimo, ma a parte questo non ci ho trovato granchè. Sapevo che in origine i film dovevano essere solo due e forse sarebbe stato meglio. Farne una trilogia è stata una commercialata bella e buona e si vede… Mi spiace perchè lo stavo aspettando in grazia da un anno, proprio perchè il primo mi aveva sorpreso.
No spiacente, gli sceneggiatori dovrebbero scrivere sceneggiature nuove e non razziare la letteratura (non entro nel merito di fumetti e sequel). Chi non si sente deluso di fronte alla computer-grafica di un film in quanto non all’altezza della “brain-grafica” della propria immaginazione è qualcuno la cui fantasia -mestamente- necessita di grucce computerizzate. Qualcuno che deve essere imboccato per immagini palesi sul come “vedere” un personaggio, sul come udirne la voce, ed una volta che questo accade ecco che Frodo sarà sempre uno strabico, adolescente Elija Wood, sedimentato nell’immaginario collettivo con tutti i limiti dell’immaginazione del regista e della professionalità di customista, truccatore, attore e di tutte le “forze dissipative” tipiche di ogni implementazione nel mondo reale.
E’ per questo che un film tratto da un libro è SEMPRE invariabilmente la sua versione “for DUMMIES”, per quelli dalla fantasia atrofica, di sogni senza volto da riempire con facce holliwoodiane. E’ per quelli dalla mente pigra che non hanno apprezzamento per il potere della parola scritta di evocare immagini, suoni, odori, sapori e sensazioni che nessun effetto speciale cinematografico potrà mai comparare.
Ci sottoponiamo volontariamente ad un processo che è l’intellettuale corrispettivo dalla nutrizione forzata delle oche da pate de fois gras. E Natale è alle porte. Buon appetito.
Ma quanta saccenza in un solo commento
Premessa: sto mettendo il film a paragone con il libro, quindi evitate di offendere inutilmente.
Il film è uno schifo, mi ha deluso peggio del primo, che almeno aveva conservato un po’ di poetica del libro, ma questo è davvero troppo: sembra un film della marvel, tipo bum bum sbam e poi niente sostanza. Parti inventate ed inesistenti nel libro. Poi gli orchi, madonna, ma dove? Gli orchi non ci sono completamente, nessuno attacca nessuno e soprattutto il viaggio nei barili, in cui hanno messo un combattimento in cui legolas era praticamente l’uomo ragno, sarebbe dovuto essere un viaggio tranquillissimo. Bilbo non doveva subire nessun effetto dell’anello di Sauron, quindi non capisco perché poi col drago s’è tolto l’anello, evabè. Kili viene punto da una freccia morgul (cosa?) e s’innamora di Tauriel (OKAY). L’ultimo combattimento col drago è stato TERRIBILE. Intanto vorrei capire perché diavolo Thorin punta la spada a Bilbo. Nel libro si sente solo una piccola tensione, qua invece si stavano per scannare e nessuno voleva fuggire dal drago. E invece no, Thorin rimane lì mezz’ora a guardare Bilbo aspettando che arrivano gli altri e cominciano a combattere per il tempo restante del film. Combattimenti fantastici, sì, ma PERCHE’? Se dovevano fare un film su Lo Hobbit interpretato da Jackson lo chiamavano “Lo Hobbit interpretato da Jackson”, ma sinceramente mi hanno rovinato l’infanzia in due ore e mezzo interminabili.
Davide il tuo commento è comprensibile, però ecco non la vedo come una sorpresa quest’enorme differenza rispetto al libro… Cioè è dal signore degli anelli che jackson si inventa una marea di roba solo perché secondo lui fa fico… Dipende tutto dalle pretese che uno ha quando si siede in poltrona al cinema… Essendo due mezzi di espressioni differenti sono difficili da paragonare ed è impossibile trasportare un libro su pellicola…
Guarda Hunger Games la ragazza di fuoco, il film è meraviglioso perché è tale e quale al libro, no?
Grazie Andrea, la tua risposta è un complimento implicito.
Quanto al “è impossibile trasportare il libro su una pellicola”… bhè allora perchè farlo?
Perchè non lasciare il libro ai lettori e scrivere delle sceneggiature originali?
La risposta è semplice: i produttori hanno tanto da guadagnare senza dover investire in lavoro creativo (che si sa, in quanto raro, costa) e quelli che hanno come massima ambizione letteraria il bugiardino del vivincì possono risparmiarsi la fatica di surriscaldarsi il cervello (che si sa, in quanto costa fatica, è cosa rara).
A mio avviso la cultura e la letteratura va promossa e resa disponibile sì, ma non mercificata e semplificata a tutti i costi: tutti devono poterla raggiungere ma tutti devono comunque avere il privilegio, l’opportunità ma anche il dovere di colmare un certo potenziale per raggiungerla.
Il significato profondo della conquista di una vetta lo si comprende solo al termine di una scalata, non alla fine di un giro di funivia.
Mah il fatto è che tu vedi questo film da un unico punto di vista… Poi per carità condivido in parte quello che dici ma anche un film come lo hobbit ha le sue componenti interessanti e stimolanti. Certo se jackson si fosse messo a fare un fantasy originale utilizzando le risorse destinate al lo hobbit forse sarebbe venuto qualcosa di grandioso…forse…
Comunque ti chiedo scusa per il commento sulla saccenza è che il tuo commento molto categorico mi ha forzato la mano 😉
Solo un sith vive di assoluti
Ma è stato un Maestro Jedi a criticare le vie di mezzo: “C’è FARE o NON FARE non c’è PROVARE”. E quello di cui parliamo non è FARE ma un goffo (benchè remunerativo) provare.
gente su diciamo le cose come stanno. Si tratta di un bel film fantasy con una stupenda grafica e molta azione ma non è assolutamente lo hobbit se non per la trama di fondo.
ci tengo anche a precisare un paio di punti che non mi vanno giu:
1) Gandalf che combatte il necromante…ciò crea un paradosso in quanto lui si rende conto che si tratta di Sauron ma, per magia, nel signore degli anelli si dimentica tutto….Mha?!?!
2) il “Piano perfetto” dei nani per attaccare Smaug…ci ho riso/pianto per 3 ore…ma che si attacca un drago (rosso) con una colata di oro fuso (danni da fuoco); suvvia anche un bambino di 4 anni che ha appena sentito parlare di draghi si renderebbe conto della cazzata che è fare una cosa del genere
3) (questo onestamente non me lo ricordo bene dal libro) Smaug, che tanto lodate, è rappresentato come un ghiozzo con 40dv e un arma a soffio con raggio pressocchè infinito ma CD 1,5…carismatico si ma non è assolutamente un Drago
@Pietro Soldi ci stai serio ?!?! vuoi ridurre un film a una partita di DnD ?? allora perchè non controlliamo anche i bonus razziali dei nani per vedere se hanno resistenza al veleno, e vediamo se “l’halfling” bilbo ha tra le abilità diplomazia per parlare con il drago, e gia che ci siamo parlano in comune ?!? ahahahahah ma seriamente ci stai serio !!! gandalf nel libro sà che dietro a tutto il caos che si sta sviluppando nella terra di mezzo e dopo la sua prigionia specialmente che c’è sauron all’opera, tuttavia non sa fino alla fine che bilbo ha un anello magico e anche dopo non sa che è l’unico, nel signore degli anelli il bianco cosiglio è gia stato sciolto e il ritorno di sauron è gia avvenuto.
@Davide Amato, in linea di massima sarei daccordo con quello che dici tuttavia Andra Macchi ha ragione è impossibile adattare tutte le scelte narrative che ci sono in un libro ad una pellicola cinematografica, io ho letto tutta la trilogia di hunger game ben prima di andarla a vedere al cinema e sinceramente, se tu ritieni i film così uguali, forse dovresti rileggere i libri, preciso che non è inteso in senso offensivo, ma francamente i film sono adattati sotto molti aspetti e molte cose che nel libro sono riportate nei film non lo sono, ma questo non perchè gli sceneggiatori le abbiano volute eliminare ma perchè semplicemente non era possibile riportarle o quanto meno renderle adatte al contesto.
@Davide non voglio risultare volgare e scusami, ma hai detto un mare di cazzate sinceramente, io non pretendo di essere la voce suprema della verità ma, se come dici i libri (e lo dico con cognizione di causa visto che la mia camera straborda di fantasy, romanzi, storici, gialli, trhiller, noir e classici) sono il vero nutrimento per la mente è altrettanto valido che il cinema non è che una forma diversa della medesima cosa poichè se un libro ci permette di immaginare una nostra personale versione di una vicenda, un film tratto da un libro non è che la visione intima e personale della medesima vicenda vista da uno sceneggiatore/regista che ci dà difatto la possibilità di vedere, gustare, assaporare, in maniera tangibile e in prima persona un modo diverso di interpretare una vicenda e così ho detto tutto xdxd
Alessandro il tuo punto di vista -al contrario di come tu percepisci il mio- è ragionevole ed io, pure in disaccordo, lo rispetto.
Davide ripeto lungi da me offendere, ma non posso condividere una cosa che ritengo obbiettivamente sbagliata, del resto molti stanno portando critiche a quello che obbiettivamente se considerato un film a se, senza farsi influenzare dal libro è più che un ottimo film insomma parliamoci chiaro la trama è avvincente, la sceneggiatura e la regia sono molto curate e la compluter grafica pure, per non parlare delle ambientazioni che sono uniche e a mio avviso molto pertinenti con il contesto.
Ora ovviamente messo a paragone con il libro si dice che non è un bel film, poichè non ne rispetta tutte i passaggi sia cognitivi che a livello di trama, ma ripeto per un semplice fatto di contestualizzazione, è impossibile traslare completamente le vicende di un libro complesso ad un film che come differente mezzo di espressione non ha le possibilità reali di renderli al meglio, poichè certi elementi che in un libro sono facilmente esplicabili in un film risultano di difficile comprensione o fuori contesto, inoltre voglio ricordare che i tre film del signore degli anelli avevano la belleza di quasi 4 ore di film in versione classica alle spalle, e più di 4 in versione estesa.
è ovviamente impossibile salvaguardare al meglio la realtà del libro se oltre a doverne adattare alcune tematiche ne si devo pure restringere le tempistiche poichè ricordo a tutti che come sapete il signore degli anelle sebbene più lungo tratta vicende in un arco temporale di alcune settimane, mentre ad esempio il silmarillion che è 2 volte più corto copre ben più di 3 ere.
Invito a riflettere su questo e per riallacciarmi al discorso di davide se uno vuole godere di una perfetta trasposizione delle vicende di un romanzo complesso e articolato come quello dell’hobbit non puo che farsi il suo personale “film mentale” sfruttando gli infiniti mezzi che la nostra immaginazione ci mette a disposizione.
“Traslare completamente un libro non si riesce”… per molti questo è il mantra per tacitare le critiche, per me è la ragione per non aver bisogno del film: perchè accontentarsi di qualcosa che persino i sostenitori del film ritengono un surrogato?
La trama OVVIO che avvincente visto che l’ha scritta Tolkien, l’opera degli sceneggiatori non è stato di scrittura ma di bricolage.
Ed ora mi concedo una pedanteria visto che siamo in ambito Nerd, le vicende del Signore degli Anelli coprono circa 18 anni: dalla festa del 33° compleanno di Frodo alla sua partenza dalla Contea passano 17 anni, Frodo parte a 50 anni come a 50 era partito Bilbo ne Lo Hobbit. Il viaggio verso Mordor e ritorno dura circa un anno. Riportato all’arco temporale umano i 50 anni di frodo (tardo-adolescente nel film solo per ragioni di immedesimazione del pubblico target) sono l’equivalente del “nel mezzo del cammin di nostra vita… ” con annessa (triplice ed incrementale) catabasi (tumulilande, moria e mordor) secondo uno schema iterativo che richiama il beowulf e la tradizione dell’epica anglosassone antica. Questo per dire, a te che rammenti un signore degli anelli di qualche settimana di linea temporale, è giusto un frammento (tecnico) dell’universo di informazione contenuto nel libro che spazia non solo nella letteratura ma anche nella morale, nella filosofia e persino nella religione (ma non apriamo questo capitolo altrimenti ne esce fuori un flame). Nulla di tutto ciò è minimamente rispettato, si è semplicemente razziato una parte della catena di eventi a beneficio di chi decide di essere ignaro (e colui che decide di essere ignaro è , per la cronaca come per la grammatica, la pura definizione di ‘ignorante’) dei contenuti. Non è un delitto essere ignoranti (ossia deliberatamente e consapevolmente ignari) , lo siamo tutti almeno in qualche campo, ma legittimare quello scempio cinematografico per evitare di riconoscere questa semplice verità è cosa anche peggiore.
Mea culpa, per quanto riguarda le tempistiche, tralasciando i 17 anni che anche nel libro non occupano che poche pagine hai ragione tu il viaggio è molto più lungo sinceramente ho letto il libro molto tempo fà e non ne ricordo alla perfezione tutti i dettagli, mi rimane più comodo il silmarillion che ho letto dinuovo in data più recente comunque ripeto errore mio per le tempistiche.
Ora tornando sull’argomento principale “perchè accontentarsi di qualcosa che persino i sostenitori del film ritengono un surrogato?” è qui che a mio avviso tu sbagli, quello che io ho detto che è impossibile rendere in una pellicola un libro complesso e ricco di tematiche come questo senza peccare in originalità, e che quindi il miglior modo di gustare un libro è usare gli infiniti mezzi della nostra immaginazione, TUTTAVIA !! come ho scritto prima > e francamente se tu sostieni che la trama è avvincente solo perchè hanno ripreso tolkien ti invito a fare un paragone con il film di eragon che poi ne riparliamo, e sostenere che “La trama OVVIO che avvincente visto che l’ha scritta Tolkien, l’opera degli sceneggiatori non è stato di scrittura ma di bricolage. ” non solo è ingiusto verso gli sceneggiatori ma anche oggettivamente sbagliato poichè come anche per ISDA noi non siamo andati a vedere al cinema noi abbiamo visto quello che sono le vicende del libro i fatti le storie partoriti dall’immaginazione di Peter Jackson e quindi quella che era ed è la sua personale interpretazione delle vicende uan trasposizione nella realtà di cio che la sua immaginazione ha creato, un modo per conoscere una cosa che altrimenti non sarebbe stato possibile conoscere.
Caro giocondo, guarda che davide le sue ragioni le ha poi siamo su un dito nerd dove si recensiscono cose nerd quindi che cazzo rompi le palle se qualcuno commenta? Sei tu che puoi benissimo evitare di scrivere qui e se devi solo dire “mi piace” vai su Facebook. Detto questo siamo nel mondo del remake ora mai, le idee nuove sono rare purtroppo e sul cinema si da poco spazio alle novità ma si punta sul sicuro (e questo aspetto delle cose non si limita unicamente al cinema ma è l’andazzo socioeconomico attuale).
Giocondo, non stavo insultando i fan del film. Li stavo descrivendo. E di “ignorante” ho dato una asettica definizione che si applica rigorosamente a chi si contenta della produzione di Jackson. Allo stesso modo io sono ignorante circa Harry Potter di cui ho visto il primo film e non ho letto i libri e non ne faccio mistero nè dramma. Sei tu che invece scadi nell’insulto personale e nell’interpretazione di psicologia da corso serale ma questo parla più di te che di me.
Quanto al “saccente”, me lo sono preso due volte in questa discussione ed entrambe le volte con estrema soddisfazione, non perché provi gaudio nell’essere ritenuto tale (quello che pensate di me è affare vostro) ma perchè è esattamente la risposta che matematicamente ci si può attendere da chi è contento di non approfondire (e per l’ennesima volta, non c’è niente di male in quello) ma non vuole sentirselo dire nè vuole vedere altri farlo. Se qualcuno mi dicesse “Davide, riguardo Harry Potter, data quella definizione sei un ignorante perchè sai che c’è di più oltre il film ma non hai voluto approfondire” direi “E’ vero, decido di ignorare l’opera della Rowling perché, per semplice istinto più che per la visione del film, non la ritengo valevole del mio tempo.” Io so vivere con l’idea di essere ignorante circa certe cose. Altri no. Quindi a voler fare psicologia da corso serale ci si potrebbe chiedere chi è “l’insicuro”.
Ora nella speranza di non essere accusato di “feticismo da ultima parola” ma bensì con lo spiriito di dar valore e rilevanza alle tue obiezioni come atto di civiltà dovuta, ti rispondo – in merito agli oscar – che a mio avviso essi rappresentano il metro di valutazione della (sotto)cultura d’oltreoceano delle cui misurazioni invariabilmente considero rispondente al vero il reciproco.
Certo che so cosa voglia dire saccente, quello che mi fa sorridere non è il fatto che io lo sia o meno ma che vedendo quello che scrivo si pensi che lo sia, il che non ha alcuna attinenza con me ed invece ogni attinenza con chi lo scrive data la scarsità di dati disponibili e le inevitabili assunzioni che ne conseguono.
Ho definito chiaramente “ignoranza” come “atto di deliberato, consapevole e quindi colpevole disinteresse”, se qualcuno vede il film e non approfondisce con il libro è ignorante circa quel tema, se qualcuno vede uno spot elettorale in tv e va a votare senza approfondire è ignorante circa il suo dovere civico di cittadino… potrei continuare ma è un concetto piuttosto semplice e comune che una persona della tua statura culturale dovrebbe comprendere. Non sta a me dire se sei “ignorante” o no secondo questa definizione e non mi interessa nemmeno particolarmente.
finito l’off-topic da accademia della crusca ognuno può usare le opere di Tolkien come di qualsiasi altro autore per i fini che ritiene più opportuni, ed alcuni di questi “utilizzi” laddove pubblicamente esposti e pubblicizzati possono essere soggetti ad opinioni, dibattiti e critiche. Esempio:
A casa mia accendo il forno con le pagine del Signore degli Anelli. Bene, è un mio diritto e guai a chi apre bocca.
Se invece vado su un forum esponendo video di me che brucio il Signore degli Anelli e ne propagando questo utilizzo, BENE LO STESSO è ancora un mio diritto, ma non posso aspettarmi che tutti siano d’accordo e devo invece aspettarmi una distribuzione di intensità di reazioni, dall’indifferente all’entusiasta sino all’indignato.
Concordiamo quindi (spero) che ognuno possa fare l’utilizzo che vuole di una risorsa, e che qualora proponga ad altri questo utilizzo accetti di sottoporsi all’altrui opinione. Ora quello che mi pare stridente è che ti senti di poter parlare per Tolkien morto 40 anni fa ed utilizzi (legittimamente per carità) la sua opera per un uso da lui in parte criticato nelle sue lettere e nel saggio “on Fairy stories” in cui pure rivendicando un tipo di evasione nobilitata critica come una “diserzione dalla realtà” l’atteggiamento da te descritto (e fallo per carità, lo faccio anch’io a volte non è che Tolkien sia dio ma se tenti di pensare in sua vece attraverso le sue opere -cosa che non consiglio e che non faccio io stesso- fallo con un po’ più di conoscenza). D’altro canto so che fosse tremendamente geloso della sua opera al punto da manifestare l’intenzione di far proteggere da copyright i nomi da lui inventati, voler sovrintendere personalmente (o almeno avere un certo controllo) alle traduzioni in altre lingue del libro e che non amasse il fenomeno mediatico nato attorno alla sua opera (in italiano questa roba la trovi nel suo epistolario ‘La realtà in trasparenza’, ma ti consiglio di leggertelo in lingua originale assieme alle altre opere). Quindi non hai titolo come non ce l’ho io e nessun altro sulla faccia della terra (ad eccezione forse del figlio Christopher… ma anche lui conosceva solo una proiezione del padre) di mettere parole e pensieri in bocca al prof. di Oxford.
Per inciso… ho letto qualche libro: non è niente di straordinario. Quindi non è un punto da SuperEgo. Semplicemente amo quell’opera ed ho cercato di apprezzarne intimamente la Bellezza tentando di calarmi, attraverso lo studio delle lingue e dell’universo di opere che roteano intorno ai tre libri canonici, nel punto di vista dello scrittore. E questo fa di me non un grand’uomo ma solo uno che segue con convinzione un’ardente passione. Che ci riesca o no, non è il punto, il punto è semplicemente che mi fa male vedere qualcosa che amo e che stimo, banalizzato, mercificato, macdonaldinazzato (… e non mi uscire ora su obiezioni morali circa il contributo sociale di MacDonald’s XD) ed è mio diritto esternare il mio punto di vista anche se questo offende qualcuno. Tutto qui.
Riguardo la guerra:
1) Tolkien rifiuta con veemenza che vi sia alcun riferimento storico-allegorico nella sua opera, ovviamente le sue esperienze permeano l’opera attraverso il suo modo di pensare ma dire che il Signore degli Anelli sia in qualche modo una rappresentazione della prima o della seconda guerra mondiale non è corretto.
2) Tolkien non era pacifista, non almeno nel modo estremo del “mettete i fiori nei vostri cannoni”. Lui aveva combattuto contro i regimi e se avesse potuto sarebbe sceso in battaglia anche nella seconda guerra mondiale (durante la quale offrì il suo aiuto come criptografo). In una delle sue lettere è Tolkien stesso che afferma di affidare a Faramir il suo pensiero circa la guerra:
“La guerra è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa; ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, nè la freccia per la sua rapidità, nè il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendo: la città degli Uomini di Numenor; e desidero che la si ami per tutto ciò che custodisce di ricordi, antichità, bellezza ed eredità di saggezza.”
Quindi scendere in battaglia per difendere la propria casa è qualcosa che egli contempla anche nell’ordine reale delle cose lo ha fatto a modo sue in entrambe le guerre ed ha incoraggiato il figlio a fare il suo dovere senza eccedere nell’estremismo e nell’odio: “Non usare l’anello!” gli scriveva al fronte inviandogli microfilm con le parti del Signore degli anelli che a quel tempo stava scrivendo. Pertanto NON SUSSISTE l’argomento basato sull’apparente incoerenza “sì alla guerra nel mondo di fantasia – no alla guerra nella realtà”, era piuttosto “no alla guerra come strumento socio-politico, sì a combattere chi viene a distruggerti, tanto nella fantasia che nella realtà”.
Come dicevo, parlando d’evasione, se vogliamo usare una storia semplicemente per “staccare la spina” ed evadere per qualche ora in una versione socialmente accettabile dell’etilica ebbrezza, facciamolo, siamo umani. Ma siamo onesti con noi stessi riconoscendo quello che stiamo facendo, e soprattutto non cerchiamo legittimazioni piegando ai nostri comodi il pensiero di chi non è più qui a difenderlo.
Giocondo caro non sapevo fossi laureato in psicoanalisi. Vorrei sottolineare come sei bravo a strumentalizzare le cose dette dagli altri (come il commento fatto a davide riguardo i corsi serali), sei per caso un parlamentare italiano?
Parlando della mia frustrazione e della mia eleganza…
1- non tutti si meritano risposte eleganti
2- stavo ridacchiando quando ti ho risposto, e pensavo a quanto tu fossi ridicolo, ergo non ero/soo frustrato, 😉
3- Cavolo non sapevo oltre alla laurea in psicologia tu fossi anche tolkien reincarnato, complimenti vivissimi, (se tu non avessi compreso nuovamente questa era ironia, scaturita dal fatto che ti trovo ridicolo).
4- Come penso sostenga anche davide, se si sostiene che pj abbia fatto dei bei film e ci si accontenta di quelle opere come belle, si rimane bloccati in un limbo di mediocrità senza invece alzare il proprio livello culturale.
Si perdonami giocondo, sei troppo intellllligente e colterrimo per me e quindi ho reagito nell’unico modo che la mia debole mente mi suggeriva. Avete fatto un discorso tu e davide così difficile da comprendere … Non riesco proprio a starti dietro…
Aggiungerei che un laureato in medicina ne sa quanto un idraulico di psicologia 😉 e comunque chiudo qui le comunicazioni con te caro giocondo che troppa intelligenza mi uccide.
L’articolo si sarebbe dovuto chiamare: “Lo Hobbit la desolazione di Smaug: i see FLAME”