Da piccoli qualunque cosa, anche la più insignificante, può assumere connotati orrorifici. Una sedia, una porta che scricchiola, un giocattolo dimenticato in un angolo: la notte, al buio, tutto può sembrarci un mostro pronto a ghermirci non appena distoglieremo lo sguardo. Lo stesso mondo dei "grandi" ci appare spesso incomprensibile, inospitale, a tratti spaventoso. E noi ne siamo convinti, siamo proprio convinti che il mostro ci prenderà se non ci nascondiamo subito sotto le coperte.
Gli svedesi di Tarsier Studios hanno ben deciso di prendere tutti questi elementi, condensandoli e proponendoli in Little Nightmares, precedentemente uscito per PS4, Xbox One e PC e sbarcato finalmente anche su Nintendo Switch.
In Little Nightmares, però, la paura è reale e giustificata.
Six si sveglia sopra ad un valigione consunto, all'interno di una stanza buia e umidiccia. Non sa dove si trova, ma sa che vuole andarsene al più presto. Con sé ha solamente un impermeabile giallo – unico, minuscolo punto di luce all'interno della scena – e un accendino che le consente di avere una tenue visibilità nei punti più bui.
Inizia la sua esplorazione, ma l'ambiente si rivela via via sempre più malsano ed inospitale. La bambina è piccolissima, uno scricciolo rispetto a ciò che la circonda, e perfino salire su una sedia può rivelarsi un'impresa titanica. Il pavimento è scivoloso e oscilla pericolosamente – il perché lo scopriremo più avanti – ogni passo nasconde un pericolo o un'insidia nascosta.
Tutto si complica quando Six si rende conto di non essere sola: Le Fauci, questo il nome dell'orrenda prigione (ma sarà davvero una prigione, o è una sorta di perverso parco giochi?), sono abitate da una schiera di orribili personaggi, enormi e mostruosi, dai quali è necessario stare lontani ad ogni costo.
Little Nightmares è un gioco severo, per non dire abbastanza cattivo. Il giocatore, come del resto la piccola Six, si ritrova catapultato in un mondo ostile senza uno straccio di spiegazione. Non sa come muoversi. Non sa come agire. Non gli viene dato un tutorial, ma viene abbandonato al meccanismo del trial and error: fai, sbaglia, riprova fin quando non capisci dove sbagli, vai avanti. Ricomincia. Più che mai azzeccato, dato che da un certo punto in poi si inizierà a sudare freddo ad ogni nuovo scenario, ogni porta, ogni angolo, perché "okay, vediamo un po' come verrò uccisa in modo orrendo stavolta". Riuscendo, almeno in parte, a provare l'angoscia provata anche da Six.
Il tutto viene ulteriormente potenziato dal reparto grafico: ambientazioni chiuse, fredde, buie, enormi ma allo stesso tempo incredibilmente claustrofobiche.
Molto è lasciato all'intuizione dello spettatore, e solo in minima parte ci verranno fornite delle spiegazioni chiare: cosa sono Le Fauci? Perché siamo lì? Chi sono i loro abitanti, e cosa vogliono?
In fondo, considerando lo spirito del gioco, va bene così.
Su Switch abbiamo la Complete Edition: oltre all'avventura standard della piccola Six avremo anche quella di un altro bambino, il Fuggiasco. Le due storie sono fatte per durare circa tre-quattro ore ciascuna: non molte, certo, ma abbastanza da godersi appieno l'avventura senza andare a scadere nel ripetitivo – già l'avventura del Fuggiasco, al netto di alcune novità nelle dinamiche, ha purtroppo un po' il sapore di una minestra riscaldata. Ad ogni modo, entrambe le versioni si prestano ad almeno due giocate: la prima per godersi la storia, e la seconda per scovare tutti i segreti e i collezionabili nascosti.
Insomma, veramente un lieto arrivo su Switch, che consente un'ottima fruizione anche in portatile, senza cali di framerate o scomodità di sorta.
E voi, siete abbastanza scaltri da riuscire a sfuggire a Le Fauci?