Limbo. Quaderni del nord est raccoglie sette brevi storie scritte da Elena Lori e disegnate da Gianmaria Liani, illustratore noto nel mondo del fumetto per le sue collaborazioni, tra le altre, con Mondo Naif, l’Almanacco di Lupo Alberto e Cyborg.
Le storie raccolte in questo volume (L’operatore, Holiday Inn, Il delitto, L’appuntamento, Tokio hotel, La coppia, Il limbo), pubblicato da Kappa Edizioni, sono legate da un’ambientazione comune: il nordest d’Italia appunto. Zona storicamente di confine, crogiolo dove si possono mescolare tantissime culture diverse, patria di uomini come Umberto Saba e Italo Svevo, che con il suo nome d’arte aveva esemplificato la consapevolezza di un’appartenenza culturale già plurietnica.
Qui nel Limbo leggiamo le vicende di migranti che s'intrecciano con quelle di autoctoni indaffarati e persi nel vortice di un’affannosa autoaffermazione. Il successo, il bisogno di farcela nella vita (che in concreto significa essere riconosciuti e visti dagli altri come “arrivati”) sono il credo che guida le scelte e i comportamenti di una gioventù un po’ smarrita. Esisto perché tu vorresti essere al mio posto, altrimenti non valgo nulla.
Quello che troviamo qui è uno sguardo immediato e lucido. Gli autori in poche tavole ci raccontano storie che, con un'altra mano, probabilmente avrebbero avuto bisogno di fiumi d’inchiostro per potersi esprimere con la stessa efficacia. Sono brevissimi spaccati, brevi sbirciate nelle esistenze di esempi umani.
Gli immigrati, emigrati da realtà a noi sconosciute e lontane, sono finiti in questi luoghi per cercare sicurezza e fortuna, oltre che per scappare da qualcosa.
“Finiti” è un termine a doppio taglio, sono vite che possono arrivare a situazioni limite e definitive, senza possibilità di tornare indietro, e la fuga spesso tende a risolversi in un vicolo cieco, specie per gli onesti e i volenterosi.
Se si volesse proprio cercare una morale, solo gli sciacalli sembrano farcela, sopravvivendo alle schifezze che combinano. Sono cronache un po’ sfortunate e la legge del più forte e del più scaltro la fa da padrona, sempre che non sia lo stesso destino a giocare brutti scherzi.
Chi bada al proprio interesse a discapito di quello degli altri vince (come in La coppia) e in Holiday Inn e Tokio Hotel il piccolo malvivente infido è quello che in fondo se la cava al meglio. Holiday Inn e Tokio Hotel meritano particolarmente per la loro immediatezza. Non è proferita nemmeno una parola di dialogo ma il tutto è perfettamente reso con i disegni magistrali di Gianmaria Liani.
Il delitto è forse la storia più amara, insieme al pugno nello stomaco che lascia Limbo, quella che dà il titolo a tutta la raccolta. L’ultima storia racconta di una ragazza bella e di successo con un’amarissima sorpresa. Quando si sale tanto in alto, quanto male ci si può fare nel cadere senza rete di sicurezza? Le certezze sono una cosa pericolosa, ma un cuore di farfalla è leggero e porta in alto. Così, inaspettatamente, anche la leggerezza può aiutare.
L’operatore è uno specchio amarissimo sull’animo umano, un groviglio di contraddizioni tra buona coscienza e salvaguardia dell’interesse personale.
A metà esatta del volume trova posto la commovente L’appuntamento, forse un filo di speranza prima della discesa.
Sono storie con punte di riso amaro e i toni cambiano rapidamente da drammatici a ironici senza sforzo apparente, arrivando alla staffilata finale. Talmente pungente che volendosi fare del male ci si potrebbe chiedere: “E io allora cosa avrei fatto…?”.
Dicono che ci s'imbatte in un’opera di letteratura quando questa ci obbliga a farci delle domande e a metterci in discussione. Quando qualcosa che non avremmo voluto riconoscere viene smosso dentro di noi. Questa volta sembra proprio che mi ci sia imbattuta e dire che è solo un “fumetto”…